domenica 25 dicembre 2011

Sherlock Holmes – Gioco di ombre



È uscito nelle sale cinematografiche italiane il 16 dicembre, esattamente due anni dopo il primo lungometraggio dedicato al noto personaggio, “Gioco di ombre”, sequel del film “Sherlock Holmes” del 2009.
Quest'opera, diretta come la precedente dall'ex marito di Madonna Guy Ritchie, pur ispirandosi in alcuni punti al racconto di Sir Arthur Conan Doyle “L'ultima avventura” si discosta quasi del tutto da quello che di Holmes ci viene detto nel canone dello scrittore di Edimburgo riguardante il grande investigatore e mostra allo spettatore un protagonista, interpretato da un fascinoso e cupo Robert Downey Jr. seduttore ed esperto di boxe e di arti marziali, più incline all'azione che alla riflessione.
Questi tratti, uniti ad una fotografia opera del direttore francese Philippe Rousselot, ad effetti digitali realizzati dall'azienda BlueBolt, a movimenti di macchina e acrobazie prospettiche che rendono le ambientazioni in cui si muove grigie e fumose, fanno in modo che l'interprete principale sia più simile ad un personaggio da fantascienza “steampunk”, filone i cui stilemi pervadono la pellicola, piuttosto che a un compassato investigatore dell'età vittoriana.
Anche in questa avventura poi, come nella precedente, ad accompagnare Sherlock Holmes nelle sue peripezie a giro per l'Europa troviamo, anche se controvoglia, Jude Law che veste i panni di un anarchico e sfrontato Dr. Watson.
Insieme dovranno sventare le diaboliche trame ordite dal professor James Moriarty, uomo dall'intelligenza sopraffina e privo di qualsiasi coscienza morale interpretato con grande distacco da Jared Harris, il cui piano criminale, volto a diffondere terrore in tutto il mondo, potrebbe cambiare il corso della storia.
Oltre all'antagonista e alla coppia di tutori della legge, numerosi personaggi affollano quest'opera, sceneggiata strizzando l'occhio sia ai grandi film d'azione che marginalmente al canone doyliano dai coniugi Mulroney, sia dalla parte dei buoni che dei cattivi rendendola più frizzante e coinvolgente.
Tra i più caratteristici non si possono non menzionare il fratello maggiore di Sherlock, Mycroft Holmes, interpretato da uno Stephen Fry straripante e sopra le righe e Sim, cui presta il volto Noomi Rapace, una zingara dalla travolgente personalità che accompagnerà Holmes e Watson per tutta la durata dell'avventura.
Compaiono inoltre in brevi camei Kelly Reilly nel ruolo di Mary Morstan, Eddie Marsan in quello dell'ispettore Lestrade e Paul Andreson che dà il volto ad uno spietato colonnello Moran.
Ad accrescere la cupezza e il ritmo serrato di questo film contribuiscono inoltre il montaggio di James Herbert e le musiche di Hans Zimmer.
Se proprio però vogliamo cercare qualche difetto, che non scalfisce comunque il fascino di un'opera che costituisce un ottimo antidoto contro la pesantezza e letargia del periodo natalizio, si può affermare che l'aver spostato l'ambientazione del lungometraggio dalla città di Londra a quella di Parigi ed in seguito alla Germania e alla Svizzera abbia fatto perdere un po' di fascino ad una pellicola in cui anche la capitale britannica con i suoi abitanti, i suoi luoghi e le sue atmosfere, assumeva il ruolo di personaggio.
Alla luce di quanto scritto possiamo quindi affermare che la visione di questo film interessante e coinvolgente sia estremamente indicata per chi ama i film d'azione, meno per chi ricerca una figura Holmesiana coerente con gli scritti di Sir Arthur Conan Doyle.

mercoledì 23 novembre 2011

Leo Pulp - La trilogia

In seguito alla mail ricevuto da Massimo Bonfatti ( http://ilrompicoglioni.blogspot.com/2011/11/giovani-si-fa-per-dire-critici.html ) in questo post vorrei riproporre le recensioni dei tre albi di "Leo Pulp" uscite a suo tempo su Thrillermagazine ( www.thrillermagazine.it ).

La scomparsa di Amanda Cross

Soggetto e sceneggiatura: Claudio Nizzi

Disegni: Massimo Bonfatti, Cesare Buffagni

Copertina: Massimo Bonfatti

Editore: Sergio Bonelli Editore

Anno di pubblicazione: 2001

Pagine: 94

Prezzo: L. 7000

Edito dalla Sergio Bonelli Editore, il primo numero di una nuova collana Leo Pulp, dal titolo "La scomparsa di Amanda Cross", è uscito nelle edicole italiane nel giugno 2001.

In questo corposo albo, scritto dall’abile penna di Claudio Nizzi e reso graficamente dalle matite di Massimo Bonfatti e dai colori di Cesare Buffagni, i lettori fanno la conoscenza di Leo Pulp, protagonista della serie, duro e cinico investigatore privato da venticinque dollari al giorno più le spese che lavora nella Los Angeles degli anni ‘40, e dei suoi comprimari.

Tra questi spiccano il capitano di polizia Nick Tracy, che Leo, vista la somiglianza con il celebre personaggio dei fumetti, continua a chiamare Dick e Norma la formosa, che gestisce un bar frequentato abitualmente dal nostro eroe perché vi può mangiare a sbafo il suo piatto preferito: uova fritte con pancetta.

Norma è quasi la fidanzata di Leo, ma lui, cui piace credersi più cinico di quanto non sia in realtà, è convinto di frequentarla per semplice opportunismo.

A questi personaggi fanno da sfondo, oltre a persone comuni che richiedono i servizi dell’investigatore, celebri dive, attori famosi e gangsters spietati.

La trama di quest’opera, che racconta di un complicato intrigo legato alla sceneggiatura di un film, è votata alla riscrittura ironica, e talvolta irresistibilmente comica, del genere giallo-noir, per sua stessa ammissione una delle grandi passioni di Nizzi.

Il tono è sempre leggero e la storia, che ha per protagonista un eroe tipicamente hard boiled, si svolge nella Los Angeles degli anni ‘40 del ‘900, ed è zeppa di riferimenti alla letteratura e al cinema noir.

Per quanto riguarda i disegni ironici e dissacranti dell’autore modenese Massimo Bonfatti, sono dotati di uno stile grottesco e scanzonato, poetico e ricco di particolari che ricorda da vicino monumenti del fumetto comico italiano come, solamente per citarne alcuni, Silver e Bonvì.

Il suo tratto, iperrealista ma allo stesso tempo caricaturale, è l’ideale per rappresentare la particolare atmosfera che si respira nelle intricate vicende del “Private Eye” californiano.

Un’ultima curiosità da segnalare, è il fatto che l’albo sia stampato interamente a colori su una carta più liscia e pesante rispetto a quella usata da Bonelli nelle pubblicazioni da edicola.

Insomma un esperimento perfettamente riuscito che soddisferà a pieno sia gli amanti del buon giallo che quelli del buon fumetto.

I delitti di Sunset Boulevard

Soggetto e sceneggiatura: Claudio Nizzi

Disegni e copertina: Massimo Bonfatti

Editore: Sergio Bonelli Editore

Anno di pubblicazione: 2005

Pagine: 98

Prezzo: Euro 4,00

Nel marzo 2005 è uscito in edicola, a quattro anni di distanza dal primo, il secondo numero della saga di Leo Pulp, il trasandato detective che vive nella Los Angeles degli anni quaranta.

L’albo che s’intitola "I delitti di Sunset Boulevard", ha molte fonti d’ispirazione.
Quelle che saltano subito agli occhi sono: i romanzi noir americani d’autore, Dashiell Hammett e Raymond Chandler su tutti, e, come si evince dal titolo, il celebre film di Billy Wilder "Viale del tramonto".
Anche questa avventura, come la precedente, è sceneggiata da Claudio Nizzi e disegnata da Massimo Bonfatti.

I due autori, rendendo un omaggio affettuoso e ironico al periodo d’oro di Hollywood e sfruttando i cliché del romanzo hard boiled e dei film di gangster propri degli anni quaranta, ci regalano una vicenda dagli ampi risvolti comici.

Mentre la prima avventura di Leo, raccontava di un complicato intrigo legato alla sceneggiatura di un film, qui la storia porta dritti al cuore nero di Hollywood.

Un cliente infatti si rivolge al detective per far luce sulla scomparsa della fidanzata, una giovane attrice.

Mettendosi a cercare, Leo scopre che le attrici svanite nel nulla sono almeno cinque.

Le indagini lo conducono a una vecchia villa hollywoodiana, dove vive una diva del muto ormai dimenticata, che diventerà nel corso della narrazione teatro di eventi sanguinosi…

Come si è detto, il personaggio principale di questa seconda storia è Leo Pulp, un investigatore privato di quelli con la scritta sul vetro smerigliato della porta come si vedono nei film noir anni quaranta.
Duro, cinico, romantico, bastian contrario e politicamente scorretto combatte da solo la sua battaglia contro il crimine.

L’unico che lo aiuta è il capitano di polizia Nick Tracy, che Leo, vista la somiglianza con il celebre personaggio dei fumetti, continua a chiamare Dick, ma Tracy lo fa di malavoglia e unicamente perché vi è costretto, in nome di un non meglio precisato debito che ha con Leo.

Un altro personaggio fondamentale per le vicende dell’investigatore è Norma la formosa, che gestisce un bar che Leo frequenta abitualmente perché vi può mangiare a sbafo il suo piatto preferito: uova fritte con pancetta.

Norma è quasi la fidanzata di Leo, ma lui, cui piace credersi più cinico di quanto non sia, è convinto di frequentarla per semplice opportunismo.

Per quanto riguarda le ambientazioni, il teatro delle indagini di Leo è quasi sempre Hollywood e il mondo del cinema, dove gli capita di incontrare le più celebri dive del tempo, gli attori più famosi e i gangster più spietati.

Un piccolo gioiello insomma per gli appassionati del buon cinema, di romanzi noir e del buon fumetto.

Il caso della magnolia rossa


Soggetto e sceneggiatura: Claudio Nizzi

Disegni: Massimo Bonfatti, Cesare Buffagni

Copertina: Massimo Bonfatti

Editore: Sergio Bonelli Editore

Anno di pubblicazione: 2007

Pagine: 94

Prezzo: Euro 4,50

Nel maggio 2007 è uscito nelle edicole italiane "Il caso della magnolia rossa", terzo e per ora ultimo numero di Leo Pulp.
Questa indagine del detective più scalcinato dei fumetti creato da Claudio Nizzi per i testi, da Massimo Bonfatti per i disegni ed edito dalla Sergio Bonelli Editore, prende ironicamente spunto da un fatto realmente accaduto, il caso della Dalia Nera.

La mattina del 15 gennaio del 1947 il corpo di una giovane donna, Elizabeth Short, viene trovato tagliato in due alla periferia di Los Angeles.
Il caso scatena la più grande caccia all’assassino del ventesimo secolo.

Qualche mese prima, però, la Città degli angeli vive un incubo simile sul quale investiga Leo Pulp, la migliore lince della contea che, pur di scoprire la verità, non esita a menar ceffoni, a far abbaiare piombo caldo alla “berta”, la sua fedele beretta, e a scendere in campo per scoprire chi ha fatto a pezzi una bella ragazza in cerca di un posto al sole.
E resta coinvolto come al solito in un travolgente irresistibile intrigo.

Oltre che al famoso episodio di cronaca nera, "Il caso della magnolia rossa" è vagamente ispirato anche al film "Citizen Kane", titolo originale del lungometraggio "Quarto potere" di Orson Wells, di cui, come al solito, Nizzi reinventa la trama intrecciandola con spunti presi dalla letteratura di genere.

Tutto questo dà origine a una storia perfino più complessa delle precedenti, più adulta e ricca di personaggi e situazioni imprevedibili anche se sempre perfettamente coerente con la Los Angeles degli anni ‘40.

Oltre ai soliti personaggi di contorno come il capitano di polizia Nick Tracy, che Leo, vista la somiglianza con il celebre personaggio dei fumetti, continua a chiamare Dick e Norma la formosa, quasi fidanzata del nostro detective, fa da sfondo alla vicenda lo scontro tra Chester Keine e Richard Zaduck per la carica di governatore della California tutto, come la trama hard-boiled suggerisce, all’insegna di pupe fatali gangster e pistole roventi.

In questa storia poi, Leo Pulp si è evoluto maggiormente e si è arricchito ancora di piccole caratteristiche psicologiche, senza però cambiare la sua personalità ormai ben definita.

Un piccolo capolavoro insomma di cui è consigliata la lettura a tutti gli appassionati del buon cinema, di romanzi noir e del buon fumetto.

giovedì 27 ottobre 2011

L'insonne - Minimi Prodigi

Nel proseguire con la riproposta in ordine sparso delle recensioni de "L'Insonne" pubblicate sul sito Thrillermagazine ( www.thrilermagazine.it ) presentiamo oggi quella del numero tre della serie dal titolo "Minimi prodigi".


Sceneggiatura: Giuseppe Di Bernardo, Andrea J. Polidori
Disegni: Michela Da Sacco
Copertina: Giuseppe Palumbo
Editore: Free Books
Collana: Thriller
Data di uscita: Settembre 2005 
N° Pagine: 96
Prezzo: € 2,40


È uscito nelle edicole e nelle fumetterie italiane nel settembre del 2005 "Minimi prodigi", terzo episodio de "L’Insonne", bimestrale a fumetti edito dalla casa perugina Free Books.

La serie, di taglio bonelliano, racconta le avventure di Desdemona Metus, affascinante detective - deejay che soffre di un’insonnia di origine traumatica e conduce un programma notturno sull'emittente fiorentina Radio Strega.

In questo episodio, scritto con la solita abilità nel trattare temi scottanti da Giuseppe Di Bernardo e disegnato in maniera splendida da Michela Da Sacco, Desdemona apre il suo cuore e racconta alla coinquilina Brighitta, e con lei al lettore, parte del suo passato legato ad un evento tragico e straziante.

Verrà alla luce il perché ha iniziato a fare radio e sopratutto quello che c’è sotto alla sua dura scorza da ragazza cinica e disincantata.

Nel corso della storia poi, il lettore verrà a conoscenza del primo grande amore della protagonista.

A mistero e azione, caratteristiche proprie di ogni albo de "L’insonne", si mischiano in "Minimi prodigi" anche temi di particolare attualità come: l’ecologia e il terrorismo.

Parte della storia si basa infatti su un attentato che, anche se compiuto per fini positivi, porterà a conseguenze tragiche.

Per quanto riguarda gli aspetti tecnici dell’albo colpisce l’estremo realismo dei dialoghi che, senza essere troppo forzatamente pulp, riescono a rappresentare in modo coerente il linguaggio attuale dei ragazzi di vent’anni, con un uso equilibrato di parolacce e gergalità, cose che troppo spesso vengono bandite negli educati fumetti italiani.

Anche in questo numero tre è presente il commento di un prestigioso autore: stavolta tocca a Gianfranco Nerozzi, scrittore bolognese di romanzi noir.

martedì 25 ottobre 2011

L’insonne - Ouverture

Continua la riproposta in ordine sparso delle recensioni dell'opera a fumetti "L'Insonne" pubblicate sul sito Thrillermagazine ( www.thrilermagazine.it ).
Oggi è la volta del n°0.


Sceneggiatura: Giuseppe Di Bernardo, Andrea J. Polidori
Disegni: Giuseppe Di Bernardo, Jacopo Brandi
Copertina: Giuseppe Palumbo
Editore: Free Books
Data di uscita: Ottobre 2004
N° Pagine: 48
Prezzo: € 1,50


Presentato a Lucca Comics 2004 e stampato come la serie regolare dalla perugina Free Books "Ouverture", il numero 0 de "L’Insonne", è l’anello di congiunzione tra la serie del ‘94 e l’attuale.
Rappresenta infatti, nelle intenzioni degli autori, un episodio ibrido e necessario per chiudere la vecchia serie e presentare i temi della nuova.
In questo numero, i lettori che ancora non conoscono l’opera creata da Giuseppe Di Bernardo incontrano per la prima volta Desdemona Metus la protagonista degli albi a fumetti e i personaggi secondari che le gravitano intorno.
Desdemona, Desdy per gli amici, è una studentessa di medicina e una deejay in una radio notturna, Radio Strega.
Ragazza volitiva e problematica, soffre di una strana forma di insonnia di origine traumatica manifestatasi in seguito alla scomparsa della madre.
La sindrome da cui è affetta, oltre a farle trascorrere in stato di veglia gran parte delle notti, le provoca stati di caos percettivo che giocano spesso un ruolo decisivo nelle misteriose vicende di cui è protagonista che si svolgono prevalentemente nella città di Firenze o nei suoi dintorni.
Scritta con la solita puntualità e chiarezza nell’affrontare temi delicati da Giuseppe Di Bernardo la storia narrata in questo numero affronta uno dei più delicati nodi della bioetica.
L’autore si chiede se sia sempre giusto e a quale costo salvare una vita che ci è cara.
Con un abile gioco di intrecci narrativi infatti, la vita di una madre distrutta dal dolore per la malattia del figlio si mischia con l’universo di Desdemona attraverso la divinazione dei tarocchi.
Dalla trama principale poi si dipartono delle sottotrame che ci svelano in parte quali saranno le complesse architetture che costituiranno l’innovativa serie creata da Di Bernardo e Polidori.
La storia è disegnata in maniera impeccabile dal creatore della serie Giuseppe Di Bernardo coadiuvato alle chine da Jacopo Brandi.
Le copertine di questa seconda serie passano dalla matita di Marco Nizzoli, autore di quelle del ’94, a quella di Giuseppe Palumbo mostro sacro del fumetto italiano che anche in questo frangente si dimostra all’altezza della sua meritatissima fama.
Palumbo ha rispetto a Nizzoli un segno più noir e quindi più in linea con lo spirito della nuova serie.
La colorazione della copertina poi, è affidata a Massimiliano Guadagni, autore con un passato come illustratore Mondadori.
Chiude il numero un pezzo di Graziano Braschi che, da grande esperto di giallo italiano, ci descrive i lati oscuri di Firenze come sono stati dipinti da cinema e letteratura.

lunedì 24 ottobre 2011

L'insonne - La crociata dei bambini

In occasione dell'uscita del fumetto "L'Insonne" per iPhone e iPad riproporrò in questa sede le recensioni dei pochi numeri presenti sull'App Store che sono state pubblicate sul sito internet Thrillermagazine ( www.thrillermagazine.it ) e mi hanno portato a conoscere personalmente l'autore dell'opera in questione: Giuseppe Di Bernardo.


Sceneggiatura: Giuseppe Di Bernardo, Andrea J. Polidori
Disegni: Marco Checchetto, Antonio Menin
Copertina: Giuseppe Palumbo
Editore: Free Books
Collana: Thriller
Data di uscita: Giugno 2005 
N° Pagine: 96
Prezzo: € 2,40


Dopo qualche problema di natura tecnica è uscito, intorno alla metà di giugno del 2005, il secondo numero de "L’Insonne", serie ideata nel 1994 da Giuseppe Di Bernardo e da Andrea J. Polidori.
Quest'opera a fumetti, che mescola in sé giallo, noir, mistero, esoterismo, fantapolitica e ricerca storica, riproposta a partire dall'aprile del 2005 dalla casa editrice perugina Free Books, ha riscosso ampi consensi di pubblico e critica.
Questo grazie a personaggi estremamente credibili con cui è facile identificarsi e all’insolita ambientazione toscana del fumetto gestita da Di Bernardo e dal suo staff con grande sapienza e passione.
"La crociata dei bambini", questo il titolo dell’albo, prende spunto da una vicenda realmente accaduta e che non molti conoscono.
All’incirca nel 1200, oltre alle crociate militari, partirono dal centro dell’Europa dei movimenti popolari per liberare il Santo Sepolcro.
Un paio di questi erano formati soltanto da bambini che naturalmente non arrivarono mai a destinazione poiché uccisi, stuprati o venduti lungo il tragitto.
Protagonista della storia è, ancora una volta, l’affascinante e problematica detective-deejay Desdemona Metus, speaker della radio privata radio strega, per la quale conduce il programma notturno intitolato appunto l’Insonne.
In questo episodio Desdemona, oltre che con i consueti disturbi del sonno, è alle prese con il ritrovamento, nei pressi di Volterra, di una fossa comune contenente quelle che sembrano ossa di bambini.
Sullo sfondo dell’inquietante scoperta poi, una serie di angoscianti delitti getta nel terrore le campagne tra Firenze e Volterra.
Desdemona, ancora una volta, è chiamata a trovare il bandolo di una matassa che lega passato e presente, in un groviglio di paura e violenza.
"La crociata dei bambini" è scritto dai creatori della serie Giuseppe Di Bernardo ed Andrea J. Polidori.
Anche in questo numero come nel precedente coesistono diversi piani temporali.
In questo caso però, a differenza del primo numero, il legame tra passato e presente è meno concreto e più concettuale.
La storia in cui Medioevo e giorni nostri si rincorrono lungo tutto il dipanarsi della vicenda è avvincente e perfettamente funzionale al messaggio degli autori.
Per quanto riguarda i disegni buona la prova del duo Marco Checchetto e Antonio Menin.
Sempre all’altezza della situazione poi le ottime copertine di Palumbo.
Un altro numero molto avvincente di una testata che, dopo la correzione di alcuni piccoli dettagli, si candida a diventare la grande sorpresa del fumetto italiano.

mercoledì 12 ottobre 2011

La mia anima è ovunque tu sia

Incuriosito dalla presentazione di questo libro e del suo autore nella trasmissione televisiva condotta da Fabio Fazio "Che tempo che fa" mi sono cimentato nella lettura di questo appassionante romanzo.
Come capirete da quello che ho scritto le impressioni favorevoli sono state tutte confermate.


Autore: Aldo Cazzullo
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
Collana: Collezione scrittori italiani e stranier
Data di uscita: Settembre 2011
N° Pagine: 121
Prezzo: € 17,00


Pubblicato da Mondadori nel settembre 2011 nella collana “Collezione scrittori italiani e stranieri”, “La mia anima è ovunque tu sia - un delitto, un tesoro, una guerra, un amore” è il primo romanzo dell'albese Aldo Cazzullo, inviato del Corriere della Sera e scrittore di numerosi saggi storici.
Prendendo come spunto iniziale la leggenda del tesoro della quarta armata, composto dal denaro, dalle opere d'arte e dalle ricchezze sequestrate e accumulate dall'esercito italiano di stanza in Francia, questo libro, che si sviluppa su tre piani narrativi ambientati in epoche storiche diverse che vanno dal 1945 ai giorni nostri, narra, attraverso brevi e fulminanti capitoli intrecciando pubblico e privato, storia personale e collettiva, vicende che hanno come sfondo la città piemontese di Alba e riguardano la vita e la morte di persone di fantasia e di personaggi la cui figura è ispirata a quella di a pilastri della cultura italiana del dopoguerra.
Quest'opera, straordinariamente originale e viva nonostante la brevità e una scrittura veloce, scabra e incalzante, mischia sapientemente tutte le caratteristiche principali di generi che vanno per la maggiore ai giorni nostri come noir e romanzo rosa non rinunciando tuttavia ad uno sguardo inatteso e puntuale sulle vicende che hanno portato alla formazione della nazione italiana come oggi la concepiamo.
Una storia epica e di grande respiro, ambientata nelle Langhe, che contrappone la guerra a bassezze, terribili segreti e passioni amorose di uomini comuni in un crescendo di emozioni che culmineranno in un colpo di scena finale che lascerà spiazzato il lettore.
Una grande metafora insomma della nostra identità e un romanzo sull'origine dell'Italia di oggi, sulle ragioni profonde dell'odio e dell'amore che ci tiene, nonostante tutto, uniti.
La ricostruzione storica molto precisa e puntuale, il ricorso alla narrazione di vicende realmente accadute e uno dei personaggi principali ispirato alla figura di un noto scrittore e partigiano di Alba, arricchisce poi la trama del romanzo di un aurea di veridicità.
Alla luce di quanto scritto si può affermare quindi, senza paura di essere smentiti, che la lettura di quest'opera, che mischia la storia ufficiale a numerosi altri generi letterari, sia estremamente consigliata sia per gli appassionati di fiction che per chi voglia conoscere uno spaccato delle vicende che hanno portato alla nascita della nostra nazione.

venerdì 30 settembre 2011

Lady S volume1

Dopo essermi appassionato alla lettura di XIII, opera ripubblicata recentemente in volume dall'editore modenese Panini Comics, su consiglio dell'amico e gestore del negozio di fumetti viareggino Living Colour 2.0 Roberto Cecchini ho affrontato la lettura della nuova fatica di Van Hamme con molte aspettative, che fortunatamente non sono state deluse.


Sceneggiatura: Jean Van Hamme
Disegni e copertina: Philippe Aymond
Editore: 001 Edizioni
Collana: 001 France
Data di uscita: Luglio 2011
N° Pagine: 96
Prezzo: € 14,00


È stato pubblicato dall'editore torinese 001 Edizioni all'interno della divisione 001 France, il primo volumetto di “Lady S”, serie di spionaggio e avventura a fumetti scritta dal famoso sceneggiatore Jean Van Hamme, noto al pubblico degli appassionati per essere l'autore di capolavori della letteratura disegnata francese come: “Thorgal”, “XIII” e “I maestri dell’orzo”.
Questo libro, che raccoglie i primi due tomi che presentano in patria la prima storia del serial, fa conoscere al lettore la bella protagonista e le vicissitudini attraverso le quali viene adottata da James Fitzroy, un diplomatico americano che ne fa la sua più fedele collaboratrice, e reclutata da una misteriosa organizzazione antiterroristica con il nome in codice di Lady S.
Come di consueto per quanto riguarda le avventure confezionate dallo sceneggiatore belga, le trame di questo albo sono avvincenti, ben costruite e lasciano il lettore con il fiato sospeso.
I personaggi, che spiccano per caratteri schiaccianti e imponenti personalità, sono inoltre caratterizzati splendidamente e credibili sotto innumerevoli punti di vista.
Autore dei disegni di quest'opera, che appartiene di fatto all'area franco-belga, è il parigino Philippe Aymond.
Il suo segno chiaro e preciso fatto di tratti raffinati ed essenziali, di linee nere nette lievemente e morbidamente modulate e di colori luminosi, rende le storie estremamente affascinanti e leggibili anche dal punto di vista grafico.
Da mettere in evidenza oltre ai pregi fin qui elencati anche una notevole attenzione ai dettagli che riguardano ambienti e architetture dei luoghi in cui si svolgono le vicende narrate, valore che unito al prezzo, contenuto per un volume a colori di 96 pagine stampato su carta patinata, rende la lettura di questo albo consigliatissima non solo per tutti gli appassionati di fumetto ma anche per quelli di letteratura e cinema noir.

venerdì 23 settembre 2011

Scarface

Copertina Blu Ray

In occasione dell’uscita in formato Blu Ray di questo lungometraggio restaurato, avvenuta il 9 Settembre, vorrei parlare di “Scarface”, pellicola che ancora oggi è considerata una delle più riuscite del regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense, di origine italiana Brian de Palma.
Questo film, realizzato nel 1983, riprende molto liberamente l’opera originale di Howard Hawks del 1932 del quale resta però in questa versione soltanto il titolo e il soggetto, l’ascesa all’impero del crimine di un giovanotto senza scrupoli destinato a essere rovinato dalla sua smodata ambizione.
Scritta da Oliver Stone e fotografata da John Alonzo, questa pellicola narra la storia di Tony Montana, interpretato da un Al Pacino all’apice della sua carriera, uno dei tanti profughi di origini cubane sbarcati in Florida con in testa il grande sogno americano. 
Il film ne racconta, senza giudicare, l’ascesa fulminante nel mondo della malavita e la rovinosa caduta.
Il successo del trafficante è reso palpabile da milioni di bigliettoni verdi, locali di lusso, montagne di cocaina e una moglie bionda mozzafiato, la bellissima Michelle Pfeiffer degli esordi.
Tutto questo però innesca una bomba a orologeria che lo porterà a fare una bruttissima fine. Un ultimo aspetto degno di nota è la colonna sonora incalzante e adatta a commentare una pellicola come quella in questione firmata dal famoso compositore italiano Giorgio Moroder.
Nel Blu Ray oltre al film, tra le due ore di speciali, bisogna mettere in evidenza il contenuto inedito: “Il Fenomeno Scarface”, un documentario di 70 minuti in cui Roberto Saviano, Paolo Sorrentino ed il cast della Serie Tv Romanzo criminale parlano del lungometraggio, dei suoi eccezionali attori e di come “Scarface” sia diventato un grande cult della storia del cinema e un punto di riferimento per i veri malavitosi che non solo imparano a memoria le battute del film ma prendono come esempio il protagonista arrivando anche a morire come lui.

giovedì 8 settembre 2011

Spiderman Noir

In questa nota vorrei parlare di un volume che contiene una storia che combina due delle mie più grandi passioni: i fumetti di supereroi e le trame poliziesche.


Sceneggiatura: David Hine, Fabrice Sapolsky
Disegni: Carmine Di Giandomenico
Copertina: PatrickZircher
Editore: Panini Comics
Collana: Marvel Noir
Data di uscita: Dicembre 2009
N° Pagine: 104
Prezzo: € 12,00


È uscito nel mese di dicembre 2009 nella collana della casa editrice modenese Panini Comics 100% Marvel, composta da eleganti e corposi volumi che presentano alcune delle più belle proposte della recente produzione a fumetti dell’americana Marvel Comics, “Spiderman Noir”, prima miniserie della serie Marvel Noir, che cala il noto supereroe nel contesto della New York nel periodo che segue la grande depressione del ‘29.
Questo racconto, scritto da David Hine e da Fabrice Sapolsky, disegnato dall’italiano Carmine di Giandomenico e pervaso da atmosfere hard boiled degne dei più famosi film di John Huston e dei migliori romanzi di Raymond Chandler e Dashiell Hammett, presenta tutti i personaggi che hanno reso famoso l’universo di Spiderman anche se con caratteristiche e connotazioni diverse da quelle della serie mensile.
New York è infatti in mano a Norman Osborn, detto il Goblin, boss della malavita che tiene la città sotto scacco con l'aiuto dei suoi scagnozzi tra i quali spiccano Kraven, addestratore di bestie proveniente dalla Russia, e l'Avvoltoio, un freak cannibale che è stato chiuso per anni nella gabbia di un circo.
Per quanto riguarda i buoni facciamo quasi subito la conoscenza di May Parker, agitatrice sociale che, dopo la morte del marito Ben, fa di tutto per muovere le coscienze del popolo, e di suo nipote Peter.
La storia però ruota intorno a Ben Urich, reporter di cronaca nera del Daily Bugle, personaggio gestito davvero bene da Hine con i suoi punti di forza e le sue debolezze, che se solo volesse potrebbe cambiare il destino della città, ma forse ha troppo da perdere.
O non vuole perdere quel poco che ha.
Interessanti e di spessore sono anche i personaggi secondari come, tra i tanti, una sexy ed elegante Felicia Hardy, proprietaria del locale peccaminoso Il Gatto Nero.
Per quanto riguarda la miniserie, composta originariamente da quattro numeri, possiamo affermare che la storia è bella ritmata ed interessante, ricca dei classici cliché che si ritrovano nei romanzi e nei film noir, con colpi di scena che non ti aspetti fino al finale.
Le caratterizzazioni dei personaggi date da Hine sono sorprendenti e ben riuscite e la vicenda non è lineare né scontata, ma intrigante ed appassionante.
L'unica pecca sono i disegni di Carmine Di Giandomenico le cui matite sono forse più adatte a miniserie come “Giulio Meraviglia” e “La dottrina” piuttosto che a storie di supereroi.
Nel complesso però “Spiderman Noir” resta una serie che si attesta su buoni livelli e di cui è consigliata la lettura oltre che agli appassionati di fumetti di supereroi anche a quelli di buona letteratura noir.

lunedì 22 agosto 2011

Il commissario Bordelli

In questo post vorrei presentare ai miei cinque lettori un libro giallo sui generis privo dei ritmi iperbolici del poliziesco contemporaneo ma elegante e molto ben scritto. 


Di: Marco Vichi
Editore: Ugo Guanda Editore
Data di uscita: Gennaio 2002
N° Pagine: 204
Prezzo: € 13,50


Il commissario Bordelli è il secondo libro giallo dello scrittore fiorentino Marco Vichi che ha per protagonista l’omonimo poliziotto uscito originariamente nel gennaio 2002 per Ugo Guanda Editore.

Protagonista della vicenda, ambientata nel 1963 in una Firenze assediata dal caldo e desertificata dalle vacanze estive, è il commissario Bordelli, un funzionario di polizia cinquantenne, scapolo, ex partigiano e amico di ladri e prostitute che, per dirla con le parole di Lucarelli, ha una sanguigna umanità tutta italiana e tutta toscana.

Questa brevemente la trama del libro: Rebecca Pedretti Strassen, un’anziana signora che vive in una villa d’epoca, viene assassinata.

È la dama di compagnia ad avvertire del fatto il commisario Bordelli che, coadiuvato dal suo nuovo assistente, il sardo Piras, fa sfilare i sospettati dell’omicidio: Giulio e Anselmo i nipoti della signora, l’anziana governante e lo stravagante fratello della vittima, Dante.

Alla fine come in ogni giallo che si rispetti la giustizia trionfa e i colpevoli vengono assicurati alla legge.

Il romanzo è molto ben scritto e scorrevole ma per un insieme di fattori, non ultimo dei quali la scarsa credibilità del finale, non riesce a entusiasmare.

Anche l’ambientazione rimane troppo anonima; la Firenze di Vichi infatti potrebbe essere altre mille città per come è descritta.

Parlando invece delle cose che colpiscono di questo libro non si può non menzionare l’umanissimo protagonista, stanco, con le borse sotto gli occhi, il fiato corto, malinconico e il suo assistente, un giovane poliziotto sardo.

I ricordi della guerra partigiana, a cui spesso fa riferimento Bordelli poi, concorrono ulteriormente a tratteggiare un profilo molto plausibile e vero di uomo e di poliziotto, disgustato dall’Italia del tempo.

Chi cerca in questo romanzo i ritmi iperbolici del poliziesco contemporaneo, resterà deluso: ma per gli amanti della buona scrittura e dell’eleganza narrativa unita al gusto del mistero, Il commissario Bordelli è un libro vivamente conisgliato.

lunedì 15 agosto 2011

Solo!

Festeggiamo ferragosto con un posto scritto per parlare di un racconto dell'amico e scrittore disabile Sergio Rilletti avvincente e molto ben scritto capostipite di un nuovo genere letterario, il reality novel, e scintilla che è stata alla base di Cpacità Nascoste, antologia di racconti thriller e noir con protagonisti portatori di handicap, al momento in cerca di editore.


Copertina realizzata da Bruno Zaffoni per l'E-book gratuito del racconto
Di: Sergio Rilletti
Data di uscita: 2006
N° Pagine: 12


Prima di parlare di questo racconto molto ben scritto e dai contenuti pregnanti, che fa riflettere sulle condizioni dei diversamente abili e di come se lasciate a loro stesse le persone trovino dentro di loro doti che non penserebbero minimamente di avere, vorrei presentare ai lettori il suo autore.

Artista dall’enorme energia e forza d’animo e dalla capacità di scrittura non comune Sergio Rilletti, nasce a Milano nel 1968 e lì si diploma in sceneggiatura alla locale Scuola del Fumetto.

È stato una firma fissa di M — Rivista del mistero per la quale ha creato Mister Noir, il primo eroe disabile seriale della letteratura italiana, protagonista di thriller umoristici.

Ha pubblicato diversi racconti su antologie e siti internet e uno di questi, Mister Noir inseguimento a ruota diventerà presto un cortometraggio da lui diretto.

Solo!, suo lavoro di maggior risonanza leggibile all'indirizzo internet: http://www.myspace.com/sergiorilletti/blog/542621190 e caso letterario di cui si è occupato persino il famoso programma di Rai Radio Due Tutti i colori del giallo, è un thriller autobiografico che determina la nascita di un nuovo genere letterario: il reality novel.

Racconto coinvolgente ed emozionante, narrato completamente in soggettiva, è la cronistoria della giornata di domenica 9 aprile 2006, quando l’autore si è ritrovato, al Parco di Monza dopo l’abbandono del suo “branco” di amici, da solo sulla sua piccola carrozzina elettrica a vivere quasi un'ora e mezza di tensione e autentico terrore.

Soltanto il provvidenziale intervento di due ragazzi, Lisa e Mauro, permette al protagonista di uscire da un’autentica situazione da incubo e di ritrovare la strada per ricongiungersi agli amici.

Nel corso della vicenda, come in un enorme gioco dei paradossi, proprio di molte delle opere di Rilletti, i ruoli si confondono e si invertono.

Chi ufficialmente è considerato un handicappato si dimostra improvvisamente un “super-dotato”, surclassando in capacità chi, invece, deve accontentarsi della sua perenne condizione di “normodotato”.

Lo stile, un misto tra pensieri e azioni del protagonista, aumenta la tensione e tiene il lettore avvinto alla pagina fino alla fine del racconto.

A sottolineare la veridicità della vicenda: le date, le identità professionali di alcuni personaggi, le strategie che il protagonista ha dovuto attuare, le sue emozioni, e lo stretto rapporto, breve ma intenso, con i due ragazzi che alla fine lo hanno aiutato in modo ottimale, tutti esatti.

I nomi delle persone che compaiono nel racconto sono ovviamente modificati per salvaguardare la loro privacy.

Solo quelli di Lisa e Mauro, protagonisti assoluti della terza parte, sono veri; e sono stati mantenuti tali in modo che loro si possano riconoscere e possano contattare l’autore che vorrebbe incontrarli nuovamente e ringraziarli a dovere.

Alla luce di quanto scritto quindi non posso che applaudire Sergio Rilletti per la sua magnifica prova di scrittura ed auspicarmi che autori come lui che sensibilizzino le persone a prendere atto di queste piaghe sociali vengano sempre più allo scoperto.

domenica 14 agosto 2011

Il lungo inganno

In questo post si parlerà di un pregevole thriller, scritto da due bravi autori toscani.



Di: Leonardo Gori, Divier Nelli
Editore: Hobby & Work
Collana: Giallo & Nero
Data di uscita: Maggio 2009
N° Pagine: 255
Prezzo: € 17,50


È uscito negli ultimi giorni di maggio in tutte le librerie italiane edito da Hobby & Work Il lungo inganno, pregevole thriller storico scritto a quattro mani da Divier Nelli e Leonardo Gori.
Partendo da tre vicende, a prima vista apparentemente scollegate e molto lontane tra di loro sia nello spazio che nel tempo, l’opera è unita da un’unica e misteriosa storia, quella di un lunghissimo inganno, destinata a svelarsi con un clamoroso colpo di scena nelle ultime pagine del libro, gettando una luce inquietante, e terribilmente verosimile, su alcune delle pagine più vergognose e vergognosamente dimenticate della storia italiana del ventesimo secolo.
Romanzo nero, duro, spietato, incalzante e imprevedibile, che ha il sapore amaro delle verità scomode, spicca oltre che per la trama anche per la narrazione che, a seconda delle vicende descritte, si avvale di un linguaggio più o meno costruito e colto.
Si passa infatti dalla lingua colloquiale e semplice che caratterizza la descrizione di ambientazioni e personaggi dei giorni nostri e degli anni ‘70 del ventesimo secolo, a quella più ricercata che mostra una Firenze nel periodo immediatamente precedente all’avvento del fascismo, città in cui si muove il protagonista del libro.
Valentino Poggiolini\Franco Battaglia, personaggio intorno a cui ruota tutta la vicenda descritta nel volume, è connotato in modo molto verosimile e anche le figure del maresciallo dei carabinieri e del ragazzo che lo interroga sono credibili e spingono il lettore all’identificazione.
La ricostruzione meticolosa che gli autori fanno delle città in cui il romanzo è ambientato: la Firenze prefascista e la Viareggio degli anni ‘70 del ‘900 e dei giorni nostri è filologicamente perfetta e di grandissimo interesse.
Molto positivo, in questo periodo di revisionismo storico, è anche il messaggio che gli autori vogliono dare con quest’opera: chi non conosce il proprio passato è destinato a ripeterne gli errori.
Le ultime pagine del volume, abbellito da un’illustrazione del disegnatore di Diabolik e creatore della serie a fumetti L’Insonne Giuseppe Di Bernardo, ospitano poi una chiara e puntuale appendice curata come sempre in modo molto preciso, come in molti romanzi di Leonardo Gori che sono ambientati nel periodo fascista o post fascista, dall’insegnante e scrittore ligure Daniele Cambiaso che immerge il lettore nella realtà storica che fa da sfondo al libro.
Un’ultima curiosità da sottolineare è che in questo romanzo in un gioco di rimandi ormai proprio dello stile di Leonardo Gori fa una piccola comparsata il personaggio del carabiniere Bruno Arcieri, protagonista di numerosi lavori del giallista fiorentino.
Alla luce di quanto scritto quindi non si può che consigliare la lettura di quest’opera, che terrà il lettore avvinto fino all’ultima pagina, non solo agli amanti della buona letteratura noir ma anche agli appassionati di storia contemporanea e a chi in un romanzo cerca spunti di riflessione.

sabato 13 agosto 2011

Cornelio delitti d'autore

Chi mi conosce sa che la letteratura disegnata è una delle mie passioni più grandi.

Pertanto in questo post parlerò di "Cornelio delitti d'autore" una miniserie di albi a fumetti, uscita nel 2008, scritta da Mauro Smocovich e Giuseppe Di Bernardo che ha come protagonista Cornelio Bizzarro, uno scrittore dalle fattezze di Carlo Lucarelli, e che miscela diversi generi come thriller noir ed horror stemprandoli però con grande ironia e leggerezza.



Di: Carlo Lucarelli, Mauro Smocovich, Giuseppe Di Bernardo, Marco Fara, Daniele Statella
Editore: Satr Comics
Data di uscita: Maggio 2008
N° Pagine: 96
Prezzo: € 2.70


Il 3 maggio 2008 è uscito nelle edicole italiane il primo numero di una nuova collana fumetti, edita da Edizioni Star Comics, intitolata Cornelio delitti d’autore.
Realizzata da un team di autori d’eccezione tra cui Carlo Lucarelli, noto giallista italiano e conduttore della famosa trasmissione Blu Notte, Giuseppe Di Bernardo, creatore del personaggio de L’Insonne e disegnatore di Diabolik, e Mauro Smocovich, scrittore, saggista e curatore di Thriller Magazine e Dizionoir, a cui si affiancoano famosi disegnatori come Marco Fara, Daniele Statella, Francesco Bonanno e Sergio Gerasi, la serie, che spicca tra le altre cose per l’ambientazione interamente italiana, è una lettura piena di suspense e divertimento, che mischia sapientemente svariati generi come: noir, thriller e horror.
Protagonista delle vicende narrate nei sei volumi di cui si compne questa miniserie dal formato bonellide è Cornelio Bizzarro, famoso scrittore ed autore dalle sembianze di Carlo Lucarelli, che, all’apice del successo, perde la vena creativa.
Per ritrovarla andrà a cercare l’ispirazione in quei luoghi e situazioni dove il male si annida e diventa sempre più forte.
Controparte femminile di Cornelio è la diciottenne Vanessa, ispirata alla suicide girl Tying Tiffany, giovanissima modella con piercing e tatuaggi, esponente di quella controcultura delle “ragazze imperfette” nata nel mondo anglosassone, ma che sta velocemente penetrando anche nel nostro paese.
Fan sfegatata di Cornelio, Vanessa cercherà in ogni modo di aiutarlo a completare il suo nuovo libro, accompagnandolo e guidandolo là dove il seme del crimine si pianta e germoglia.
Le differenze abissali nella cultura e nel comportamento tra Cornelio e la sua giovane amica, verso la quale nutre una attrazione che neppure lui riesce ad accettare, sono il motore di tante situazioni divertenti che alleggeriscono le trame horror, noir e thriller della serie.
Tra i vari personaggi di contorno che fanno capolino nella vicenda narrata in questo numero, ci sono Gigione, ex poliziotto ora clochard e informatore di Cornelio, che ha una mania compulsiva per la lettura e l’ispettore Grazia Negro che ha il volto di Lorenza Indovina attrice che interpreta il medesimo personaggio nella versione cinematografica, diretta da Alex Infascelli, del romanzo di Lucarelli Almost Blue.
Tra i personaggi che aiuteranno Cornelio, oltre ai comprimari, fanno capolino anche alcuni fantasmi letterari come Sherlock Holmes, Philip Marlowe e Sandokan che accompagnano l’intellettuale nello sviluppo delle sue avventure fungendo nelle diverse circostanze spinose che si trova ad afforntare da “grillo parlante” del protagonista.
Per quanto riguarda questo rpimo numero possiamo affermare che Cornelio è ben caratterizzato sia graficamente che dal punto di vista della sceneggiatura.
Di grande effetto sono anche le trovate dei fantasmi letterari, del passato da brillante scrittore di Cornelio e della sindrome da pagina bianca che l’ha colto.
La sceneggiatura di Di Bernardo, Smocovich e Lucarelli, ispirata nelle atmosfere oltre che ai romanzi di quest’ultimo a testate a fumetti come Dylan Dog, da il meglio di sé nella parte centrale dell’albo, mentre delude un po’ nel finale.
Buona la prova dei disegnatori Fara e Statella che si inseriscono alla perfezione nella tradizione del fumetto popolare italiano e che si esaltano nelle vignette riguardanti i flashback, disegnate con godibilissima mezzatinta.
Alla luce di quanto detto quindi, possiamo affermare, senza paura di smentite, che Cornelio: Delitti d’autore è una miniserie intrigante che saprà far rabbrividire e sorridere e riscriverà in modo alternativo i più famosi mostri classici della letteratura horror.

giovedì 11 agosto 2011

Città di vetro

 L'opera di cui m'appresto a parlare in questo post è la riduzione a fumetti di Città di vetro, uno dei romanzi brevi che compongono il libro Trilogia di New York dello scrittore regista e sceneggiatore Paul Auster. 


Di: Paul Karasik e David Mazzucchelli
Editore: Coconino Press
Data di uscita: 2005
Collana: Coconino Cult
N° Pagine: 144
Prezzo: € 14,00

L’opera che traduce a fumetti Città di vetro di Paul Auster è stata pubblicata per la prima volta nel 1998 dalla Bompiani nella collana Gli squali, allora diretta da Daniele Brolli, e nel 2005 ristampata in grande formato dalla Coconino Press.
Il fumetto, che consta di 144 pagine, è disegnato da David Mazzucchelli, considerato uno dei grandi innovatori del fumetto americano, e scritto dallo stesso Mazzucchelli e da Paul Karasik.
Alla pubblicazione di questo romanzo a fumetti ha contribuito, oltre a Mazzucchelli e Karasik, anche Art Spiegelmann, autore newyorchese di culto, guru del fumetto underground e vincitore del premio Pulitzer per il volume Maus, che ne ha curato l’edizione americana.
Il racconto presenta innumerevoli temi il principale dei quali è costituito da una indagine che lo scrittore Daniel Quinn, che abita nella città di vetro, è costretto a svolgere nei panni del detective Paul Auster.
Il via all’indagine viene dato da una telefonata in cui un estraneo chiede il suo aiuto per risolvere un caso.
Daniel Quinn non sa come comportarsi: lui è un romanziere e non un investigatore privato.
Però, per spirito di avventura, decide di vestire i panni dell'eroe, lo stesso eroe a cui ha dato i natali solo sulla carta.
Accettando l’incarico Daniel Quinn si troverà a dover fare i conti con la città di vetro, una città che è come un labirinto che tutto assorbe fino a negare l’identità spaziale e temporale degli individui e delle cose che la abitano.
Il libro è stato disegnato da David Mazzucchelli con un tratto deciso e fotografico dal ritmo serrato, che proietta da subito il lettore all’interno della trama.
Per quanto riguarda la sceneggiatura, Karasik e Mazzucchelli hanno rispettato appieno lo spirito austeriano elevando Città di Vetro ad un grado di comprensibilità, forse, superiore a quello del romanzo.
Un gran merito al sucesso di questa iniziativa è a da attribuire anche ad Art Spiegelman che ha fatto sì che il corpo narrattivo e quello fumettistico bene si amalgamassero in un raro esempio di trasgressiva originalità.
Infatti Città di Vetro, grazie ai disegni fotografici combinati ad una sceneggiatura immediata quanto irriverente e psicofilosofica, è un fumetto che coinvolge il lettore in un mondo poliziesco paranoico dove, alla fine, ci si rende conto che le parole così come le spiegazioni, siano esse razionali o meno, non servono a spiegare né la vita né la morte e soprattutto il loro mistero.

lunedì 8 agosto 2011

Il mio cadavere

In questo post vorrei porre l'attenzione del lettore su un volume, primo titolo di una nuova collana pubblicata da Rusconi e diretta dall'amico e autore viareggino Divier Nelli, che contiene la riscrittura di un famoso e appassionante romanzo d'appendice scritto nella seconda metà del 1800.


Autore: Francesco Mastriani (rivisto da Divier Nelli)
Editore: Rusconi Editore
Collana: Gialli Rusconi
Anno d'uscita: 2010
Pagine: 256
Prezzo: 12,90 euro

Primo titolo dei “Gialli Rusconi”, nuova collana, che affianca opere inedite e contemporanee a testi del passato, dedicata dal gruppo editoriale emiliano Rusconi Libri alla narrativa di tensione italiana e straniera e diretta dal giovane scrittore viareggino Divier Nelli, “Il mio cadavere” è un romanzo d'appendice scritto nel 1852 dal giornalista, autore e drammaturgo napoletano Francesco Mastriani.
Pubblicato originariamente a puntate sulle pagine del quotidiano partenopeo “Roma” e in volume nel 1853 dall'editore Rossi di Genova, questo libro, considerato da molti studiosi il primo giallo della letteratura italiana, sullo sfondo della Napoli del 1826, narra le vicissitudini di quattro persone: Daniele, un giovane maestro di musica che nel corso della narrazione si scoprirà essere ben altro, Lucia, che si ritrova a far da madre ai propri fratelli dopo la dipartita dei propri genitori, Edmondo, un ricchissimo baronetto vittima del proprio tenore di vita decisamente dissoluto ed Emma, ereditiera di una nobile famiglia spagnola.
Questi personaggi, a cui fanno da contorno numerose altre figure minori fondamentali però per la felice risoluzione delle trame del testo in cui confluiscono elementi vari e diversi in un intreccio ricchissimo e appassionante, hanno in comune il legame con un cadavere e sono protagonisti di vicende amorose e nere che, pur se concepite più di cent'anni fa, non sfigurerebbero in un romanzo giallo odierno.
Un tratto che differenzia quest'opera, anticipatrice delle correnti letterarie del meridionalismo e del verismo che si ritrovano in libri dello stesso genere e periodo come “Il cappello del prete” del lombardo Emilio De Marchi, nei testi di Matilde Serao oltre che negli scritti di Giovanni Verga, dalla produzione letteraria noir moderna sta nel fatto che in questo volume non c'è il classico investigatore o funzionario di polizia che esegue indagini sulle morti di cui è disseminato il romanzo
La narrazione in terza persona è affidata ad una figura esterna che, oltre a rendere partecipe il lettore delle azioni, delle considerazioni e dei pensieri dei protagonisti, presenta i vari personaggi che si incontrano nel dipanarsi della vicenda.
Un ultima curiosità da mettere in evidenza è, come si dice in una nota all'inizio del romanzo, che il testo, scritto originariamente in un italiano ottocentesco, è stato rivisitato da Nelli che ne ha alleggerito e modernizzato la lingua non togliendo o aggiungendo nulla però alla trama originaria avvincente e ricca di colpi di scena.
Quest'operazione, che farà storcere il naso ai puristi, si inquadra nella volontà del giovane autore viareggino di restituire alla moltitudine degli appassionati il piacere della riscoperta dei classici della letteratura del passato e di permette ai lettori moderni di affrontare questo romanzo con più agio e di apprezzarlo.
Alla luce di quanto scritto non si può quindi che lodare Nelli per la coraggiosa operazione attuata e consigliare la lettura di questo testo, che per trama e colpi di scena non ha niente da invidiare alla produzione contemporanea, ad ogni appassionato di letteratura di genere e non.

giovedì 4 agosto 2011

Sarti Antonio fra gente perbene

In questo post vorrei parlare di un libro molto bello, primo volume di una trilogia che raccoglie tutta la produzione breve di uno tra i più grandi giallisti italiani viventi.
L'acquisto di quest'opera, che ho riletto da poco con immutata passione, è consigliato non solo a tutti gli appassionati del buon giallo ma anche a tutti gli amanti della buona letteratura.


Di: Loriano Macchiavelli
Editore: Mondadori
Collana: Oscar bestsellers
Data di uscita: 2005
N° Pagine: 269
Prezzo: € 8,40

È uscito nel giugno 2005, curato da Massimo Carloni e Roberto Pirani, il primo volume di una trilogia che ripropone, per i lettori che ancora non la conoscono, l’intera produzione breve di colui che è considerato da pubblico e critica il padre vivente del giallo italiano, Loriano Macchiavelli.
Questo volume raccoglie diciassette racconti e romanzi brevi dello scrittore emiliano pubblicati su periodici e quotidiani a partire dagli anni settanta.
Queste opere, che sono poco conosciute e introvabili, hanno come protagonista sia il sergente Sarti Antonio, personaggio chiave della produzione di Macchiavelli antieroe umanissimo dotato di straordinaria memoria ma incapace di risolvere i casi senza l’aiuto dell’amico Rosas, universitario ed extraparlamentare di sinistra, colto e logico quanto basta, che il vice ispettore Poli Ugo, archivista zoppo creato dall’autore con l’intento di sostituirlo a Sarti Antonio.
Nei racconti e nei romanzi brevi raccolti in questo volume sono presenti quelli che sono considerati i marchi di fabbrica dello scrittore di Vergato.
Come nei suoi innumerevoli romanzi infatti, anche in questo libro il giallo di Macchiavelli si rivela provocatorio e anomalo rispetto a ogni altro modello conosciuto.
I ritmi, gli effetti e le dinamiche si articolano e si dipanano secondo un’ottica teatrale quasi che la storia si reciti su un palcoscenico.
E il lettore tramite la presenza di un io narrante, che commenta e interloquisce con lui, è chiamato a partecipare direttamente all’azione.
L’autore poi, come ogni intellettuale che si rispetti, pur trattando di letteratura di genere usa uno stile alto, impegnato, che fa emergere spesso critiche politiche e sociali sia nei confronti dei personaggi protagonisti delle vicende narrate, che dei luoghi in cui questi si muovono.
Un altro tratto comune a tutta la narrativa di Macchiavelli da cui non esula neanche questo libro è l’ambientazione bolognese delle vicende.
La maggior parte dei racconti e dei romanzi brevi presenti nel libro sono infatti ambientati nel capoluogo emiliano e anche quelli che non lo sono si svolgono tuttavia sul territorio dell’Emilia Romagna con un’unica puntata in Sri Lanka.
Sarti Antonio fra gente perbene, volume che scorre via velocemente tanto è avvincente, è una lettura obbligata a non solo per tutti gli amanti di Macchiavelli ma anche della buona letteratura gialla.

sabato 30 luglio 2011

Il segreto della rocca

Chiunque pensi che i fumetti siano letti esclusivamente da persone immature perché incapaci di trattare tematiche di scottante attualità se non in maniera superficiale e inappropriata, si ricrederà leggendo il numero di Diabolik uscito nel gennaio del 2007.


Soggetto: Licia Ferraresi, Mario Gomboli
Sceneggiatura: Patricia Martinelli
Disegni: Sergio Zaniboni, Giorgio Montorio, Luigi Merati
Editore: Astorina
Prezzo: €1,90

Dalla fine degli anni ‘60 a oggi Diabolik si è trovato coinvolto in numerose storie che hanno toccato spesso argomenti reali come: prostituzione, droga, violenza carnale, eutanasia e molti altri.

Non si era però mai affrontato nei suoi albi, nonostante Luciana Giussani si fosse più volte impegnata a colmare questa lacuna, il tema dell’omosessualità.

A sei anni dalla morte della creatrice del ladro dei fumetti più famoso d’Italia, gli autori hanno finalmente ovviato a questa mancanza ne "Il segreto della rocca", numero inedito del personaggio uscito nel gennaio del 2007.
Protagonista della vicenda è lo scrittore omosessulae Saverio Hardy, già apparso nel numero dal titolo "L’uomo della rocca" dove aveva aiutato Diabolik ferito a fuggire dalla polizia, che in seguito alla morte del suo agente letterario viene accusato di omicidio.

Per scagionarlo da questa infamante calunnia il ladro di Clerville e la sua fedele compagna Eva Kant si muoveranno in un ambiente, quello gay, poco frequentato dagli eroi dei fumetti ma, come sottolineato nelle belle tavole che compongono questa storia, che non ha nulla di diverso da altri.
Il tema dell’omosessualità, affrontato dagli sceneggiatori con grande abilità, è ben integrato con la trama gialla, essendo il motivo scatenante dei guai di Saverio Hardy.

Diabolik poi, non agisce per buonismo, ma per lealtà verso un uomo che lo ha aiutato.

A lui non interessa il fatto che lo scrittore sia o meno innocente, è disposto a toglierlo dai guai in ogni caso.
L’intreccio è interessante e ben costruito e il personaggio del protagonista e il tema della storia sono trattati in maniera molto accurata e rendono la lettura coinvolgente.

I disegni di Sergio Zaniboni e Giorgio Montorio sono inoltre, come di consueto, molto ben realizzati.

I due autori sono riusciti in modo eccellente a mantenere la somiglianza tra il personaggio principale del passato e quello attuale adeguatamente invecchiato.
Unico appunto che si può fare alla storia è il fatto che fin dai dialoghi si voglia ribadire che gli omosessuali non sono degli anormali.
Ciò risulta eccessivamente didascalico visto che già il mostrare Hardy come una persona qualunque basta per trasmettere lo stesso messaggio.

Alla luce di quanto detto e nonostante queste piccole pecche possiamo affermare, senza paura di smentite, che albi come questo sono la migliore dimostrazione che un personaggio dei fumetti iconico e storico come Diabolik può essere continuamente e intelligentemente aggiornato senza per questo snaturarne lo spirito.

Morto due volte, avventura a fumetti per il commissario Bordelli

 “Morto due volte”, adattamento a fumetti di un racconto dello scrittore di libri gialli fiornetino Marco Vichi, scava nel marcio del recente passato di un’Italia da poco uscita dal fascismo e dalla Seconda guerra mondiale.


Sceneggiatura: Marco Schiavone, Tito Faraci
Soggetto: Marco Vichi
Disegni e copertina: Werther Dell'Edera
Editore: Casa editrice Guanda
Collana: Guanda Graphic
Data di uscita: Settembre 2010
N° Pagine: 112
Prezzo: € 17,00


Tratto dall’omonimo racconto di Marco Vichi apparso nell’antologia “Città in nero”, curata dallo stesso autore e pubblicata nel 2006, “Morto due volte” è un volume della collana Guanda Graphic, nuovo marchio della casa editrice parmense dedicato ai fumetti, che ha per protagonista il commissario Bordelli.

Nel corso degli avvenimenti presentati in questo libro, questo anomalo poliziotto, che sta sempre dalla parte dei più deboli ed è amico di ladruncoli e prostitute, indagando a titolo personale su due lapidi, che portano scolpite lo stesso nome ma diverse date di morte, porterà alla luce una vicenda dai contorni drammatici, un intrigo fatto di bugie e di violenze.
Adattata da Marco Schiavone e supervisionata da Tito Faraci la storia, ambientata nella Firenze degli anni ’60, scava nel marcio del recente passato di un’Italia da poco uscita dal fascismo e dalla Seconda guerra mondiale e mostra, quasi a voler confermare una situazione molto comune allora come ai giorni nostri, come anche le personalità pubbliche che sembrano le più rette ed oneste, abbiano numerosi scheletri nascosti negli armadi.
I disegni del barese Werther Dell’Edera, fatti di pochi tratti graffianti e minimalisti, le figure umane un po’ abbozzate, quasi fossero sfocate nella memoria, e l’inchiostrazione davvero sapiente, anche se in qualche punto imprecisa, rievocano un periodo, lontano ormai cinquant’anni, e fanno da sfondo a una vicenda ricca di suggestioni, atmosfere tese e colpi di scena.

L’utilizzo dei retini nei ricordi dei protagonisti poi, accresce la sensazione di tristezza e malinconia che pervade tutto lo svolgersi di una storia che, all’inizio parte in sordina per poi aumentare notevolmente il ritmo.
La tensione che si costruisce, vignetta dopo vignetta, è così alta che difficilmente si potrà lasciare il volume prima della fine, travolti da testi e immagini di una storia insospettabile, ma probabilissima, che termina lasciando il lettore spiazzato ma soddisfatto e desideroso di leggere altre vicende del genere quanto prima.
L’unico neo che si può trovare per questo volume, cartonato e peraltro stampato molto bene, è il prezzo, forse un po’ troppo alto per un libro di 112 pagine.
Al di là di queste piccole inezie si può però affermare che “Morto due volte” sia una graphic novel molto bella che potrà essere apprezzata sia dagli amanti del buon fumetto che dai lettori di romanzi gialli.

venerdì 29 luglio 2011

Alibi Fulmine: Noir promo CD

Con questo post relativo ad un CD molto interessante e divertente da ascoltare, opera del gruppo genovese degli Alibi Fulmine, voglio inaugurare Cose molto brutte, uno spazio dove si parlerà di giallo e noir, una delle mie più grandi passioni, in tutte le sue forme e manifestazioni.

Alibi Fulmine
“Noir” promo CD
Autoproduzione
3 brani – Durata 12’ 27’’

“Noir”, lavoro autoprodotto dal gruppo neo swing genovese degli Alibi Fulmine, ensemble che dai primi anni '80 si muove sulla scena musicale del bel paese proponendo una vivace miscela sonora fatta di pezzi d'autore inediti a tinte nere, cantati rigorosamente in italiano, ispirati agli ambienti e ai personaggi propri dei romanzi dei maestri del poliziesco nazionale e internazionale, dei film hard boiled americani dei torbidi anni '40 e '50 e del filone cinematografico del poliziottesco, in voga in Italia fra gli anni '70 e i primi anni '80 del '900, è un CD promozionale, dai molteplici influssi e dalle numerose contaminazioni musicali, che contiene tre tracce.
Protagonisti dei testi dei brani, che verrano inclusi anche nel nuovo album della band attualmente in fase di registrazione, sono infatti personaggi persi, dediti al whisky e al gioco d'azzardo che si muovono prevalentemente di notte.
A queste caratteristiche, che sembrano voler mettere in luce un marcato “malessere di vita” ed un sofferto individualismo, requisiti che ai giorni nostri affliggono la quasi totalità dell'umanità, si contrappone però una scanzonata ma sempre lucida autoironia che rende il disco divertente e piacevole da ascoltare.
Per quanto riguarda poi le influenze musicali, questo CD, nonostante ad un primo ascolto possa sembrare di semplice fruizione, ha un ricco background di riferimento, che spazia da citazioni di grandi cantanti italiani della prima metà del secolo scorso come Renato Carosone e Fred Buscaglione, ad un lavoro di ricerca per gli arrangiamenti fatto su tutto ciò che concerne la musica da film del passato.
Si passa infatti dai maestosi standard suonati dalle grandi big-bands americane ai grandi temi dei compositori italiani di colonne sonore come, solo per citarne alcuni, Piero Piccioni, Gianni Ferrio e  Piero Umiliani, a cui i componenti del gruppo hanno attinto per creare un funzionale impianto sonoro di brani che hanno in comune una forte matrice swing e bossanova con incursioni molto evidenti e marcate in generi vari e diversi come jazz, new wave, rock’n roll e spy music.
Fa da corona al tutto, rendendo quest'opera un fresco e divertente amalgama di suoni e parole, la voce nitida e ben scandita di Sabrina Verdi che affianca componenti capaci e ben rodati che integrano l'utilizzo di strumenti musicali tradizionali come chitarra elettrica, basso e batteria con alcuni più particolari e ricercati quali: chitarra hawaiana, ukulele, theremin e percussioni di ogni genere.
Alla luce di quanto scritto non si può quindi far a meno di consigliare  l'ascolto del repertorio di questo gruppo, fresco e particolare, a chiunque cerchi qualcosa di diverso dalla musica piatta e tutta uguale che propongono i canali mainstream.
 
TRACKLIST
1.     Credi ai sogni (3' 48”)
2.     Tutto va ok (4' 44”)
3.     Noir (3' 55”)