domenica 29 ottobre 2017

Gli Intoccabili


"Gli Intoccabili", film diretto da Brian De Palma e uscito nelle sale cinematografiche di tutto il mondo nel 1987, narra la storia di un gruppo di rappresentanti delle forze dell’ordine composto da un agente governativo di nome Eliot Ness, interpretato da Kevin Costner, dai poliziotti Jimmy Malone e George Stone, Sean Connery e Andy Garcia, e da un ragioniere, Oscar Wallace, a cui dà il volto Charles Martin Smith, che nella Chicago del proibizionismo riesce a porre fine ai traffici illegali di Al Capone, boss italoamericano dal sorriso beffardo impersonato in modo magistrale da un Robert De Niro decisamente ingrassato, e ad assicurare quest’ultimo alla giustizia.
Scritta dal grande drammaturgo David Mamet questa pellicola ha vinto numerosi premi come: l’Oscar per il miglior attore non protagonista andato a Sean Connery, un Golden Globe sempre a Sean Connery, un Grammy Award per la migliore colonna sonora e un Nastro d’Argento per la migliore musica.
Questo lungometraggio riprende il titolo e i personaggi di una nota serie televisiva e ne fa un dramma poliziesco iperrealista e di infallibile presa.
Oltre alle interpretazioni magistrali di Connery e De Niro va sottolineata anche l’eccelsa prova di Kevin Kostner che in quest'opera sfoggia la sua miglior recitazione di sempre.
Elliot Ness è un personaggio di certo valorizzato dall’ottimo cast che ha attorno ma nonostante questo è un protagonista costruito realmente bene.
Film dalla regia sopraffina "Gli intoccabili" annovera al suo interno scene memorabili come: la sequenza parodistica della carrozzina, ispirata dalla "Corrazzata Potëmkin" di Ejzenstejn, che si svolge nella stazione ferroviaria di Chicago e quelle che vedono De Niro/Al Capone prima piangere all’Opera sulle note di "I pagliacci" di Leoncavallo e poi giustiziare con una mazza da baseball un pretoriano che lo ha deluso.
Forte di una gran bella confezione scenografica e di una delle migliori colonne sonore mai composte da Ennio Morricone "Gli Intoccabili" si distingue per quella pregnante atmosfera da gangster-movie vecchia maniera in esso riproposta, atmosfera che in se stessa si rivela indiscutibilmente seducente.
Notevole fascino ma non altrettanto notevole spessore per la trama, con l’aggravante aggiuntiva di aver trascurato un immenso Robert De Niro, che con più tempo scenico a disposizione sarebbe stato sicuramente in grado di conferire ben altra linfa a un opera molto seducente ma spesso incensata con troppa generosità.

martedì 3 ottobre 2017

Ford Ravenstock – Specialista in suicidi

Sceneggiatura: Susanna Raule
Disegni: Armando Rossi
Editore: Panini Comics
Anno di uscita: 2006
N° Pagine: 48
Prezzo: € 4,00

Ad un anno di distanza dalla prima edizione del concorso per autori esordienti Lucca Project Contest, indetto dalla maggiore fiera fumettistica italiana nel 2005, nel novembre del 2006 è stato pubblicato, ad opera di Panini Comics, casa editrice di fumetti modenese, il volume vincitore, "Ford Ravenstock – Specialista in suicidi".
Questo albo è un progetto originale, ben realizzato e dalle grandi potenzialità la cui forza risiede soprattutto nella figura del protagonista, Ford Ravenstock appunto, un tipo allampanato, pallido, ipocondriaco, depresso cronico, convinto che la morte sia una liberazione dalle sofferenze della vita.
Tale convincimento si riflette nel bizzarro lavoro che svolge: nella New York dei giorni nostri organizza suicidi su commissione; praticamente un sicario che utilizza come arma la persuasione, per far capire alla vittima, anche quella apparentemente più felice, l’inutilità della vita e la gioia del trapasso.
Accanto al protagonista si muovono due comprimari, molto ben caratterizzati sia psicologicamente che graficamente, la detective Marlene Moore, che nel corso della seconda storia presente nell’albo intuisce la presenza di una terza persona dietro a quelli che all’apparenza sembrano suicidi, e il fedele maggiordomo Emerson, personaggio che sembra trovarsi sempre al posto giusto al momento giusto pronto in ogni circostanza a salvare il proprio datore di lavoro dai suoi istinti suicidi.
Autori non proprio esordienti di questa pregevole opera sono Susanna Raule per i testi e Armando Rossi che dell’albo ha curato i disegni.
La psicologa Raule infatti, ha sceneggiato la serie "Inside" per la Cut-Up Comics, mentre Rossi dopo aver realizzato i suoi primi lavori per il Centro Fumetto Andrea Pazienza ha pubblicato sia per case editrici mainstream come Star Comics, sue tavole sono apparse su "Lazarus Ledd" e "Hammer", che più propriamente underground come Black Velvet e Cut-Up Comics.
Tornando a parlare del prodotto si sottolinea come il lettore si trovi di fronte ad una storia dotata di un’ottima sceneggiatura, valorizzata da dialoghi brillanti e da un buon ritmo, scandito da didascalie che mostrano precisi riferimenti geografici e temporali.
Nonostante poi, protagonista della vicenda sia un personaggio tendenzialmente negativo, questo nei suoi modi fare estremi non fa altro che far sorridere.
Molto convincente anche la prova di Armando Rossi i cui disegni sono leggibili ed espressivi.
Pochi gli aspetti negativi, più che altro solo annotazioni per andare a cercare il pelo nell’uovo.
Per quanto riguarda lo svolgersi della vicenda, qualche snodo narrativo avrebbe potuto essere più chiaro e le motivazioni che spingono le vittime al suicidio più verosimili.
Al di là di queste pecche insignificanti però, lo storytelling è davvero pregevole.
A proposito dei disegni invece, si nota che la scelta di un’inchiostrazione sottile unitamente ad una colorazione un po’ piatta penalizza il tratto di Rossi.
Paradossalmente le matite risultano più definite e volumetriche rispetto al risultato finale, comunque efficace.
Forse una china più decisa e modulata avrebbe giovato al suo stile.
Spesso si parla di sostenere il fumetto italiano.
Dare una chance a questo bizzarro personaggio è uno dei pochi, veri casi in cui questa richiesta pare legittima, tanto più se si somma a quanto detto finora che la confezione è molto curata, come sempre ineccepibile quando si parla di Panini, e il prezzo, di quattro euro, davvero contenuto.

venerdì 8 settembre 2017

Sin City vol.1

Sceneggiatura e disegni: Frank Miller
Editore: Magic Press
Anno di uscita: 2004
N° Pagine: 216
Prezzo: € 15,00

Uscito per  Magic Press, prestigiosa casa editrice romana che ha fatto della qualità dei propri prodotti e della differenziazione degli stessi il proprio cavallo di battaglia, per la prima volta in volume nel 2004, "Un duro addio", "The Hard Goodbye", tradotto anche come "Un triste addio" o "Il duro addio", è la prima mini serie di Sin City, opera stilisticamente innovativa creata da Frank Miller agli inizi degli anni novanta.
Il serial che all’origine era diviso in 13 capitoli, comparve su Dark Horse Present, la rivista contenitore edita dalla casa editrice americana Dark Horse, che all’epoca, oltre ad essere la terza potenza del mercato dopo Marvel e Dc, pubblicava anche opere indipendenti molto interessanti.
La peculiarità di questa miniserie come tutte quelle che la seguiranno è il fatto di essere disegnata in un bianco e nero senza grigi e mezzitoni, come se l’autore volesse suggerirci, anche graficamente, che nel contesto in cui è ambientata la vicenda, Sin City, abbreviazione di Basin City, non ci può essere nessuna sfumatura.
È inoltre evidentissimo un richiamo al cinema noir hollywoodiano degli anni 30 e 40, alle crime story tanto care alle letteratura d’oltreoceano, basti pensare ai romanzi di James Ellroy e di Elmore Leonard e alla narrativa Pulp.
Il protagonista della storia, scritta e disegnata da Miller con la maestria che lo contraddistingue, è Marv un tipo poco raccomandabile, tra l’altro appena uscito di galera.
In un locale notturno incontra la bellissima Goldie, una prostituta d’alto bordo.
I due passano la notte a fare l’amore, ma il mattino seguente il nostro antieroe trova la bella prostituta morta proprio accanto a lui.
Marv decide così di scoprire il colpevole di questo delitto e la sua caccia all’uomo lo porterà a scandagliare in lungo e in largo la città del peccato.
Il successo di quest’opera fu immediato e per certi versi inaspettato, tanto che fu subito ristampata in volume.
In Italia, prima di approdare alla Magic Press, Sin City fu pubblicato a puntate sui primi sette numeri di una delle migliori riviste di fumetto, la sfortunata Hyperion, edita dalla Star Comics, che chiuse dopo appena nove numeri e che pubblicò opere quali Nexus di Baron e Rude, 2112 e Next man di Byrne e The Mask.
Dopo i volumi usciti per la Star Comics e per la Play Press la mini serie è stata ristampata da parte della Lexy prima che i diritti di tutte le opere di Frank Miller ambientate nella città del peccato, e di conseguenza anche di questa mini serie, fossero rilevata dalla Magic Press.

lunedì 7 agosto 2017

Il club Montecristo

Autore: Fabiano Massimi
Editore: Arnaldo Mondadori Editore
Collana: Il Giallo Mondadori ORO
N° pagine: 196
Data d'uscita: Giugno 2017
Prezzo: € 6,50

Vincitore del premio Alberto Tedeschi 2017, riconoscimento dedicato allo storico primo direttore del Giallo Mondadori che designa il miglior romanzo poliziesco italiano inedito dell'anno, “Il club Montecristo” è un libro dello scrittore modenese Fabiano Massimi, uscito nel mese di giugno nella collana “Il Giallo Mondadori ORO”.
La peculiarità che spicca maggiormente in questo lavoro, è che a condurre le indagini, che fanno da sfondo alle vicende narrate, non è il classico investigatore privato o poliziotto, ma sono i componenti di un esclusivissimo circolo, Il club Montecristo del titolo, in cui per entrare devi avere requisiti rigorosissimi e non comuni tra i quali il principale è l'essere stato in carcere.
A loro si affianca un civile, Marco Maletti, detto Arno, un informatico che, per sfuggire da una vita piatta e monotona, decide di aiutare il suo migliore amico, Lans Iula, uscito di prigione dopo otto anni di detenzione, a portare a termine un inchiesta che scagionerà un pregiudicato accusato di un omicidio che non ha commesso.
Ambientato, con riferimenti che spaziano tra finzione e realtà, nella città di Mutina, nome dietro cui si cela Modena, e nei suoi dintorni, questo volume si caratterizza per una narrazione fluida e mai scontata.
Accanto ai protagonisti Arno e Lans, ben costruiti e connotati sia fisicamente che psicologicamente e con una personalità molto ben definita, si muovono una serie di comprimari e antagonisti che rendono la storia intrigante, serrata e piena di suspense.
Il racconto è pervaso inoltre di riferimenti, molto precisi e appropriati e mai citati a sproposito, a letteratura ed arte, due materie che Massimi sembra conoscere molto bene.
Tutte queste componenti, unite ad uno svolgimento e a personaggi originali, molto diversi da quelli che un appassionato di letteratura di genere potrebbe aspettarsi, contribuiscono a rendere la lettura di quest'opera altamente consigliata a tutti gli amanti di gialli e noir.
Se proprio vogliamo trovare il pelo nell'uovo, che comunque non sminuisce la bellezza del romanzo, si può affermare che l'autore avrebbe dovuto indugiare di più su alcuni punti critici della trama come ad esempio la storia di Lans e del furto che l'ha portato in galera.
Nonostante ciò, avendo l'impressione che ci sia ancora tanto da raccontare, per la gioia dei numerosi lettori che spero vorranno avvicinarsi, auspico che nuove avventure di Arno, Lans e del club Montecristo, escano quanto prima nelle edicole e nelle librerie italiane.

venerdì 9 giugno 2017

La signora dei crisantemi

Autore: Francesca Monica Campolo
Editore: Bookabook
Data di uscita: Marzo 2017
N° pagine: 372
Prezzo: € 16,00

Tra le numerose varianti della letteratura e del cinema poliziesco, per noir si intende quella categoria di opere in cui la risoluzione del crimine non è la componente principale, bensì è solo una “scusante” per raccontare uno spaccato di società.
In questo tipo di prodotto, molto spesso, l'investigatore passa in secondo piano, il colpevole non viene assicurato alla giustizia e il caso, anche se risolto brillantemente, è solo un tramite per un'analisi sociologica che porta a sollevare problemi e aspetti poco edificanti.
A questo sottogenere appartiene sicuramente il romanzo “La signora dei crisantemi” della scrittrice, alessandrina di nascita ma torrellaghese di adozione, Francesca Monica Campolo.
Uscito nel marzo 2017 per Bookabook questo libro, sullo sfondo di un nord-est cupo, frenetico e sommerso dalle nebbie, racconta le gesta di Elsa Domiziano, bellissima e algida donna manager dalla vita apparentemente irreprensibile.
Unico neo che non le permette di condurre un'esistenza tranquilla è l'hobby molto cruento di uccidere uomini sposati.
Dà la caccia a questa killer una intraprendente ispettrice che presto trasforma questo caso in una vera e propria ossessione personale.
Nel corso delle vicende narrate in cui è forte la contrapposizione tra la criminale e le forze dell'ordine, il lettore scoprirà suo malgrado, guidato da numerosi colpi di scena degni della migliore produzione gialla, che quella che sembra una persona fredda e pianificatrice, una perfetta macchina per uccidere è in realtà una donna come tante altre che soffre gioisce e s'innamora e che solo a causa di circostanze drammatiche, accadutele in tenera età, è diventata una spietata assassina.
Accanto ai personaggi principali, sia dalla parte dei buoni che da quella dei cattivi, differenziazione che mai come in questo caso è riduttiva e poco significativa, spiccano numerosi comprimari, molto credibili e ben connotati sia sul piano fisico che su quello psicologico, che, insieme alla narrazione di fatti salienti della vita della protagonista, fanno assumere alla trama un'attendibilità e una verosimiglianza non comuni che rendono l'opera avvincente e di piacevole lettura.
Un'altra caratteristica che salta all'occhio nel volume, diventata una cifra stilistica dell'autrice, è lo sfalsamento temporale tra le vicende che si svolgono nel presente e nel passato di Elsa e la contrapposizione tra la sua esistenza e quella della poliziotta incaricata di catturarla.
Uno stile scarno e incisivo e una bella introduzione del romanziere Maurizio De Giovanni rendono infine questo lavoro un acquisto estremamente consigliato non solo per gli appassionati di letteratura di genere ma anche per chi è abituato a non fermarsi alla prima impressione e ad aver a che fare con personaggi a tutto tondo.

sabato 20 maggio 2017

La carne e il sangue

Autore: Marco De Franchi
Editore: Barbera
Collana: Radio Londra
Data di uscita: Luglio 2008
N° Pagine: 270
Prezzo: € 14,90

È uscito nel luglio del 2008 per l’editore Barbera di Siena "La carne e il sangue", romanzo d’esordio del sostituto commissario della polizia di stato Marco de Franchi.
Quest’opera, ambientata sullo sfondo delle vicende che hanno segnato la dolorosa rinascita delle Brigate Rosse, si pone a metà strada tra la realtà e la finzione.
Il libro, infatti, è basato su accadimenti reali che a suo tempo riempirono le cronache che De Franchi, che ha partecipato alle indagini, conosce.
L’autore però, inventando personaggi ispirati a figure reali, li usa come attori per penetrare all’interno del contesto storico delle nuove BR dando vita ad un testo che immagina quello che sarebbe potuto accadere e svela quello che per poco non è realmente successo.
Protagoniste della vicenda narrata sono due giovani donne: Lucia, una moglie innamorata e una madre amorevole che, quando le esigenze lo richiedono, si trasforma in Federica, militante rivoluzionaria e combattente spietata fedele alla causa delle BR, e Serena D’Amico, un commissario di polizia che ha sacrificato la sua vita alla caccia ai terroristi.
Il suo compito è quello di dare un nome e un volto all’imprendibile Federica: dalla terrorista e dalla sua vita nascosta finirà per restare ossessionata.
Finché scoprirà di esserle legata da un episodio, doloroso e terribile, del suo passato.
Questi due personaggi, che simboleggiano due realtà più ampie ed astratte che lottano l’una contro l’atra come Stato e nuove brigate rosse, non sono dei simulacri vuoti e spersonalizzati ma persone reali capaci di provare sentimenti.
Nelle due donne coesistono sia il desiderio di vendetta che l’amore, che si fa strada dentro la scorza dura delle loro vite.
Federica, infatti, si fa catturare perché non rinuncia a vedere suo figlio per l’ultima volta, mentre la poliziotta Serena finisce per innamorarsi del marito della terrorista che cerca e da cui è ossessionata.
Il tutto è narrato da De Franchi con un linguaggio crudo, angosciante e spietato come solo la realtà sa essere, avaro di descrizioni, che scava nel profondo dei personaggi senza paura di sporcarsi le mani.
E rimane, oltre alla vicenda umana, anche la denuncia, di cui è bene prendere atto, del ritorno delle Brigate rosse, un fatto, analizzato in modo puntuale dall’autore, che è insieme politico e culturale e rivela uno stato di disagio, che non va sottovalutato, oltre che una cultura che i tempi non sono ancora riusciti a cancellare.
Alla luce di quanto scritto quindi, non si può non applaudire De Franchi per questa prova di scrittura e consigliare la lettura del libro non solo agli appassionati di buona letteratura noir ma anche a chi voglia approfondire una delle piaghe della storia italiana recente.

lunedì 1 maggio 2017

L'occhio del corvo

Autore: Shane Peacock
Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore
Collana: Feltrinelli Kids
Anno d'uscita: 2011
Pagine: 254
Prezzo: € 14,00

Sherlock Holmes, famoso eroe partorito dalla penna di Sir Arthur Conan Doyle alla fine del XIX secolo, è stato protagonista di un gran numero di opere letterarie.
Tra queste figura anche il racconto "L'avventura dell'interprete greco", pubblicato originariamente sulla rivista Strand Magazine ed in seguito in una raccolta dal titolo "Le memorie di Sherlock Holmes", in cui l'intellettuale di Edimburgo fa dire al dottor Watson, assistente e miglior amico del famoso detective privato: «Durante la mia lunga e intima collaborazione con Sherlock Holmes non l'ho mai sentito riferirsi ai suoi parenti e quasi mai alla sua giovinezza.
Ero giunto a credere che fosse orfano...».
Visto il disinteresse del suo creatore, a costruirgli un passato hanno contribuito, oltre a una folta schiera di appassionati, famosi scrittori come lo sceneggiatore e giornalista canadese Shane Peacock, autore della serie per ragazzi "I casi del giovane Sherlock Holmes".
Ambientato nella Londra della seconda metà del 1800 pervasa da una nebbiolina giallastra che favorisce un'atmosfera oscura ma dal grande fascino, "L'occhio del corvo", volume della collana pubblicato da Tundra Books in Canada e negli Stati Uniti e in Italia da Feltrinelli, racconta il primo caso del famoso consulente investigativo.
Una donna viene trovata accoltellata in un vicolo dei bassifondi.
Solo alcuni corvi hanno assistito al delitto.
Il giovane Holmes, che rivela già brillanti doti di osservazione e analisi, entrando nella psicologia di questi uccelli e guardando con i loro occhi, troverà gli indizi che serviranno a scagionare lui stesso e un giovane macellaio arabo, che la polizia ha trasformato in capro espiatorio, dall'accusa di omicidio.
Accanto al protagonista, in un ambiente in cui una grande opulenza si contrappone alla miseria più nera, ricchi palazzi a fetide topaie e media borghesia al sottoproletariato più bieco, si muovono numerosi personaggi, tutti ben caratterizzati sia fisicamente che psicologicamente come Rose e Wilberforce Holmes, genitori di Sherlock, Malefactor, capo della banda degli irregolari di Londra e Irene Doyle, figlia di sir Arthur, ragazza tanto buona quanto forte e motivata.
Nel corso della narrazione si fa inoltre riferimento a personalità storiche come il reverendo Lewis Carroll, Charles Dickens, il premier Gladstone e il suo avversario Benjamin Disraeli che contribuiscono a contestualizzare la vicenda.
L'unico neo, che non sminuisce la bellezza e la particolarità di questo libro, è il finale, su cui si sarebbe potuto indugiare maggiormente.
Alla luce di quanto scritto si può quindi affermare, senza paura di smentita, che L'occhio del corvo è un romanzo la cui lettura soddisferà pienamente sia i fans doyliani che gli appassionati di letteratura gialla.

venerdì 28 aprile 2017

La Città

Soggetto e sceneggiatura: Bonvi
Disegni e copertina: Giorgio Cavazzano
Editore: Sergio Bonelli Editore
Collana: I grandi comici del fumetto
N° pagine: 94
Data d'uscita: 1998
Prezzo: £ 5500

Pubblicata nel 1998 sul secondo numero della serie "I Grandi Comici del Fumetto" della Sergio Bonelli Editore, volumetti interamente a colori stampati su carta lucida e pesante che portano le firme di autori che hanno fatto la storia della letteratura disegnata umoristica italiana e che tra il 1997 e il 2000 sono usciti a cadenza annuale, "La Città" è una storia un po’ anomala.
Quest’opera, composta da quattro episodi che si intrecciano tra loro accomunati dall’ambientazione metropolitana, è particolarmente interessante per la strana coppia di autori che propone.
È infatti il frutto dell’incontro della penna di Franco Bonvicini, in arte Bonvi, con le matite e gli inchiostri di Giorgio Cavazzano.
Questi due artisti, che per gli appassionati di fumetti non hanno certo bisogno di presentazioni, hanno architettato un albo, introdotto da una breve comparsata di Martin Mystère, con cui si sono inoltrati nel cuore di New York per portare alla luce vicende buffe, bizzarre e anche poetiche vissute dai suoi abitanti, eventi ai confini della realtà nascosti dietro la patina della routine quotidiana.
Nel corso delle storie si incontrano personaggi, apparentemente normali, come: poliziotti, ragionieri, barboni e ragazzi alle prese con avvenimenti che solo ad uno sguardo attento si rivelano particolari e bizzarri.
La città è un misto di follia e genialità come se ne vedono ben pochi nel fumetto italiano.
La sceneggiatura di Bonvi, al secolo Franco Bonvicini, è stupefacente e presenta continui richiami ad opere letterarie e cinematografiche.
L’autore, conosciuto per il suo gusto dissacrante e per le trame ricche di non-sense, viene in questo contesto riscoperto anche come maestro di testi di storie realistiche.
I suoi personaggi, ben caratterizzati psicologicamente, incarnano vizi e virtù che sono anche nostri, in una serie di tipi solo apparentemente fuori dal mondo.
I dialoghi sono intelligenti, ragionati ed ironici e c’è uno studio del gergo individuale molto divertente.
I disegni di Giorgio Cavazzano, qui al lavoro senza le restrizioni dovute al pubblico prevalentemente di ragazzi cui di solito sono rivolti i suoi fumetti, ricreano situazioni ed ambienti più adulti in cui si muovono figure grottesche dinamiche e intense efficacemente realizzate con pochissimi tratti.
Da segnalare infine la prefazione curata da Alfredo Castelli e l’introduzione di Sergio Bonelli, dedicate entrambe a Bonvi morto, prima della pubblicazione dell’albo, in seguito ad un incidente stradale.
Se proprio vogliamo trovare un neo per questo volume, possiamo affermare che il prezzo è un po’ più alto di quello dei soliti prodotti targati Bonelli.
Nonostante ciò, per la bellezza delle storie e per qualità della confezione l’acquisto dell’albo è caldamente consigliato.

giovedì 27 aprile 2017

Jungle Town

Soggetto e sceneggiatura: Tito Faraci
Disegni e copertina: Giorgio Cavazzano
Editore: Walt Disney Company – Buena Vista Lab
N° pagine: 80
Data d'uscita: Marzo 2006
Prezzo: € 6,90

È uscita in tutte le edicole i primi di marzo ed è stata presentata al Salone del fumetto Napoli Comicon, che si è svolto a Napoli a Castel Sant’Elmo dal 3 al 5 marzo 2006, "Jungle Town", la quarta graphic novel della collana Buena Vista Lab.
Scritta da Tito Faraci, autore di "Topolino Noir", "Brad Barron" e "L’ultima battaglia", e disegnata da Giorgio Cavazzano, "Jungle Town" è una storia poliziesco - investigativa moderna e avvincente, con un’ottima caratterizzazione dei personaggi sia dal punto di vista grafico che caratteriale, composta di 62 tavole a colori e completamente made in Italy.
Narra le vicende di una metropoli atipica che ha come abitanti animali antropomorfi: cani, gatti, topi, ippopotami.
Sullo sfondo di questa città, che non è per un nulla un ambiente bucolico e felice come si potrebbe pensare a prima vista, Adam e Rollo, due cani poliziotto, sono incaricati delle indagini sulla misteriosa morte di un topo, ritrovato nel più esclusivo golf club della città.
Questo cadavere è la miccia che rischia di far esplodere Jungle Town, mobilitando mass media e opinione pubblica.
I topi, infatti, sono discriminati e il loro movimento esige giustizia.
Se il responsabile del ratticidio non verrà trovato, la polizia potrebbe essere messa sotto accusa e i tumulti divampare in ogni strada.
Per quanto riguarda la trama e i disegni di "Jungle Town" salta subito all’occhio come il volume sia incentrato oltre che su storie di vita quotidiana e argomenti come la famiglia, l’amicizia, la vita della città e i problemi di cuore, che rimangono peraltro sullo sfondo della vicenda senza mai intrecciarsi fra loro, su temi scottanti come il razzismo e i pregiudizi verso il prossimo.
Faraci cerca di far capire al lettore, nonostante le tavole del volumetto siano troppo poche per affrontare approfonditamente questi temi, che cosa significhi oggi il concetto di diversità e quello di minoranza.
La trama poliziesca, che è solo uno dei tanti piani sul quale si sviluppa il racconto, è assolutamente banale.
Questo però non è un male proprio perchè lo scopo della storia è il mostrare un’allegoria della nostra civiltà, dove alle varie tipologie di persone sono sostituite le diverse specie animali.
I personaggi, che si discostano da quelli Disney ma sono a loro molto vicini sia fisicamente che caratterialmente, sono il punto di forza della vicenda.
La storia è impreziosita oltre che dagli ottimi disegni di Cavazzano da numerose trovate narrative e spunti di riflessione dai toni adulti che Tito Faraci dissemina per l’albo: dal tema del razzismo tra le specie, alle raffinate strizzate d’occhio al mondo degli adulti, alla vita di coppia in tutti i suoi risvolti.
In appendice alla storia ci sono poi 16 pagine di servizi riccamente illustrati che forniscono approfondimenti sui personaggi, sull’ambientazione e sugli autori, nonché un ricchissimo sketchbook con disegni preparatori e commenti di Giorgio Cavazzano e Tito Faraci sul making of dell’opera.
Alla luce di quanto detto si può quindi affermare, senza paura di smentita, che Jungle Town è una lettura consigliatissima, e sicuramente la migliore graphic novel della collezione Buena Vista Lab vista finora.

mercoledì 5 aprile 2017

Jacovitti in Giallo


Storie e disegni: Benito Jacovitti
Editore: Stampa Alternativa / Nuovi Equilibri
Data di uscita: Ottobre 2004
N° Pagine: 160
Prezzo: € 18,00 

 
Nel 2004, curato con molta competenza e passione da Gianni Brunoro, è uscito "Jacovitti in Giallo" un bellissimo volume, edito in brossura rilegata da Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri, dedicato interamente all’estro del vulcanico Benito Jacovitti e alle sue creazioni che ruotano attorno all’universo del giallo catturato in tutte le sue sfumature.
Per le due o tre persone che ancora non conoscono Jac o lisca di pesce, pseudonimi con i quali Jacovitti frequentemente ha firmato i propri lavori che hanno toccato con uguale ironia numerosi generi narrativi, traccerò brevemente una sua biografia.
Nato a Termoli nel 1923, in oltre sessant’anni di lavoro, ha costruito un mondo di carta pervaso da un umorismo surreale, un universo originale e irripetibile, una sorta di paese delle meraviglie dove tutto è possibile.
Partito come collaboratore del settimanale cattolico Il Vittorioso, Jacovitti nel corso della sua attività ha disegnato storie per bambini e adulti, pirati, alieni, storie western e grotteschi kamasutra su Playmen, s’è divertito a giocare con il giallo e il noir, a sbeffeggiare eroi, totem, tabù, e ha creato un gadget scolastico mitico come il Diario Vitt.
Ha immaginato donne poppute che hanno fatto infuriare l’Azione cattolica, poster per la Dc e si è fatto cacciare da Linus per strisce che hanno irritato i lettori progressisti.
È scomparso il 3 dicembre 1997, all’età di 74 anni, stroncato da un ictus.
Tornando a parlare del volume, questo contiene sette storie a fumetti, che coprono un arco di tempo che va dal 1945 al 1957, che hanno per protagonisti i personaggi più noti dell’autore di Termoli.
Tra questi l’investigatore Cip, che esclama sempre “lo supponevo!”, assistito dallo stolido aiutante Gallina e dal cane bassotto Kilometro che si contrappone al terribile Zagar, il giornalista Tom Ficcanaso, i gangster Jak Mandolino e Gionni Chitarra e i tre P.
Queste avventure, introdotte brillantemente dalla prosa colta e articolata di Gianni Brunoro, toccano molti generi della letteratura poliziesca come il mystery, il noir e l’hard boiled.
Si tratta di storie nere, sadiche, crudeli, ma in cui prevale il tono grottesco e pertanto piene di disincanto, che la narrazione beffarda riscatta da un ipotetico sapore di cinica durezza.
Un volume veramente eccellente insomma che non può mancare sullo scaffale sia dell’appassionato di fumetti che di letteratura poliziesca.

venerdì 10 febbraio 2017

Il metodo del coccodrillo

Autore: Maurizio De Giovanni
Editore: Einaudi
Collana: Stile Libero Big
Anno di uscita: 2016
N° Pagine: 292
Prezzo: 14.00 €

Pubblicato originariamente nel 2012 per Mondadori e ristampato nel 2016 nella collana di Einaudi Stile Libero Big, “Il metodo del coccodrillo” è un libro giallo scritto da Maurizio De Giovanni.
Ambientato in una Napoli contemporanea, in cui l'indifferenza sembra diventata una nuova piaga sociale e chi vuole può uccidere restando invisibile, questo volume si distacca dalla produzione letteraria precedente dello scrittore partenopeo, in cui un triste commissario della regia polizia, Luigi Alfredo Ricciardi, si muove nel capoluogo campano degli anni '30 del novecento, ma non per questo è meno bello e affascinante.
In questa cittadina, che non è come a prima vista si potrebbe immaginare ma decadente, cupa, opprimente, distratta e confusa, un misterioso killer, che lascia sulla scena del crimine fazzoletti bagnati di lacrime e che per questo viene soprannominato “Il coccodrillo”, colpisce vittime all'apparenza casuali: il figlio di una infermiera senza marito, la rampolla di una famiglia borghese e l'unico erede di un medico famoso, vedovo e dedito unicamente al lavoro.
A lui si contrappone l'ispettore Giuseppe Lojacono, un anonimo funzionario di polizia molto tormentato ed emarginato, che sopravvive tra una partita a scopa con il computer e l'altra, separato dalla moglie e lontano da una figlia adolescente che non vede da tempo, dopo essere stato allontanato dalla squadra mobile di Agrigento a causa di accuse da parte di un pentito di collusione con la mafia.
Questo ennesimo poliziotto, che è diventato in seguito protagonista della serie di romanzi iniziata con “I bastardi di Pizzofalcone”, da cui è stato tratto anche l'omonimo serial televisivo, richiamato in servizio per il suo fiuto nelle indagini, insieme al sostituto procuratore sardo Laura Piras, si muoverà nei meandri di una metropoli che sonnecchia tra pioggia e mare e scoprirà che dietro a questi omicidi, apparentemente scollegati tra di loro, si nasconde una storia di amore e di vendetta.
Opera dura, disperata, realistica, ruvida, dalla scrittura solida e diretta e dalle ambientazioni uggiose e tetre, “Il metodo del coccodrillo” vede fronteggiarsi due persone, molto ben connotate sia fisicamente che psicologicamente, a prima vista molto diverse tra loro ma che, con lo scorrere della narrazione, si scoprirà avere molte caratteristiche in comune.
Ai due, fanno da contorno una moltitudine di personaggi, dalle peculiarità proprie e ben definite, che insieme agli ambienti, che comunicano tristezza e solitudine, delineano una storia che, nonostante abbia toni e caratteri del noir, tocca argomenti sensibili e delicati e lascia il lettore esterrefatto e commosso di fronte ad un finale toccante e inaspettato.
Alla luce di quanto scritto, possiamo quindi affermare, senza paura di smentite, che la lettura di questo libro, piacevolissimo, dallo stile impeccabile e semplice, scritto da un autore che dedica molta attenzione al background e agli attori di una vicenda avvincente, concitata e non banale, sia caldamente consigliata non solo agli appassionati di letteratura gialla, ma anche a chi voglia aver a che fare con eroi a tutto tondo e con storie intense e profonde che facciano riflettere.

mercoledì 8 febbraio 2017

Pagine ingiallite [3] Francesco Mastriani e “Il mio cadavere”

Francesco Mastriani
Intellettuale trasversale la cui produzione attraversa tutto l' 800, Francesco Mastriani nasce a Napoli nel 1819 da agiata famiglia borghese.
Attivo giornalista, drammaturgo, precursore della narrativa sociale e di denuncia e anticipatore dei temi che hanno condotto alle grandi correnti del verismo e del meridionalismo, questo artista è interessante per questa rubrica dedicata al giallo perché è l'autore de “Il mio cadavere”, considerato da molti studiosi il primo libro di questo genere ad esser stato scritto in Italia.
Pubblicata nel 1852 a puntate sulle pagine del quotidiano partenopeo Roma e in volume nel 1853 dall'editore Rossi di Genova, quest'opera, sullo sfondo della Napoli del 1826, narra le vicissitudini di quattro persone: Daniele, un giovane maestro di musica che nel corso della narrazione si scoprirà essere ben altro, Lucia, che si ritrova a far da madre ai propri fratelli dopo la dipartita dei propri genitori, Edmondo, un ricchissimo baronetto vittima del proprio tenore di vita decisamente dissoluto ed Emma, ereditiera di una nobile famiglia spagnola.
Questi personaggi, a cui fanno da contorno numerose altre figure minori fondamentali però per la felice risoluzione delle trame del testo in cui confluiscono elementi vari e diversi in un intreccio ricchissimo e appassionante, hanno in comune il legame con un cadavere e sono protagonisti di vicende amorose e nere che, pur se concepite più di cent'anni fa, non sfigurerebbero in un romanzo giallo odierno.
Un tratto che differenzia quest'opera dalla produzione letteraria noir moderna sta nel fatto che in questo volume non c'è il classico investigatore o funzionario di polizia che esegue indagini sulle morti di cui è disseminato il romanzo.
La narrazione in terza persona è affidata ad una figura esterna che, oltre a rendere partecipe il lettore delle azioni, delle considerazioni e dei pensieri dei protagonisti, presenta le numerose persone che si incontrano nel dipanarsi della vicenda.
Una curiosità da mettere in evidenza è che nel 2010, esattamente 158 anni dalla pubblicazione originaria, questo testo, scritto originariamente in un italiano ottocentesco, è stato riscoperto dal giovane scrittore viareggino Divier Nelli che, dopo averlo rivisitato alleggerendone la lingua senza nulla togliere o aggiungere però alla trama originaria avvincente e ricca di colpi di scena, lo ha reso il primo titolo dei Gialli Rusconi, collana, che affianca opere inedite e contemporanee a testi del passato, dedicata dal gruppo editoriale emiliano Rusconi Libri alla narrativa di tensione italiana e straniera.
Quest'operazione, che ha fatto storcere il naso ai puristi, si inquadra nella volontà dell'autore versiliese di restituire alla moltitudine degli appassionati il piacere della riscoperta dei classici della letteratura del passato e di permette ai lettori moderni di affrontare questo romanzo con più agio e di apprezzarlo.
Alla luce di quanto scritto non si può quindi che lodare Nelli per la coraggiosa operazione attuata e consigliare la lettura di questo testo, che per trama e colpi di scena non ha niente da invidiare alla produzione contemporanea, ad ogni appassionato di letteratura di genere e non.


giovedì 2 febbraio 2017

Musica Nera

Autore: Leonardo Gori
Editore: TEA
Data di uscita: Febbario 2017
N° Pagine: 350
Prezzo: 14.00 €

"Musica nera", libro uscito nell’aprile 2008 per la casa editrice Hobby & Work e ristampato nel 2017 da TEA, dopo che numerosi capitoli sono stati riscritti e alcuni inediti, fra cui una "coda" di Marco Vichi che anticipa la nuova storia bordelliana, sono stati aggiunti, è un romanzo dello scrittore fiorentino Leonardo Gori che ha per protagonista il colonnello dei carabinieri Bruno Arcieri.
Ambientata nella Versilia del 1967 alle porte del boom economico, la vicenda inizia con con la morte di un ammiraglio in pensione annegato in una fossa di liquami industriali.
Ai funerali partecipa anche l’amico Bruno Arcieri, ex colonello del Sifar, Servizio Informazioni Forze Armate, ormai sessantenne e sempre di più alle prese col suo passato, cui l’incidente lascia qualche dubbio.
A questi dubbi si somma un’altra stranezza, un gruppo di donne vestite di nero che ogni sera scruta il mare in silenzio.
Sarà però la musica jazz, passione del protagonista durante la sua giovinezza, suonata dalla tromba di un misterioso musicista dal nome d’arte di Tom, a condurlo in una trappola assassina, a cui sfugge per miracolo.
Proprio per darsene ragione e scoprire le radici di vari omicidi insoluti, come tra gli altri quello di una famiglia ebrea massacrata nel 1944, di un faccendiere legato ai servizi segreti di Salò e dell’equipaggio di un sommergibile colato a picco nel Tirreno, Arcieri condurrà un’indagine privata.
Questi misteri, destinati a scoperchiare un intrico di trame eversive e interessi personali di assoluto cinismo, che sporcano l’Italia del 1945 come quella del boom economico, sonno tutti collegati alla guerra, all’armistizio dell’otto settembre del 1943, al cambio di alleanze e ad ex fascisti che sono riusciti a cambiare faccia prima di essere messi al muro o arrestati.
Un intreccio torbido, con doppi e tripli giochi che coinvolgono anche servizi segreti esteri e alcuni ex colleghi di Arcieri.
Giochi in cui egli stesso diviene, in qualche modo, una pedina per un disegno, per un piano che non riesce nemmeno a comprendere fino in fondo.
E alla fine del libro un’ultima incredibile sorpresa che lascia l’amaro in bocca al lettore per l’immediatezza con la quale si conclude la vicenda.
Romanzo poliziesco ad alta tensione che, come la musica jazz che gli fa da sfondo, è caratterizzato dai cambi di ritmo e basato su improvvisazioni e virtuosismi, "Musica Nera" è un viaggio nella memoria di una generazione che ha ricostruito l’Italia a favore di tutti ma per il vantaggio di pochi e una rievocazione storica di una pagina fondamentale per lo sviluppo del nostro Paese.
Leonardo Gori, giallista abilissimo dotato di una notevole padronanza della trama e ben attento alla psicologia dei personaggi, raduna e intreccia da maestro una serie di temi civili e politici che ancora condizionano il nostro presente, plasmandoli in un giallo esplosivo, indignato, col cuore in gola e senza un attimo di tregua.
Da notare infine la contrapposizione forte tra il personaggio di Arcieri ed il contesto storico e culturale in cui si trova ad agire.
Se nelle prime storie che lo riguardano ad un personaggio dai forti e solidi ideali si contrapponeva un’Italia tormentata dalla guerra e dagli scempi, sia fisici che morali, dei nazifascisti, in questo romanzo in particolare si ha al contrario un personaggio molto tormentato che agisce sullo sfondo di una Versilia fiorente come non lo è più stata.
Un ultima curiosità da sottolineare poi, è che anche in questo libro compare, in un cameo, il personaggio del commissario Bordelli, protagonista dei romanzi di Marco Vichi in un gioco di rimandi tra i due autori che ormai è diventato consuetudine.
Da segnalare infine, ancora una volta, la splendida copertina del pittore e illustratore Francesco Chiacchio.

domenica 29 gennaio 2017

I casi di Sherlock Holmes

Soggetto e sceneggiatura: Giancarlo Berardi
Disegni e copertina: Giorgio Trevisan
Editore: Microart's Edizioni
N° pagine: 88
Data d'uscita: Ottobre 2000
Prezzo: € 18,00

È uscito nel mese di ottobre del 2000 per la casa editrice di Recco “Microart's Edizioni” nella collana “Le Mani Comics” “I casi di Sherlock Holmes”, un volume di grande formato che raccoglie l'adattamento a fumetti, realizzato originariamente a partire dal 1986 per la rivista “L'Eternauta”, di “Uno scandalo in Boemia”, “Un caso di identità” e “La lega dei Capelli Rossi”, tre racconti che fanno parte delle opere che hanno per protagonista il detective creato, alla fine degli anni '80 del XIX secolo, da Sir Arthur Conan Doyle.
Sceneggiate da Giancarlo Berardi, che pur non discostandosi, se non per qualche piccola variazione di contenuto, dalle composizioni originali dello scrittore scozzese ha interpretato con estrema modernità i caratteri del famoso investigatore privato e del suo aiutante e amico il dottor John Watson, queste storie sono illustrate, con un tratto dalle molte linee che esaltano le ombre, l'espressività dei volti e i fisici dei personaggi principali, le cui fisionomie si basano su quelle degli attori Basil Rathbone e Nigel Bruce, e dei numerosi comprimari, da Giorgio Trevisan, disegnatore e pittore che, oltre che su queste avventure, ha affiancato Berardi su serie di grande successo come “Ken Parker” e “Julia”, testata per cui ha disegnato anche il celebrativo numero cento.
E il segno fine, cupo e allo stesso tempo estremamente raffinato dell'autore di Merano, fa assaporare al lettore anche le atmosfere nebbiose e velate di fumi della Londra di fine ottocento, ricostruita alla perfezione con zone esclusive a cui si contrappongono quartieri malfamati e brulicante di accattoni, delinquenti dal coltello facile e donne di malaffare, teatro ideale per storie di misteri e intrighi.
Sono presenti inoltre numerosi piccoli particolari che differenziano queste opere da quelle letterarie.
Le vicende che vedono Sherlock Holmes risolvere brillantemente i casi che gli vengono sottoposti sono narrate in prima persona e non, come avviene nei romanzi e nei racconti che compongono il canone, attraverso ricordi o appunti del dottor Watson, che è comunque sempre presente.
Non si fa riferimento all'uso che il protagonista fa di droghe, come morfina e cocaina, mentre sono messe in risalto la passione del personaggio per il violino, che suona con grande maestria, e il fumo della pipa, attività con cui si concentra e riorganizza le idee.
Una curiosità da mettere in evidenza infine è che in appendice al volume si trova un'interessante approfondimento, a cura di Renato Venturelli, sull'epopea cinematografica di Sherlock con una bella panoramica sui principali interpreti del personaggio di Doyle.
Se proprio vogliamo trovare una piccola pecca, la mancanza di una copertina rigida e le poche pagine di cui è composta, sebbene siano stampate su carta satinata pesante, non giustificano il prezzo a cui la pubblicazione viene venduta.
Nonostante ciò però si può affermare che questo libro, molto bello e dall'impatto visivo di grande effetto, soddisferà sia gli appassionati di fumetto d'autore che quelli di letteratura gialla classica.

giovedì 26 gennaio 2017

Altai & Jonson

Soggetto e sceneggiatura: Tiziano Sclavi
Disegni e copertina: Giorgio Cavazzano
Editore: Editoriale Cosmo
Data d'uscita: Aprile 2017

Ad aprile del 2017 uscirà la ristampa delle storie di Altai & Jonson, di Tiziano Sclavi e Giorgio Cavazzano, raccolte in volumetti formato bonellide dai tipi dell'Editoriale Cosmo.
Il giovane e mingherlino Michael Altai e il baffuto e più maturo Sarno Jonson sono una rinomata “strana” coppia di investigatori privati che vivono e lavorano a San Francisco.
I due, come ogni detective che si rispetti, hanno stabilito il loro quartier generale in un ufficio che avrebbe un urgente bisogno di una risistemata e, nonostante vivano nell’unica città d’America che ha un servizio di tram, poiché perennemente senza un dollaro, si spostano su uno scassatissimo maggiolone.
Il loro peggior nemico è il terribile gangster di San Francisco Julius Caesar e il loro referente il tenente Kennan, della polizia della città, che non li vede di buon grado.
Nonostante ciò, Altai e Jonson si distinguono per le loro imprese brillanti, anche quando, ed è la norma, i casi che devono gestire sono incredibilmente strampalati e all’apparenza addirittura irrisolvibili.
Creati da Tiziano Sclavi, lo sceneggiatore di Dylan Dog, e da Giorgio Cavazzano, uno dei più conosciuti e apprezzati disegnatori di storie Disney, le avventure a sfondo umoristico di questa coppia di detective furono pubblicate originariamente sul Corriere dei Ragazzi a partire dal 1975.
In seguito sono state ripubblicate sulle riviste Corrierboy, Il Mago e Orient Express e poi raccolte, in una serie di albi cronologici, da Alessandro Distribuzione di Bologna, da Edizioni Montego e in un volume di quasi 300 pagine da Edizioni BD.
Nel concepire la serie, Tiziano Sclavi pensava a uno stile realistico, come ricordò lui stesso: “Altai & Jonson non sono nati per un disegno così, ma per un disegno serio”.
Il merito dell’ibrido fu di Barberis, allora direttore de Il Corriere dei Ragazzi.
Fatto sta che le due prime storie di A&J furono una cosa, e le successive un’altra cosa, perché scritte pensando al disegno di Giorgio.
Comunque siano andate le cose, in questa serie giallo-ironica, la sintesi narrativa del geniale Sclavi si fonde perfettamente con lo stile nervoso e moderatamente grottesco di un Cavazzano vicino alla perfezione grafica.