sabato 15 novembre 2014

La mala ordina

Regia: Fernando Di Leo

Sceneggiatura: Fernando Di Leo, Augusto Finocchi, Ingo Hermess

Fotografia: Franco Villa

Musiche: Armando Trovajoli

Montaggio: Amedeo Giomini

Cast: Mario Adorf, Adolfo Celi, Henry Silva, Woody Strode

Anno d’uscita: 1972

Concepito inizialmente con il titolo "Ordini dall’altro mondo", "La mala ordina" rappresenta il secondo capitolo della Trilogia del Milieu diretta da Fernando Di Leo all’inizio degli anni Settanta.
Il rapporto del film con i racconti di Giorgio Scerbanenco è, in questo caso, più chiaro che in "Milano calibro 9".

Anzi, proprio dall'omonimo racconto, che aveva dato il titolo al precedente lavoro, Di Leo trae spunto per la situazione di base del plot, in cui un piccolo “pappone” milanese, Luca Canali, finisce, senza colpa, nella ragnatela di un regolamento di conti tra i pezzi grossi dell’Organizzazione e si vede costretto a lottare contro due killer newyorchesi spediti in Italia per liquidarlo.

Per il ruolo del protagonista si era pensato in un primo momento a Mario Petri, che era stato attivo nel genere peplum e si era quindi dedicato al canto lirico, ma la scelta finale cadde su Mario Adorf, che già in "Milano calibro 9" si era distinto nella caratterizzazione di un gangster smargiasso e sanguigno.

Luca Canali recupera aspetti del precedente Rocco Musco, a livello formale, ma la caratterizzazione del personaggio da parte di Adorf in questo lungometraggio si fa più complessa ed è perfetta la progressione con cui Di Leo lo fa evolvere da vittima sbigottita degli eventi a spietato giustiziere mosso dal motore della disperazione.

"La mala ordina" segna, inoltre, l’ingresso nella compagine dileiana di due attori che torneranno spesso nelle successive pellicole del regista: Henry Silva e Woody Stroode, perfetti come coppia di killer agli ordini del potentissimo Mr. Corso.

L’egida produttiva del film è sempre quella della Daunia, associata per l’occasione alla tedesca Hermes Synchron (e il coproduttore Ingo Hermes appare accreditato in sceneggiatura, per ragioni esclusivamente burocratiche, pur non avendo, in realtà, scritto nulla).

Anche il cast tecnico è il medesimo di "Milano calibro 9", mentre tra gli attori del film precedente Di Leo riconvoca Mario Adorf, cucendogli addosso il ruolo del protagonista, un piccolo “pappone” milanese che si trova invischiato suo malgrado in un regolamento di conti mafioso a causa di una partita di droga trafugata.

Oltre ai tempi e ai ritmi narrativi perfetti, le scene d’azione sono tra le migliori che Di Leo abbia mai girato: in particolare il lunghissimo e disperato inseguimento di Adorf dell’assassino di sua moglie e di sua figlia, e oltre all’accuratezza nel definire psicologicamente le varie tipologie dell’universo delinquenziale, dai boss ai picciotti, “La mala ordina” colpisce per la precisione e la straordinaria resa degli interpreti principali: Mario Adorf, innocuo “pappone” capace di trasformarsi in una belva, gli americani Henry Silva e Woody Stroode, inedita e ben assortita coppia di spietati killer, e Adolfo Celi, nel ruolo del capo dell'Organizzazione, nello stesso tempo spregevole opportunista e uomo d’onore.

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