domenica 18 agosto 2013

Atipico vampiro

Autore: Giacomo Lucarini
Copertina: Lucio Parrillo
Editore: Giovane Holden Edizioni
Collana: Camelot
N° pagine: 88
Data d'uscita: Maggio 20113
Prezzo: € 12,00

È uscito nel mese di maggio 2013, stampato dalla casa editrice viareggina Giovane Holden Edizioni, il romanzo “Atipico Vampiro”, opera prima del giornalista e scrittore camaiorese Giacomo Lucarini.
Vincitore del concorso letterario “Streghe, Vampiri & Co” promosso da Giovane Holden Edizioni e Associazione Culturale I soliti ignoti che ha permesso che il manoscritto venisse notato, questo libro, nato come racconto breve, è stato pubblicato nella collana “Camelot”, che raccoglie volumi appartenenti prevalentemente ai generi fantasy e fantascienza.
Narra le vicende di Daniele, un ragazzo di vent'anni come tanti, un giovane solare ed estroverso, con un lavoro di giornalista pubblicista che lo gratifica, pochi buoni amici e tanti conoscenti e una famiglia amorevole con cui fa i conti a ritmo alterno.
La sua vita cambia però in modo radicale quando scopre di essere diventato, senza un motivo apparente, un vampiro.
Il vampirismo, in questo frangente, viene trattato da Lucarini in modo atipico, da qui il titolo del volume, e fuori dagli schemi.
Il personaggio principale del romanzo, a differenza del bello e tenebroso Edward Cullen della celebre saga “Twilight” o di eroi di altri libri o film come “Dracula” o “Intervista col vampiro”, non ha infatti canini aguzzi, super poteri o fascino da vendere.
L'autore toscano mette in risalto, in modo ironico e spontaneo ma senza mai scadere nel banale o nel già letto, solo gli aspetti negativi che capitano al protagonista: la luce del sole comincia a bruciargli la pelle, gli occhi gli si arrossano facilmente, ha un'insaziabile sete di sangue e si sente sempre stanco e malaticcio.
A complicare ulteriormente le cose, in un escalation di eventi che porterà ad un tragico epilogo finale, sarà l'incontro di Daniele con la giovane e misteriosa Iside, personaggio di cui non si scoprirà la vera identità se non nella parte finale della vicenda narrata.
Composto da capitoletti lunghi al massimo un paio di pagine che rendono l'andamento della trama serrato e avvincente in cui alla fine di ognuno si trova sempre un colpo di scena e ambientato in quella che sembra una tipica cittadina della Toscana, “Atipico vampiro”, la cui copertina è realizzata con una bellissima mezzatinta dall'illustratore e autore di fumetti Lucio Parrillo, è un misto tra numerosi generi come: romanzo urban fantasy e racconto di formazione, pulp e letteratura rosa.
È inoltre infarcito di puntualissime citazioni cinematografiche, musicali e fumettistiche che potranno essere colte da ogni appassionato oltre che di cenni sulla politica e sull'attualità italiana che dovrebbero far riflettere i lettori.
Se proprio si vogliono trovare difetti a quest'opera, molto ben curata anche dal punto di vista editoriale, possiamo identificarli nella lunghezza e nel prezzo.
Il romanzo, piacevole, ironico, pungente e brillante, è composto infatti da poco più di ottanta pagine, per cui il costo di dodici euro sembra eccessivo, in cui molti spunti interessanti sono lasciati in sospeso.
Alla luce di quanto scritto non posso non augurarmi che l'autore li riprenda e li sviluppi in altre opere dedicate al personaggio di Daniele e consigliare la lettura di questo libro ad ogni amante della buona letteratura di genere.

sabato 3 agosto 2013

DK, Io so chi non sono

Soggetto: Mario Gomboli
Sceneggiatura: Tito Faraci
Copertina, disegni e colori: Giuseppe Palumbo
Editore: Astorina S.r.l.
Collana: Il grande Diabolik
N° pagine: 184
Data d'uscita: Aprile 20113
Prezzo: € 4,90

Com'è noto a tutti gli appassionati di fumetti italiani, le sorelle milanesi Angela e Luciana Giussani, creatrici di Diabolik, per descrivere ambientazioni e dare connotazioni fisiche e psicologiche ai personaggi della nota serie a fumetti si sono ispirate ai feuilleton francesi dell'inizio del secolo scorso.
Ma cosa sarebbe successo invece se, nel creare il famoso serial, le autrici avessero guardato al fumetto americano o avessero trovato il modo di conciliare le due fonti?
Cerca di rispondere a questa domanda lo speciale “Dk, Io so chi non sono”, stampato dalla nota casa editrice Astorina S.r.l.
Scritta da Mario Gomboli, sceneggiata da Tito Faraci, disegnata e colorata da Giuseppe Palumbo, la storia contenuta nel volumetto di 184 pagine uscito nel mese di aprile nelle edicole e nelle fumetterie italiane è ambientata infatti in una realtà alternativa dove si muovono eroi che, pur ricordando per aspetto e caratteristiche quelli delle sorelle Giussani, sono qualcosa di nuovo e di diverso.
Protagonista della vicenda narrata, dove chi la popola non è mai chiamato per nome, è un re del terrore con una cicatrice sull'occhio destro, solitario, dalle mille risorse, preparatissimo, intelligente, che bazzica zone fumose e notturne, non esita a controllare gli ambienti che lo circondano, andando a scomodare persino i topi, per salvare la pelle, e ama mascherarsi per raggiungere tesori dal valore inestimabile.
Ha come modus operandi, che lo distingue dalla sua controparte che agisce nella città stato di Clerville, quello di non lasciare testimoni in giro durante le sue missioni.
Uccide infatti le persone che lo hanno visto in faccia a sangue freddo e senza utilizzare armi da fuoco.
A lui si contrappongono un giudice, dalle fattezze di Eva Kant, a capo di un fantomatico gruppo terroristico che ha deciso di sfruttare il ladro per i suoi scopi o in alternativa di ucciderlo e un ispettore in grado, dopo aver studiato ossessivamente le sue imprese, di metterlo in grossa difficoltà.
Come nella migliore tradizione però DK, che è altro rispetto a Diabolik, riesce sempre a farla franca sfuggendo ai suoi avversari con l'aiuto di un po' di fortuna, trucchi e sofisticati mezzi tecnologici da lui progettati.
Per quanto riguarda disegni e sceneggiatura di questo racconto, diviso in otto capitoli ciascuno composto da venti pagine, non a caso la stessa foliazione degli albi americani cui l'opera fa esplicito riferimento, non si possono non elogiare Mario Gomboli e Tito Faraci, che hanno dato vita ad una storia appassionante e coinvolgente che ci mostra un Diabolik lontano dall'idea delle sorelle Giussani e molto vicino ai personaggi del fumetto statunitense e Giuseppe Palumbo, che pur avendo costruito tavole in perfetto stile d'oltreoceano non ha rinunciato ad alcuni richiami a stilemi classici della serie.
Nonostante la presenza di alcuni nei come l'abbondanza di dialoghi che rende la fruizione della narrazione pesante in alcune parti del volume e una colorazione piatta e innaturale, aspetti che mi auguro verranno migliorati se questo speciale non rimarrà un caso isolato nel panorama editoriale fumettistico italiano, bisogna comunque applaudire l'Astorina per la sua voglia di sperimentare nuove strade che si sta dimostrando estremamente positiva ed efficace nell'attirare nuovi lettori.