sabato 30 luglio 2011

Il segreto della rocca

Chiunque pensi che i fumetti siano letti esclusivamente da persone immature perché incapaci di trattare tematiche di scottante attualità se non in maniera superficiale e inappropriata, si ricrederà leggendo il numero di Diabolik uscito nel gennaio del 2007.


Soggetto: Licia Ferraresi, Mario Gomboli
Sceneggiatura: Patricia Martinelli
Disegni: Sergio Zaniboni, Giorgio Montorio, Luigi Merati
Editore: Astorina
Prezzo: €1,90

Dalla fine degli anni ‘60 a oggi Diabolik si è trovato coinvolto in numerose storie che hanno toccato spesso argomenti reali come: prostituzione, droga, violenza carnale, eutanasia e molti altri.

Non si era però mai affrontato nei suoi albi, nonostante Luciana Giussani si fosse più volte impegnata a colmare questa lacuna, il tema dell’omosessualità.

A sei anni dalla morte della creatrice del ladro dei fumetti più famoso d’Italia, gli autori hanno finalmente ovviato a questa mancanza ne "Il segreto della rocca", numero inedito del personaggio uscito nel gennaio del 2007.
Protagonista della vicenda è lo scrittore omosessulae Saverio Hardy, già apparso nel numero dal titolo "L’uomo della rocca" dove aveva aiutato Diabolik ferito a fuggire dalla polizia, che in seguito alla morte del suo agente letterario viene accusato di omicidio.

Per scagionarlo da questa infamante calunnia il ladro di Clerville e la sua fedele compagna Eva Kant si muoveranno in un ambiente, quello gay, poco frequentato dagli eroi dei fumetti ma, come sottolineato nelle belle tavole che compongono questa storia, che non ha nulla di diverso da altri.
Il tema dell’omosessualità, affrontato dagli sceneggiatori con grande abilità, è ben integrato con la trama gialla, essendo il motivo scatenante dei guai di Saverio Hardy.

Diabolik poi, non agisce per buonismo, ma per lealtà verso un uomo che lo ha aiutato.

A lui non interessa il fatto che lo scrittore sia o meno innocente, è disposto a toglierlo dai guai in ogni caso.
L’intreccio è interessante e ben costruito e il personaggio del protagonista e il tema della storia sono trattati in maniera molto accurata e rendono la lettura coinvolgente.

I disegni di Sergio Zaniboni e Giorgio Montorio sono inoltre, come di consueto, molto ben realizzati.

I due autori sono riusciti in modo eccellente a mantenere la somiglianza tra il personaggio principale del passato e quello attuale adeguatamente invecchiato.
Unico appunto che si può fare alla storia è il fatto che fin dai dialoghi si voglia ribadire che gli omosessuali non sono degli anormali.
Ciò risulta eccessivamente didascalico visto che già il mostrare Hardy come una persona qualunque basta per trasmettere lo stesso messaggio.

Alla luce di quanto detto e nonostante queste piccole pecche possiamo affermare, senza paura di smentite, che albi come questo sono la migliore dimostrazione che un personaggio dei fumetti iconico e storico come Diabolik può essere continuamente e intelligentemente aggiornato senza per questo snaturarne lo spirito.

Morto due volte, avventura a fumetti per il commissario Bordelli

 “Morto due volte”, adattamento a fumetti di un racconto dello scrittore di libri gialli fiornetino Marco Vichi, scava nel marcio del recente passato di un’Italia da poco uscita dal fascismo e dalla Seconda guerra mondiale.


Sceneggiatura: Marco Schiavone, Tito Faraci
Soggetto: Marco Vichi
Disegni e copertina: Werther Dell'Edera
Editore: Casa editrice Guanda
Collana: Guanda Graphic
Data di uscita: Settembre 2010
N° Pagine: 112
Prezzo: € 17,00


Tratto dall’omonimo racconto di Marco Vichi apparso nell’antologia “Città in nero”, curata dallo stesso autore e pubblicata nel 2006, “Morto due volte” è un volume della collana Guanda Graphic, nuovo marchio della casa editrice parmense dedicato ai fumetti, che ha per protagonista il commissario Bordelli.

Nel corso degli avvenimenti presentati in questo libro, questo anomalo poliziotto, che sta sempre dalla parte dei più deboli ed è amico di ladruncoli e prostitute, indagando a titolo personale su due lapidi, che portano scolpite lo stesso nome ma diverse date di morte, porterà alla luce una vicenda dai contorni drammatici, un intrigo fatto di bugie e di violenze.
Adattata da Marco Schiavone e supervisionata da Tito Faraci la storia, ambientata nella Firenze degli anni ’60, scava nel marcio del recente passato di un’Italia da poco uscita dal fascismo e dalla Seconda guerra mondiale e mostra, quasi a voler confermare una situazione molto comune allora come ai giorni nostri, come anche le personalità pubbliche che sembrano le più rette ed oneste, abbiano numerosi scheletri nascosti negli armadi.
I disegni del barese Werther Dell’Edera, fatti di pochi tratti graffianti e minimalisti, le figure umane un po’ abbozzate, quasi fossero sfocate nella memoria, e l’inchiostrazione davvero sapiente, anche se in qualche punto imprecisa, rievocano un periodo, lontano ormai cinquant’anni, e fanno da sfondo a una vicenda ricca di suggestioni, atmosfere tese e colpi di scena.

L’utilizzo dei retini nei ricordi dei protagonisti poi, accresce la sensazione di tristezza e malinconia che pervade tutto lo svolgersi di una storia che, all’inizio parte in sordina per poi aumentare notevolmente il ritmo.
La tensione che si costruisce, vignetta dopo vignetta, è così alta che difficilmente si potrà lasciare il volume prima della fine, travolti da testi e immagini di una storia insospettabile, ma probabilissima, che termina lasciando il lettore spiazzato ma soddisfatto e desideroso di leggere altre vicende del genere quanto prima.
L’unico neo che si può trovare per questo volume, cartonato e peraltro stampato molto bene, è il prezzo, forse un po’ troppo alto per un libro di 112 pagine.
Al di là di queste piccole inezie si può però affermare che “Morto due volte” sia una graphic novel molto bella che potrà essere apprezzata sia dagli amanti del buon fumetto che dai lettori di romanzi gialli.

venerdì 29 luglio 2011

Alibi Fulmine: Noir promo CD

Con questo post relativo ad un CD molto interessante e divertente da ascoltare, opera del gruppo genovese degli Alibi Fulmine, voglio inaugurare Cose molto brutte, uno spazio dove si parlerà di giallo e noir, una delle mie più grandi passioni, in tutte le sue forme e manifestazioni.

Alibi Fulmine
“Noir” promo CD
Autoproduzione
3 brani – Durata 12’ 27’’

“Noir”, lavoro autoprodotto dal gruppo neo swing genovese degli Alibi Fulmine, ensemble che dai primi anni '80 si muove sulla scena musicale del bel paese proponendo una vivace miscela sonora fatta di pezzi d'autore inediti a tinte nere, cantati rigorosamente in italiano, ispirati agli ambienti e ai personaggi propri dei romanzi dei maestri del poliziesco nazionale e internazionale, dei film hard boiled americani dei torbidi anni '40 e '50 e del filone cinematografico del poliziottesco, in voga in Italia fra gli anni '70 e i primi anni '80 del '900, è un CD promozionale, dai molteplici influssi e dalle numerose contaminazioni musicali, che contiene tre tracce.
Protagonisti dei testi dei brani, che verrano inclusi anche nel nuovo album della band attualmente in fase di registrazione, sono infatti personaggi persi, dediti al whisky e al gioco d'azzardo che si muovono prevalentemente di notte.
A queste caratteristiche, che sembrano voler mettere in luce un marcato “malessere di vita” ed un sofferto individualismo, requisiti che ai giorni nostri affliggono la quasi totalità dell'umanità, si contrappone però una scanzonata ma sempre lucida autoironia che rende il disco divertente e piacevole da ascoltare.
Per quanto riguarda poi le influenze musicali, questo CD, nonostante ad un primo ascolto possa sembrare di semplice fruizione, ha un ricco background di riferimento, che spazia da citazioni di grandi cantanti italiani della prima metà del secolo scorso come Renato Carosone e Fred Buscaglione, ad un lavoro di ricerca per gli arrangiamenti fatto su tutto ciò che concerne la musica da film del passato.
Si passa infatti dai maestosi standard suonati dalle grandi big-bands americane ai grandi temi dei compositori italiani di colonne sonore come, solo per citarne alcuni, Piero Piccioni, Gianni Ferrio e  Piero Umiliani, a cui i componenti del gruppo hanno attinto per creare un funzionale impianto sonoro di brani che hanno in comune una forte matrice swing e bossanova con incursioni molto evidenti e marcate in generi vari e diversi come jazz, new wave, rock’n roll e spy music.
Fa da corona al tutto, rendendo quest'opera un fresco e divertente amalgama di suoni e parole, la voce nitida e ben scandita di Sabrina Verdi che affianca componenti capaci e ben rodati che integrano l'utilizzo di strumenti musicali tradizionali come chitarra elettrica, basso e batteria con alcuni più particolari e ricercati quali: chitarra hawaiana, ukulele, theremin e percussioni di ogni genere.
Alla luce di quanto scritto non si può quindi far a meno di consigliare  l'ascolto del repertorio di questo gruppo, fresco e particolare, a chiunque cerchi qualcosa di diverso dalla musica piatta e tutta uguale che propongono i canali mainstream.
 
TRACKLIST
1.     Credi ai sogni (3' 48”)
2.     Tutto va ok (4' 44”)
3.     Noir (3' 55”)