lunedì 16 aprile 2012

Nube mortale

Di: Andrew Lane
Editore: De Agostini Editore
Collana: Young Sherlock Holmes
Data di uscita: Marzo 2012
N° Pagine: 320
Prezzo: € 14,90

Presentata in occasione della Fiera del Libro per ragazzi, che si è tenuta come ogni anno a marzo a Bologna, “Nube mortale” è la prima avventura della collana “Young Sherlock Holmes”.
Scritta dall'autore radiofonico e televisivo, giornalista, saggista e sceneggiatore britannico Andrew Lane, amante del famoso detective londinese al punto di possedere numerose edizioni rare dei libri che ne narrano le gesta, ed edita in Italia da De Agostini, questa serie, composta ad oggi da quattro volumi pubblicati più uno in uscita rivolti non solo a giovani lettori ma anche ad amanti del genere di ogni età, si prefigge, ampliando gli accenni che sulla giovinezza di Sherlock Holmes sono stati fatti da Arthur Conan Doyle nelle sue opere, di rievocare la vita adolescenziale dell'illustre investigatore cioè gli episodi che gli sono capitati precedentemente alla sua prima apparizione ufficiale, nel 1887, nel romanzo “Uno studio in rosso”, dove, a circa trentatré anni d'età, viene descritto da John Watson, ex medico militare appena tornato dalla guerra in Afghanistan che diventerà il suo miglior amico e biografo ufficiale, come un uomo d'azione dalla logica stringente con capacità e abilità ben definite.
La vicenda narrata, scritta con uno stile che ricorda la prosa dell'inventore dei primi gialli della storia della letteratura europea che hanno avuto una diffusione planetaria, si svolge nel 1868 e vede uno Sherlock quattordicenne, mentre passa l’estate nella tenuta dei suoi eccentrici zii nell’Hampshire, risolvere il suo primo caso di omicidio e rapimento.
Durante l'indagine, che lo vedrà sventare, insieme ad un coetaneo di nome Matthew Arnatt, un complotto geniale per uccidere militari inglesi messo in atto da un cattivo molto particolare che risponde al nome di barone Maupertuis, il giovane sarà aiutato da un arguto cacciatore di taglie americano di nome Amyus Crowe, ingaggiato da Mycroft Holmes come tutor per suo fratello minore, e da sua figlia Virginia.
Tutti questi personaggi, ben connotati psicologicamente, rendono la storia, in cui diverse situazioni vengono appositamente lasciate incompiute per essere sviluppate nei volumi successivi della serie, concitata e ricca di colpi di scena.
Se proprio vogliamo cercare il pelo nell'uovo, che però non fa perdere di intensità ad un romanzo estremamente ben costruito e dalla trama avvincente anche se con meno dettagli rispetto agli originali, possiamo affermare che il giovane Holmes è molto meno freddo del computer umano originariamente creato da Conan Doyle.
Nonostante ciò però, possiamo esser sicuri che questo libro soddisferà sia i giovani lettori, che saranno rapiti dalle serrate lotte contro il male del protagonista e dei personaggi che lo accompagnano, sia i fan adulti che potranno finalmente conoscere come avrebbe potuto essere la vita di Sherlock Holmes durante l'adolescenza.

martedì 3 aprile 2012

The Raven


Diretto da James McTeigue, regista che ha appassionato i cinefili con la trasposizione del bellissimo romanzo a fumetti “V for Vendetta”, “The Raven”, film che fin dal titolo si ispira all'opera dello scrittore e poeta statunitense Edgar Allan Poe, è un thriller gotico in cui l'intellettuale di Boston, nella Baltimora del 1849, è costretto ad improvvisarsi suo malgaro investigatore e, nell'ultima settimana della sua vita, a collaborare con il giovane ispettore di polizia Emmett Fields per fermare un serial killer che commette omicidi ispirandosi ai suoi racconti.
Proprio sugli ultimi atti dell'esistenza di colui che è considerato l'inventore del racconto poliziesco, della letteratura horror e del giallo psicologico infatti, si concentra l'attenzione del regista e degli sceneggiatori Hannah Shakespeare e Ben Livingston che, con uno script avvincente e una regia serrata, fanno in modo che il pubblico venga rapito dall'ultima fantasiosa e terrificante avventura vissuta da Poe prima di essere ritrovato in stato confusionale in preda a deliranti farneticazioni sulla panchina di un parco e portato all'ospedale Washington College, dove morirà quattro giorni dopo.
La pellicola, che riporta all'attenzione dello spettatore, a più di quarant'anni di distanza dai lungometraggi di Roger Corman, la biografia e la produzione letteraria di uno dei maggiori talenti che la cultura americana abbia mai espresso, è interpretata da un cast composto da attori di primissimo piano.
Molto credibile John Cusack nella parte del protagonista.
La sua impersonificazione del poeta squattrinato ed emarginato, dello scrittore tanto geniale quanto sregolato, folle ed eccentrico cui il destino sembra aver negato la possibilità di amare che, tramite un espediente metaletterario, viene trasformato da persona realmente esistita in personaggio delle sue opere, è in linea con quello che di lui si sa attraverso la sua biografia.
Fa da spalla a questo “romantico” investigatore il più concreto Emmett Fields, detective della polizia di Baltimora interpretato da un carismatico Luke Evans.
I due, in una frenetica corsa contro il tempo resa ancora più coinvolgente dalla musica del giovane compositore spagnolo Lucas Vidal, faranno fronte comune contro un brutale assassino per salvare da morte certa Emily, cui presta il volto l'attrice britannica Alice Eve, figlia del burbero colonnello Charles Hamilton, Brendan Gleeson, e ragazza amata da Poe.
Ad una trama suggestiva e ben congegnata si contrappone, per quanto riguarda la realizzazione del film, un'accozzaglia dei generi cinematografici che vanno per la maggiore.
Il lungometraggio, che al contrario di quanto affermato da autori e regista, getta poca luce sulla vita e sulla reale personalità dell'intellettuale americano, pur essendo pervaso da atmosfere neogotiche e omicidi efferati, è infatti un'opera in cui scampoli dei racconti di Poe vengono appiccicati su un impianto mistery pesante e obsoleto.
A conferma di ciò anche gli indizi attraverso cui si risale all'assassino e l'escamotage attraverso il quale il protagonista trova la morte sono deboli e scontati.
Alla luce di quanto scritto si può quindi affermare che quest'opera non sia niente di più che una pellicola che si lascia piacevolmente guardare senza mai prendersi troppo sul serio e senza alcuna pretesa di sorta.

domenica 1 aprile 2012

Pagine ingiallite [1] Giuseppe Ciabattini e i romanzi di “Tre Soldi”

Giuseppe Ciabattini
Parlando di romanzo giallo, con un particolare occhio di riguardo per la Toscana, non si può non ricordare la figura di Giuseppe Ciabattini.
Famoso scrittore, regista, commediografo e attore, nato ad Aulla, piccolo paese in provincia di Massa Carrara, nel 1882 e morto a Milano nel 1962 è noto, oltre che per aver recitato in numerosi film di gran richiamo, anche per aver lavorato per la radio.
Per questo media ha infatti creato numerosi e famosi personaggi, alcuni dei quali protagonisti di gialli radiofonici, tra cui, con lo pseudonimo di Giuseppe Catiani, l’ispettore Scala, presente nei radio sceneggiati “L’ispettore Scala” e “L’Ispettore Scala è in piedi”.
Nel 1956, inoltre, ha dato vita a due romanzi polizieschi molto originali.
Questi libri, pubblicati sulla testata “I gialli Mondadori”, sono ispirati a sei racconti, raccolti con il titolo “Sei casi per Tre Soldi”, trasmessi in un primo momento dalla radio e, in seguito, pubblicati dalla Mondadori in appendice ai volumi del giallo.
Per capire la novità di queste opere, bisogna analizzare il periodo storico in cui sono state pubblicate.
La seconda guerra mondiale era finita da poco e l’Italia ne era uscita sconfitta.
In questo contesto quindi, gli autori e gli intellettuali del bel paese guardavano con occhio benevolo all’America, meglio ancora agli Stati Uniti, la cui cultura rappresentava tutto ciò che poteva far dimenticare alla nazione di essere povera in canna.
Erano gli anni in cui Fred Buscaglione irrompeva sulla scena con canzoni, scritte da uno studente di giurisprudenza di nome Leo Chiosso, che parlavano con ironia di “bulli e pupe”, di New York e di Chicago, di duri spietati con i nemici, ma sempre in balia delle donne e dell’alcool e in cui Renato Carosone faceva la parodia di questa situazione e nel brano “Tu vuo’ fa l’americano” dipingeva la versione napoletana del mito degli Usa facendo un ritratto ironico di un giovane che si atteggiava a yankee.
In questo clima anche la letteratura poliziesca americana ebbe un’ampia diffusione.
In Italia cominciarono ad essere letti autori di romanzi, appartenenti al così detto genere hard boiled, che riuscivano a condire le loro storie con un po’ di sesso e di violenza, per suscitare quel gusto del proibito che, visto oggi, assomiglia a una barzelletta.
Ed è proprio in questi anni, per l’esattezza nel 1956, che Giuseppe Ciabattini pubblica i suoi libri.
Questi volumi hanno per protagonisti Tre Soldi e il socio Boero, due clochard, che in una città che anche se non viene mai nominata ricorda molto da vicino Milano, vagano alla ricerca di pezzi di carta da raccogliere e rivendere.
A questo, Tre Soldi, unisce una passione smodata per la lettura di libri gialli e ben presto, grazie anche ad una certa capacità di ragionare sviluppata dalla vita solitaria, acquisisce una notevole tecnica investigativa che mette all'opera, non per denaro o per divertimento, ma solo per umanità.
Gli ambienti che frequenta spesso gli forniscono dei casi e il simpatico vagabondo è subito pronto all'azione spinto da un istintivo senso di giustizia e di onestà e da un forte desiderio di avventura.
Così, prima che la polizia giunga alla conclusione, al Commissario di zona viene recapitata una lettera, piena di errori di ortografia, ma con la soluzione del mistero.
Alla luce di quanto scritto, per la freschezza e la novità che questi romanzi hanno rappresentato per l'epoca, non si può non rammaricarsi per il fatto che la stagione di Tre Soldi sia stata brevissima.