domenica 25 dicembre 2011

Sherlock Holmes – Gioco di ombre



È uscito nelle sale cinematografiche italiane il 16 dicembre, esattamente due anni dopo il primo lungometraggio dedicato al noto personaggio, “Gioco di ombre”, sequel del film “Sherlock Holmes” del 2009.
Quest'opera, diretta come la precedente dall'ex marito di Madonna Guy Ritchie, pur ispirandosi in alcuni punti al racconto di Sir Arthur Conan Doyle “L'ultima avventura” si discosta quasi del tutto da quello che di Holmes ci viene detto nel canone dello scrittore di Edimburgo riguardante il grande investigatore e mostra allo spettatore un protagonista, interpretato da un fascinoso e cupo Robert Downey Jr. seduttore ed esperto di boxe e di arti marziali, più incline all'azione che alla riflessione.
Questi tratti, uniti ad una fotografia opera del direttore francese Philippe Rousselot, ad effetti digitali realizzati dall'azienda BlueBolt, a movimenti di macchina e acrobazie prospettiche che rendono le ambientazioni in cui si muove grigie e fumose, fanno in modo che l'interprete principale sia più simile ad un personaggio da fantascienza “steampunk”, filone i cui stilemi pervadono la pellicola, piuttosto che a un compassato investigatore dell'età vittoriana.
Anche in questa avventura poi, come nella precedente, ad accompagnare Sherlock Holmes nelle sue peripezie a giro per l'Europa troviamo, anche se controvoglia, Jude Law che veste i panni di un anarchico e sfrontato Dr. Watson.
Insieme dovranno sventare le diaboliche trame ordite dal professor James Moriarty, uomo dall'intelligenza sopraffina e privo di qualsiasi coscienza morale interpretato con grande distacco da Jared Harris, il cui piano criminale, volto a diffondere terrore in tutto il mondo, potrebbe cambiare il corso della storia.
Oltre all'antagonista e alla coppia di tutori della legge, numerosi personaggi affollano quest'opera, sceneggiata strizzando l'occhio sia ai grandi film d'azione che marginalmente al canone doyliano dai coniugi Mulroney, sia dalla parte dei buoni che dei cattivi rendendola più frizzante e coinvolgente.
Tra i più caratteristici non si possono non menzionare il fratello maggiore di Sherlock, Mycroft Holmes, interpretato da uno Stephen Fry straripante e sopra le righe e Sim, cui presta il volto Noomi Rapace, una zingara dalla travolgente personalità che accompagnerà Holmes e Watson per tutta la durata dell'avventura.
Compaiono inoltre in brevi camei Kelly Reilly nel ruolo di Mary Morstan, Eddie Marsan in quello dell'ispettore Lestrade e Paul Andreson che dà il volto ad uno spietato colonnello Moran.
Ad accrescere la cupezza e il ritmo serrato di questo film contribuiscono inoltre il montaggio di James Herbert e le musiche di Hans Zimmer.
Se proprio però vogliamo cercare qualche difetto, che non scalfisce comunque il fascino di un'opera che costituisce un ottimo antidoto contro la pesantezza e letargia del periodo natalizio, si può affermare che l'aver spostato l'ambientazione del lungometraggio dalla città di Londra a quella di Parigi ed in seguito alla Germania e alla Svizzera abbia fatto perdere un po' di fascino ad una pellicola in cui anche la capitale britannica con i suoi abitanti, i suoi luoghi e le sue atmosfere, assumeva il ruolo di personaggio.
Alla luce di quanto scritto possiamo quindi affermare che la visione di questo film interessante e coinvolgente sia estremamente indicata per chi ama i film d'azione, meno per chi ricerca una figura Holmesiana coerente con gli scritti di Sir Arthur Conan Doyle.