mercoledì 27 ottobre 2021

Chi ha incastrato Roger Rabbit?

Regia: Robert Zemeckis
Soggetto: Gary K. Wolf (romanzo)
Sceneggiatura: Jeffrey Price, Peter S. Seaman
Fotografia: Dean Cundey
Scenografia: Elliot Scott, Roger Cain
Musica: Alan Silvestri
Montaggio: Arthur Schmidt
Animatori: Richard Williams, Andreas Deja, Russell Hall, Phil Nibbelink, Simon Wells
Anno d’uscita: 1988
Durata: 104'
Casa di produzione: Touchstone Pictures, Amblin Entertainment, Silver Screen Partners
Cast: Bob Hoskins, Christopher Lloyd, Stubby Kaye, Joanna Cassidy, Alan Tilvern, Richard LeParmentier, Morgan Deare

"Chi ha incastrato Roger Rabbit?" è uno splendido lungometraggio del 1988 che annovera una commistione tra due generi all’apparenza inconciliabili quali l’animazione e il giallo stile anni ‘40.
Diretto da Robert Zemeckis, coprodotto dalla Touchstone, di proprietà della Walt Disney e dalla Amblin di Steven Spielberg e record d’incassi della stagione è uno dei film che, all’epoca della sua uscita, ha rivoluzionato la tecnica cinematografica grazie alla perfetta sincronizzazione tra persone in carne ed ossa e cartoni animati e che ha ridato lustro a un genere, l’animazione, che allora sembrava dimenticato.
C’è da ricordare anche che questa pellicola ha vinto quattro meritatissimi Oscar: miglior montaggio, migliori effetti speciali, migliori effetti visivi e migliori effetti sonori.
L'opera, che si svolge nella Hollywood del 1948 dove esseri umani e cartoni animati convivono, ha per protagonista il coniglio Roger Rabbit, che sembra essere, per gelosia verso la moglie Jessica Rabbit, il responsabile dell’omicidio del padrone di Cartoonia Marvin Acme.
Roger, per scagionarsi, chiede aiuto al detective privato alcolizzato Eddie Valiant, interpretato magistralmente da Bob Hoskins, che scoprirà che il vero autore del delitto non è il coniglio bensì il giudice Doom, Christopher Lloyd, che vuole far sparire Cartoonia dalla faccia di Hollywood.
Il film, oltre che per l’elevato tasso tecnico, stupisce per il ritmo da cartoon imposto alla vicenda da regista e attori.
La pellicola, piena di trovate e di vitalità, è cosparsa di battute salaci e di una punta di irriverenza, di sensualità e seduzione.
"Chi ha Incastrato Roger Rabbit?" è anche una finestra aperta che fa un po’ di satira sul mondo del cinema e sui retroscena delle produzioni hollywoodiane.
È adattissimo ai bambini perché valorizza il mondo dei cartoon e lo rende allo stesso tempo meno distante, più vero e reale ponendo quasi un suggello alla sua esistenza, grazie ai numerosi collegamenti tra questo mondo e quello reale dei grandi Studios di Los Angeles.
Però proprio a causa del mix tra temi reali e fantastici è accessibile non solo ai più piccoli, ma davvero a tutti.
Memorabile è l’inizio del film, con Roger Rabbit e Baby Herman, personaggio modellato sul Baby Butch inventato da Frank Tashlin per il cartoon Brother Brat del 1944, nello stile dei cortometraggi Warner degli anni Cinquanta, assolutamente perfetto per ritmo, gag e genialità di raccordo con il mondo reale.
Così come indimenticabili sono anche le esuberanti curve di Jessica Rabbit che, cantando con la voce roca e sexy di Kathleen Turner, è diventata una delle icone dell’ultimo decennio del ‘900.
Da menzionare sono infine le partecipazioni straordinarie di moltissime celebrità dei cartoon, le più note delle quali sono: Betty Boop, Paperino, Duffy Duck, Topolino e Bugs Bunny.
Film assolutamente imperdibile, "Chi ha incastrato Roger Rabbit?" è un capolavoro del genere che, dalla sua prima proiezione, non ha perso nulla del suo fascino.

venerdì 22 ottobre 2021

La lunga notte

Autore: Leonardo Gori
Editore: TEA
Collana: Narrativa Tea 
Data di uscita: Ottobre 2021
N° Pagine: 272
Prezzo: € 15,00

Pubblicato in una bella edizione cartonata da TEA nella collana Narrativa Tea, “La lunga notte” è il tredicesimo capitolo del ciclo di storie di Leonardo Gori che hanno come personaggio principale il capitano dei carabinieri Bruno Arcieri.
Ambientato a Roma nell'arco di tempo che va dal 6 al 9 settembre 1943, il libro narra le vicende di Arcieri che, nonostante sia compromesso con il precedente comandante, viene reclutato per una missione dai nuovi vertici del SIM, il servizio segreto militare.
Dall'esito di questo incarico dipenderà non solo il destino della capitale ma quello dell'intera Italia.
In un periodo cruciale per la storia recente della nazione, in cui Badoglio con il governo provvisorio e il re Vittorio Emanuele III con tutta la corte scappano e vanno al sud, dovrà infatti prendere contatto e prelevare due alti ufficiali americani giunti in incognito in città.
Ma la sua attenzione è turbata da un fatto personale, risolto brillantemente dal tuttofare Daniele, un omicidio coinvolge la sua eterna fidanzata, l'ebrea Elena Contini.
Questa a grandi linee la trama di un'opera, dall'andamento filmico e dal finale tutt'altro che scontato, che segna un punto di svolta nella produzione dello scrittore fiorentino.
Nonostante si trovino stilemi di diversi generi come giallo, spy story e letteratura rosa, si assiste ad un passaggio al romanzo in senso lato.
Il protagonista infatti, assume posizioni precise nei confronti della politica e dell'establishment del suo tempo e prende decisioni che lo porteranno a condurre una vita piena di rischi e di incertezze.
La ricostruzione storica, come di consueto quando si parla di Gori, è precisa e puntuale e  non rimane sullo sfondo come una cornice insolita.
Ad episodi e persone reali, di cui si fanno nomi, vengono infatti contrapposti intrecci e personaggi inventati ma allo stesso tempo verosimili.
Oltre a questi notevoli pregi, il testo è arricchito da note storiche che servono a contestualizzare avvenimenti di fantasia ricchi di tensione e di colpi di scena.
Oltre alla meravigliosa copertina di Francesco Chiacchio va segnalato infine, un breve racconto in appendice che riporta il lettore al Bruno Arcieri degli anni '70 che, memore del ricordo narrato in questo volume, si troverà, in un gioco di rimandi tra i due autori che ormai è diventato consuetudine, a far fronte a una brutta faccenda con l'amico Commissario Bordelli, poliziotto creato dalla penna di Marco Vichi.

martedì 14 settembre 2021

Buchi nella sabbia

 

Autore: Marco Malvaldi
Editore: Sellerio Editore
Data di uscita: Dicembre 2015
N° Pagine: 243
Prezzo: € 14

Giallo storico dello scrittore toscano Marco Malvaldi, “Buchi nella sabbia” è stato pubblicato dalla casa editrice palermitana Sellerio.
Ambientato nella città di Pisa nel 1901, dove il re Vittorio Emanuele III viene invitato ad assistere a Tosca, opera lirica del compositore Giacomo Puccini, questo romanzo ha per protagonista un grande esponente della letteratura italiana del primo novecento, il giornalista, poeta e amante della bottiglia Ernesto Ragazzoni.
Alla fine del melodramma, intriso di forti contenuti politici, è previsto che il personaggio del pittore Cavaradossi, interpretato in questa occasione speciale dalla star del bel canto, il tenore della compagnia «Arcadia Nomade» con molte amicizie anarchiche Renato Balestrieri, venga ucciso.
E così, in un momento di forti tensioni, pochi mesi prima della recita infatti, Gaetano Bresci ha assassinato il padre di Vittorio Emanuele, Umberto I, durante la prima al Teatro Nuovo, al culmine della messa in scena, i fucili sparano.
Ma qualcuno li ha caricati con vere munizioni anziché a salve, e Balestrieri muore davvero.
Omicidio politico o semplice assassinio?
Il Ragazzoni, eccentrico intellettuale, anarchicheggiante, antimilitarista, attento ascoltatore e di intelligenza sopraffina, inviato nella città della torre pendente come critico musicale del quotidiano La Stampa, aiuterà, in un «dramma giocoso in tre atti», Gianfilippo Pellerey, tenente dei regi carabinieri rigido e pasticcione, a venire a capo di questo complicatissimo caso.
Inutile dire che la contrapposizione tra i due sarà esilarante.
Accanto ai protagonisti, si muovono numerosi personaggi secondari, tutti molto ben connotati e descritti con una prosa ironica e divertente, tra cui spiccano quattro cavatori anarchici e uomini e donne che ruotano intorno alla rappresentazione di Tosca.
Molto appropriato è lo stile di Malvaldi, svagato e dissacrante, che si prende gioco del tronfio autoritarismo e rende omaggio a un grande uomo di lettere e alla musica dei primi anni del ventesimo secolo.
Se proprio vogliamo trovare il pelo nell'uovo, che comunque non sminuisce la bellezza di un'opera che si legge di un fiato, si può affermare che la trama gialla, quasi un pretesto per fare emergere i vari contesti descritti, è superflua e si risolve con pochi interrogatori e indagini banali.
La ricostruzione storica infine, è molto precisa e i riferimenti al mondo della lirica, materia che l'autore sembra padroneggiare a pieno, rendono il libro una piacevole lettura non solo per gli amanti della letteratura poliziesca ma anche per chi cerca testi che affrontino varie discipline in modo puntuale ma allo stesso tempo divertente.

domenica 25 aprile 2021

Il tatuatore

Autore: Alison Belsham
Editore: Newton Compton Editori
Collana: Gli Insuperabili Gold
Data di uscita: Gennaio 2019
N° Pagine: 384
Prezzo: € 4,90

Romanzo d'esordio della sceneggiatrice britannica Alison Belsham, “Il tatuatore” è stato pubblicato dalla casa editrice romana Newton Compton nella collana Gli Insuperabili Gold nel corso del 2019.
Ambientato nella città di Brighton, il libro narra di alcuni omicidi legati al mondo dei tatuaggi.
Ad investigare su quello che si scoprirà essere un serial killer, interessato a conservare brandelli di pelle di cadaveri, presumibilmente tatuati, è l'ispettore fresco di nomina, Francis Sullivan.
Il modus operandi e la firma dell'assassino sono agghiaccianti: mentre la vittima è ancora in vita rimuove porzioni di cute scuoiandola.
Ad aiutarlo nelle indagini è Marni Mullins, una tatuatrice del luogo che, dopo aver rinvenuto un corpo orribilmente scorticato in un cassonetto, viene ingaggiata come consulente, contro il volere del capo della polizia locale , per la sua profonda conoscenza dell'argomento.
Nel corso della narrazione però, verranno a galla le tante ragioni che ha per non fidarsi delle forze dell'ordine, motivazioni che causeranno non pochi problemi a lei e alle persone che le stanno intorno.
Il caso, seppure sul filo del rasoio, sarà risolto brillantemente e i colpevoli verranno assicurati alla giustizia.
Accanto ai due protagonisti, caratterizzati minuziosamente sia dal punto di vista fisico che per quanto riguarda pregi e difetti, che si troveranno ad indagare spinti da motivazioni diverse, al sergente Rory Mackay, collega di Francis che vorrebbe soffiargli il posto, e al serial killer, che parla in prima persona attraverso corsivi, si muovono molti personaggi solo accennati.
Questo espediente, all'apparenza da narratori alle prime armi, serve invece a focalizzare l'attenzione esclusivamente sull'omicida e sui crimini commessi.
La trama, intrigante e angosciante, è concitata e ben strutturata e la descrizione delle indagini e dei reati, durante cui i dilemmi interiori degli eroi principali si alternano alla crudezza delle azioni del killer, è credibile e basata su ricerche attente e puntuali.
Grazie ai numerosi personaggi coinvolti e a una vicenda dai contorni scuri e spaventosi, l'autrice fa vivere al lettore molteplici emozioni e sentimenti come: paura, ansia, panico, terrore, attesa e gelosia.
Tutto ciò unito a un finale inatteso e a una scrittura divisa in brevi capitoli, che spezzano il racconto rendendolo più avvincente e ricco di tensione, fanno di quest'opera prima un thriller puro, da non lasciarsi scappare.


martedì 30 marzo 2021

La finale

 

Autore: Leonardo Gori
Editore: TEA
Collana: Narrativa Tea 
Data di uscita: Marzo 2021
N° Pagine: 352
Prezzo: € 15,00

Uscito per Hobby & Work nell'ottobre 2003 e ristampato nel 2021 da TEA, “La finale” è il terzo romanzo dello scrittore fiorentino Leonardo Gori che ha per protagonista l'ufficiale dei Regi Carabinieri Bruno Arcieri.
A differenza dei due libri precedenti, in cui il teatro delle investigazioni era la città di Firenze, quest'opera è ambientata in Francia, tra Parigi e Marsiglia, dove il protagonista, sullo sfondo del campionato del mondo di calcio del '38, vinto dagli azzurri di Vittorio Pozzo, è impegnato in una difficile indagine “non autorizzata” fra gli antifascisti italiani esuli in quel paese.
Da ciò si evince che “La finale”, nonostante un titolo un po' furbino, non è un libro a tema sportivo.
Racchiude infatti una summa di vari generi più consoni all’autore toscano come: il mystery, la spy-story, il giallo storico e il romanzo di costume, miscelati magnificamente con un risultato estremamente avvincente e affascinante.
Parla di una vicenda che ancor oggi suscita polemiche roventi in Italia e il gioco serve soltanto a scandire l'arco temporale in cui si svolge l'azione.
Questa, in breve la trama: il giorno prima dell’incontro fra Francia e Italia Bruno Arcieri arriva alla Gare de Lyon per un incarico a prima vista di normale routine, riportare in Italia un antifascista “pentito”, Paolo Marinelli.
L’uccisione di questi però, innesca una intricata e avvincente storia, con tutti gli ingredienti propri della migliore letteratura poliziesca.
Il capitano, incontra un giornalista sportivo, Alberto Ghini, in procinto di avviarsi allo stadio Colombes per commentare la partita tanto attesa, che il detective segue invece via radio in un bistrot dei grandi boulevards parigini.
La prestazione della nostra squadra è davvero convincente.
Si vince nettamente per 3 a 1.
Lo sviluppo delle indagini poi, porta il carabiniere, sempre più invischiato in un gioco pericoloso di spionaggio internazionale, a Marsiglia in coincidenza con la semifinale contro il Brasile al Municipal.
Per rilassarsi va ad ascoltare sublimi interventi di musicisti jazz come Stephane Grappelli e Django Reinhardt e compra dischi introvabili nell’Italia autarchica di Mussolini.
In seguito ritorna sotto la Tour Eiffel, dove le vicende si dipanano fra inaspettati colpi di scena.
L’epilogo avviene all’interno di un Colombes stracolmo di folla, nelle gallerie sotto le tribune dello stadio fra il gol del 2 a 1 e il 3 a 1.
Ci saranno anche colpi di pistola, che però svaniranno nel clamore del delirio azzurro.
L’Italia si riconfermerà così con merito Campione del Mondo in seguito ad una delle finali più belle della storia dei Mondiali di calcio.
Concludendo, Leonardo Gori ci ha regalato ancora una volta un bel romanzo di tensione, che si caratterizza per una meravigliosa copertina di Francesco Chiacchio, per trascorrere qualche piacevole ora di lettura e anche per aiutarci a capire e, se vogliamo, ad approfondire la nostra conoscenza, anche grazie a un breve glossario ad opera di Daniele Cambiaso, di uno dei periodi più bui della nostra storia recente.

domenica 21 marzo 2021

L'ombrello dell'imperatore

 

Autore: Tommaso Scotti
Editore: Longanesi
Anno di uscita: 2021
Pagine: 320
Prezzo: € 16,80

Romanzo d'esordio dello scrittore Tommaso Scotti, giovane italiano che vive e lavora in Giappone, “L'ombrello dell'imperatore” è un libro edito da Longanesi.
Protagonista della storia, che si apre con l'assassinio di un ragazzo, Yuki Funagawa, ucciso con un ombrello di plastica, è l'ispettore della squadra omicidi di Tokyo Takeshi Nishida.
Soggetto particolare il detective, all'anagrafe Takeshi James Nishida, che assomiglia a Tommy Lee Jones ed è soprannominato il Boss per il consumo smodato dell'omonima marca di caffè in lattina, è un hāfu: un mezzo sangue di padre nipponico e madre statunitense, categoria non molto ben vista da una società tradizionalista come quella giapponese.
La sua metà americana ha fatto si che sviluppasse un carattere impulsivo e poco accomodante.
Grazie a questa caratteristica, che rende però l'investigatore particolarmente attraente, fascinoso e capace di osservare le cose sempre da punti di vista diversi, non ha fatto la carriera che avrebbe meritato.
Il poliziotto, un uomo solitario e dalla vita tartassata che, a causa della padronanza di due lingue, non ama le storpiature lessicali, ha solo due amici a cui è molto legato: il collega Joe e il misterioso Edgar.
Questi personaggi, che verranno presentati nel corso della vicenda, fanno apparire Nishida meno granitico e più umano.
Di pari passo all'indagine, che porterà alla scoperta di una verità scomoda e non scontata riguardo a una morte poco chiara, viene narrata una storia parallela: quella dell'arma del delitto.
Un utensile comune dal manico di plastica bianca con un cerchio rosso su cui però è presente l'impronta di un individuo impensabile: l'Imperatore.
Grazie a questo oggetto il lettore farà la conoscenza di numerose persone, avrà una visione d'insieme della cultura e della struttura gerarchica del paese del Sol Levante e di luci e ombre della sua capitale a cui sono legate tematiche di grande attualità che porteranno alla soluzione del caso.
Quest'opera, dallo stile fluido, dalla struttura circolare e dalla trama avvincente, ha il grande pregio della chiarezza e della semplicità.
La storia, nonostante salti temporali che possono spiazzare inoltre, è ben scritta e di piacevole lettura.
Insomma un debutto, questo di Scotti, estremamente consigliato sia per chi è alla ricerca di intrecci gialli particolari e di eroi sfaccettati e tormentati che per chi vuole familiarizzare con una cultura ricca di contraddizioni ma allo stesso tempo piena di fascino.

venerdì 19 febbraio 2021

Il codice della vendetta

Autore: Pasquale Ruju
Editore: Edizioni e/o 
Anno di uscita: 2021
Pagine: 240
Prezzo: € 17,00

Quarto romanzo del fumettista, scrittore, doppiatore e attore sardo Pasquale Ruju, “Il codice della vendetta” è stato pubblicato dalle Edizioni e/o nel corso del 2021.
Personaggio principale del libro è l'ex giornalista di nera e  fotoreporter squattrinato Franco Zanna che, per colpa di una fotografia sbagliata, ha dovuto rinunciare a crescere sua figlia Valentina e a una vita con la madre di lei, Carla, pur di proteggerle dal boss della 'ndrangheta Marcello Nicotra.
A causa di ciò, si è trasferito in Sardegna e si è abbandonato al suo lato più oscuro che l'ha divorato tra alcol, scoop e belle ragazze.
E proprio mentre sta cercando di ricucire il rapporto, ricompare il braccio destro di Nicotra, Alfio Di Girolamo detto il Catanese.
Il Catanese, come si scoprirà nel corso della narrazione, è legato a doppio filo ad un furto milionario che avviene nella suite di un famoso cantante mentre il paparazzo sta rubando qualche scatto.
Con riferimenti che spaziano dalla letteratura hard boiled al cinema italiano di serie b, il lettore si trova di fronte a un libro ricco di spalle e di cattivi, tutti delineati con maestria e molto ben connotati sia fisicamente che psicologicamente.
Tra questi, oltre a Di Girolamo e ai suoi tirapiedi, spiccano Irene, amica ed ex di Zanna, titolare dell’agenzia stampa per cui lavora, Cosima, scafata barista, materna e risoluta, il commissario Ventura, Stanis, intrallazzatore e traffichino sempre pronto a dare una mano, un rapper e la sua compagna colombiana e una coppia di milanesi che non sono quello che sembrano a prima vista.
Al pari dei personaggi, anche l'ambientazione, la Costa Smeralda con le sue spiagge e i suoi locali, contribuisce a rendere quest'opera affascinante e ricca di colpi di scena.
Nel dipanarsi di una trama degna della migliore letteratura di suspense, il sentimento più intenso al quale il protagonista rischia di soccombere è la vendetta.
Con la ricomparsa del Catanese infatti, Zanna non vuole rinunciare al suo destino e anzi, spera sia l’occasione tanto attesa per saldare i conti in sospeso.
Riuscirà a non cedere ai suoi demoni grazie all'aiuto e alla protezione dell’ultimo dei banditi sardi, il vecchio, temibile e amorevole zio Gonario che gli farà capire che più che il desiderio di rivalsa deve prevalere in lui la ricerca di giustizia.
La scrittura di Ruju è ammaliante e travolgente e, anche grazie a un velo di tristezza che rimane sullo sfondo delle vicende narrate, rende questo libro, pieno di suggestioni e dal ritmo concitato e incalzante, una lettura adattissima non solo per gli appassionati di gialli ma anche per chi è alla ricerca di storie emozionanti e coinvolgenti.

mercoledì 10 febbraio 2021

I ladri di cadaveri

 Autore: Jarro (Giulio Piccini)
Editore: Aliberti editore
Anno di pubblicazione: 2004
Collana: Tre Gialli
Introduzione: Luca Crovi
Postfazione: Claudio Gallo
Pagine: 320
Prezzo: € 15,90
Anno della prima pubblicazione: 1883

Nel 2004, grazie alle ricerche del giornalista veronese esperto di letteratura popolare Claudio Gallo, è uscito, per la casa editrice Aliberti di Reggio Emilia, “I ladri di cadaveri", romanzo scritto da Jarro, pseudonimo dello studioso di letteratura e storico, giornalista, critico teatrale, umorista, "giallista" ed esperto di gastronomia Giulio Piccini, nel l883 e ambientato nella Firenze degli anni trenta dell’ottocento.
L'opera, che affina gli elementi del feuilleton ottocentesco ponendo le basi per il giallo italiano contemporaneo, inizia con una descrizione dell'Osteria del Frate, un posto situato in mezzo a terreni incolti in una zona appartata e solitaria della periferia di Firenze, poco fuori Porta della Croce.
Qui bazzicano precettati e sospetti, un'accozzaglia di gente rozza, audace e manesca.
Un luogo ideale per mettere a segno rapine e delitti.
Proprio nella taverna si scatena di notte una furibonda rissa con conseguente accoltellamento e, verso l'alba, viene addirittura ritrovato davanti a quel postribolo un calesse con il cadavere di un uomo decapitato alla guida.
Poche ore dopo una donna spaventata e in stato confusionale si presenta al commissariato di Valfonda.
Sotto il braccio la poveretta tiene un altro macabro reperto: una mano di donna.
E, prima ancora che la polizia possa mettersi in moto, una testa mozzata viene rinvenuta in un'altra zona della città e nella Torre degli Amieri viene ritrovata un'orrenda pozza di sangue che preannuncia altre terribili morti.
Poco alla volta si diffonde la notizia che un terribile assassino si aggira per i sobborghi della città.
Un uomo che si diverte a disseminare Firenze con pezzi disarticolati delle sue vittime.
Chiamato a svolge re le indagini è Domenico Arganti, detto Lucertolo, commissario di Santa Maria Novella, animato da una foga inestinguibile e da una smania frenetica.
Nato quattro anni prima di Sherlock Holmes, come l'illustre collega utilizza - nell'analizzare indizi e scene del crimine - il metodo deduttivo; è abile nei travestimenti e si serve del popolo basso per cercare informazioni.
La sua bravura nell'interpretazione degli indizi e la formulazione di ipotesi sovente esatte portano poi ad una naturale antipatia nei suoi confronti.
Nonostante tutto però la capacità di sporcarsi le mani, di mischiarsi con la gente del popolo e l'amore per la famiglia lo rendono un personaggio non del tutto odioso agli occhi dei lettori.
Il libro, scritto in un italiano semplice con l'uso di alcuni termini toscani ottocenteschi, è ambientato nella Firenze dei reietti, dei conciatori, dei locandieri.
Le vicende torbide, la morbosità di alcuni personaggi, l'ambientazione notturna, le segrete e i messaggi clandestini rimandano ad alcuni aspetti di capolavori della narrativa gotica.
Jarro - sebbene con ogni probabilità conoscesse Poe, inventore dei capisaldi della letteratura poliziesca moderna - ha studiato verbali ed atti processuali fiorentini al fine di dare connotati credibili a indagini e inchieste, fulcro delle vicende.
Nonostante manchi la leggerezza di certi episodi, anche i più raccapriccianti, del romanzo d'appendice, questo libro non è una lettura impegnativa.
Da segnalare infine l'introduzione critica di Luca Crovi e la postfazione di Claudio Gallo che danno al lettore indicazioni precise sul periodo storico in cui è ambientato il romanzo e alcune informazioni biografiche sull'autore.
Lettura obbligatoria per gli amanti del giallo, quest'opera è anche consigliata a chi cerca un'abile ricostruzione di un delitto in un'ambientazione non consueta come quella della Firenze del 1836.

martedì 9 febbraio 2021

Il cappello del prete

Autore: Emilio De Marchi
Editore: Mondadori
Anno di pubblicazione: 2006
Collana: Oscar Classici
Introduzione: Vittorio Spinazzola
Nota: Carlo Lucarelli
Pagine: 249
Prezzo: € 8,40
Anno della prima pubblicazione: 1887 (a puntate), 1888 (in volume)

È uscito nel corso del 2006 per Arnoldo Mondadori Editore nella collana Oscar Classici Il cappello del prete di Emilio De Marchi, il romanzo che è considerato uno dei primi gialli nella storia della letteratura italiana.
Pubblicata per la prima volta a puntate nel 1887 nelle appendici del quotidiano milanese L’Italia del Popolo ed in seguito sul Corriere di Napoli, quest’opera conobbe un successo davvero straordinario per l’epoca vendendo migliaia di copie in pochi mesi dall’uscita in libreria avvenuta, in un volume raccolto e curato dall’editore Treves, nel 1888.
Fatto ancora più eccezionale è che, già prima della fine del secolo, il romanzo era stato tradotto negli Stati Uniti, in Ungheria, Germania, Francia, Inghilterra e Danimarca, mentre nel 1913 in Italia si era già arrivati alla settima edizione.
Una diffusione davvero fuori del comune in un paese con un tasso di analfabetismo ancora altissimo.
Le vicende narrate nel libro hanno come sfondo la città di Napoli dove il nobile squattrinato Carlo Coriolano, barone di Santafusca, ridotto alla rovina dai debiti di gioco e da una vita oziosa e dissipata, uccide il ricco prete usuraio don Cirillo per impossessarsi dei suoi soldi.
Ma al suo delitto perfetto manca un dettaglio chiave: l’occultamento del cappello del prete.
Diventato un indizio pericoloso, il tricorno tormenterà il barone come una sorta di allucinazione ricorrente, fino ad arrivare, dopo una serie di peripezie, davanti al banco del tribunale per inchiodarlo alla sua colpa.
De Marchi si dimostra un abilissimo costruttore di trame, in cui confluiscono elementi vari e diversi in un intreccio ricchissimo e appassionante.
Nonostante la vivace ambientazione partenopea, l’autore lombardo si salva da quel bozzettismo municipalista che nel corso del 1800 ha tarpato le ali a tanta letteratura italiana.
Romanzo originale, definibile un giallo psicologico, Il cappello del prete resta ancora oggi un esempio di letteratura d’intrattenimento di alto livello in cui De Marchi riprende la lezione della grande narrativa a lui contemporanea spaziando da Dostoevskij a Poe, da Dickens a Guy de Maupassant, senza tralasciare il patrimonio italiano, l’immancabile Manzoni ma anche il verismo, che soprattutto con Matilde Serao aveva prestato grande attenzione a Napoli e al suo mondo caotico e carico di contraddizioni.
La vicenda si snoda agilmente, alternando con maestria i toni cupi del romanzo nero con la divertita leggerezza delle ambientazioni popolaresche: un insieme armonioso e sapiente che fa di questo romanzo ora un po’ dimenticato una delle opere più ricche ed interessanti del secondo Ottocento italiano.
Impreziosisce poi quest’edizione, oltre all’introduzione del critico Vittorio Spinazzola, un intervento del noto giallista Carlo Lucarelli che ripercorre in poche pagine la storia del romanzo noir in Italia.

martedì 19 gennaio 2021

I delitti del mosaico

Autore: Giulio Leoni
Editore: TEA
Collana: Best TEA
Data di uscita: 2017
Pagine: 286
Prezzo: € 6,90

I delitti del mosaico, libro scritto da Giulio Leoni nel 2004 e ripubblicato di recente da TEA, è un giallo in cui il ruolo di detective è affidato al più grande poeta della nostra letteratura: Dante Alighieri.
Dante è un personaggio che si presta moltissimo per la sua personalità a questo ruolo.
Infatti oltre a essere la mente più brillante della sua epoca, ha tutte le qualità tipiche dell’investigatore come: razionalità, lucidità, fantasia e energia fisica poichè è stato anche un combattente e un uomo di guerra.
Il romanzo si svolge nella Firenze del 1300 dove, ai piedi di un gigantesco mosaico incompiuto, un uomo viene trovato ucciso in modo orrendo.
Dante Alighieri, da poche ore eletto priore di Firenze, troverà l’assassino, spingendosi nel mondo oscuro e pericoloso che si nasconde sotto quello solare di Firenze, in quel periodo capitale dell’arte e della cultura.
Come per il suo primo romanzo con Dante per protagonista, I delitti della medusa vincitore del premio Tedeschi nel 2000, anche per questo libro Giulio Leoni ha riproposto in chiave romanzata enigmi scovati tra le terzine del capolavoro dantesco per eccellenza: La divina commedia, a detta dell’autore il più grande trattato di criminologia di tutti i tempi.
Nei Delitti del mosaico infatti, si fa riferimento alla figura di un vecchio di creta, contenuto in un passo dell’Inferno, una grande statua composta da cinque materie diverse, che nel romanzo diventa parte del sogetto di un mosaico oltre che a una teoria storica, sia pur marginale, per la quale le Americhe furono scoperte nel 1200.
Il libro, dalla trama avvincente e dal finale imprevedibile, al di là del colto e raffinato divertissement letterario, è ben scritto e capace di divertire e appassionare il lettore e di dimostrare pienamente, se ancora ve ne fosse bisogno, la vitalità e l’originalità del giallo storico italiano.
L’ambientazione, la trama e i personaggi sono ben costruiti e danno ampio respiro alla vicenda che, oltre a essere godibile, rivela molti particolari sulla vita di Dante Alighieri e sulla Firenze del 1300.
Il romanzo però oltre a presentare molti pregi presenta anche qualche difetto.
Per esempio i discorsi filosofici, che spesso l’autore mette in bocca a Dante, possono appesantire la lettura e risultare di difficile comprensione persino per il lettore colto.
Un altro difetto sta nel proporre molte trame parallele che possono far perdere il lettore nell’intreccio della vicenda.
Quest’ultimo però può essere considerato anche un punto di forza in quanto in questo modo il libro risulta molto realistico.
E poi ci viene presentato in questa sede un Dante geniale, borioso, collerico, arrogante.
Insomma, per una volta non abbiamo di fronte il personaggio delle nostre antologie scolastiche.