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giovedì 21 agosto 2025

Sin City 1 Il duro addio

 

Sceneggiatura e disegni: Frank Miller
Editore: Star Comics
Collana: Astra
Traduzione: Daniele Brolli
Anno di uscita: 2024
N° Pagine: 224
Prezzo: € 19,90

Abbandonati gli eroi in calzamaglia Frank Miller, agli inizi degli anni novanta e più precisamente nel 1991, realizza la sua opera stilisticamente più matura e innovativa, Sin City.
La miniserie è originariamente pubblicata, divisa in 13 parti, su Dark Horse Present, la rivista contenitore edita dalla casa editrice Dark Horse che all’epoca era la terza potenza del mercato dei comics dopo Marvel e Dc.
La peculiarità di questa miniserie come tutte quelle che la seguiranno è il fatto di essere disegnata in un bianco e nero senza grigi e mezzi toni come se l’autore volesse suggerirci, anche graficamente, che nel contesto in cui è ambientata la vicenda, Sin City che in inglese significa città del peccato, abbreviazione di Basin City, non ci può essere nessuna sfumatura.
Il protagonista della vicenda della prima storia è Marv un tipo poco raccomandabile che è appena uscito di galera.
In un locale notturno incontra una bellissima donna, Goldie, una prostituta d’alto bordo.
I due passano la notte a fare l’amore ma il mattino seguente Marv la ritrova morta proprio accanto a lui.
Decide così di scoprire il colpevole di questo delitto e la sua caccia all’uomo lo porterà a scandagliare in lungo e in largo la città del peccato.
Il successo di quest’opera è immediato e per certi versi inaspettato, tanto che viene subito ristampata in volume.
Miller infatti ha sempre realizzato opere supereroistiche anche se di livello sopraffino, basti pensare al suo insuperato ciclo di Devil o al suo capolavoro Il ritorno del cavaliere oscuro, e il tipo di pubblico a cui si rivolge Sin City non è certo quello dei teen agers.
Qualche anno dopo Miller pubblica un altra miniserie dal titolo: A dame to kill for sempre ambientata nella città del peccato, per poi continuare, con cadenza praticamente annuale, a proporre nuovi cicli di storie.
La cosa più interessante dell’opera è sicuramente la rivoluzione grafica operata dall’autore.
Abbandonati i colori, affidati alla sua compagna Lynn Varley, Miller con il solo uso del pennello e del bianco e nero, realizza su carta quello che i registi del Noir hollywoodiano degli anni 30 e 40 hanno realizzato su pellicola, giocando con le luci e con le ombre.
Seguendo la lezione dell’argentino Munoz, del giapponese Otomo e del cinema espressionista tedesco, l’autore americano offre una magistrale prova di virtuosismo tecnico, creando tavole a prima vista perfino indecifrabili, almeno per chi è abituato alle rassicuranti pagine del fumetto mainstream
Molti sono stati i tentativi di seguire la strada che Sin City ha aperto, dal sopravvalutato Armored and Dangerous di Bob Hall, vera e propria brutta copia della saga milleriana, a Stray Bullets di David Lapham, l’unico vero epigone delle miniserie del creatore di Elektra.
Nessuno però ha saputo riproporre quanto Miller aveva fatto, neanche lui stesso.
Miniserie dopo miniserie infatti si è ripetuto facendosi praticamente il verso da solo e scandendo spesso nei soliti cliché del genere.
Sin City è stata pubblicata in Italia per la prima volta a puntate sui primi sette numeri di una delle migliori testate edite dalla Star comics, la sfortunata Hyperion, rivista chiusa dopo soli nove numeri.
Le miniserie di Sin City, che sono state stamapte in Italia in volume da numerose case editrici tra cui: Play Press, Lexy e Magic Press, hanno ispirato anche un pregevole lungometraggio uscito in America nell’aprile del 2005.
Il duro addio, primo libro della saga, è stato riproposto nel 2024 dall'etichetta Astra di Star Comics.

domenica 13 luglio 2025

Carlo Lucarelli diventa una delle firme di Zagor

Zagor n. 721, “I segreti di Endless”

Tra i numerosi ambiti in cui si muove Carlo Lucarelli, scrittore, sceneggiatore, conduttore televisivo e radiofonico e curatore editoriale, presto ci sarà una nuova incursione nel campo del fumetto.
Un evento speciale riguarderà infatti il coinvolgimento del popolare uomo di cultura emiliano nella scrittura del soggetto di una storia di Zagor, ospitata sugli albi della Collana Zenith 721 e 722 in uscita nelle edicole e nelle fumetterie nei mesi di agosto e di settembre, in cui il re di Darkwood sarà affiancato dall'investigatore di origini francesi Louis Cyprien.
Questo comprimario è stato introdotto nell’universo zagoriano in collaborazione con Stefano Fantelli, che ha scritto la sceneggiatura dei due volumetti, e Raffaele Della Monica, che ne ha curato i disegni.
Come annunciato dagli autori, che sono già a lavoro su altre storie che vedranno nuovamente insieme i due eroi: visto la complessità e le molte sfaccettature del personaggio, Cyprien tornerà presto!


domenica 17 dicembre 2023

DETECTIVE CONAN

 

Soggetto, sceneggiatura, disegni, copertina: Gosho Aoyama
Editore: Star Comics
N° pagine: 192
Data d'uscita: Dicembre 2023
Prezzo: € 4,99

Tra i manga polizieschi di maggior successo e diffusione rientra senza dubbio “Detective Conan”.
Personaggio principale di quest'opera, capolavoro di Gosho Aoyama, iniziata in Giappone nel 1994, conclusasi il 18 ottobre 2023 con il 104° volume e uscita in Italia, a partire dal 2005 per la casa editrice umbra Star Comics, è un giovane chiamato Conan Edogawa.
Dietro questo nome si nasconde Shinichi Kudo, studente delle scuole superiori che, con le sue mille intuizioni, ha spesso aiutato la polizia a trarsi fuori dagli impicci.
Tornato all'età di un bambino delle elementari per azione involontaria di Gin e Vodka, due temibili uomini in nero, viene raccolto dalla sua compagna di scuola Ran, di cui è anche innamorato, che è la figlia di Kogoro, un investigatore privato a cui Conan viene affidato.
Il giovane ragazzo aiuterà, anche grazie alle fantasiose invenzioni del professor Hiroshi Agasa, questo strampalato tutore dell'ordine a risolvere i molti eventi misteriosi, spesso omicidi, che si verificano in ogni numero, facendolo diventare un’autorità in materia di indagini poliziesche.
Oltre a ciò, continuerà ad indagare alla ricerca di prove che lo avvicinino all'Organizzazione a cui appartengono gli individui responsabili del suo restringimento.
Nel corso del tempo, la storia acquista forza e velocità, si assiste alla comparsa di molti personaggi collegati alla trama principale e perfino all'entrata in scena di CIA e FBI.
Ogni tankōbon del serial è diviso in file che raccontano i casi che il nostro detective deve risolvere.
Le vignette, anche se in bianco e nero, sono piene di sfumature e i disegni stilizzati sono accurati e ricchi di particolari.
Nel racconto inoltre è presente una vena satirica che aiuta a sdrammatizzare l’atmosfera post-omicidio, omicidi peraltro molto violenti, e a far fare qualche risata al lettore.
“Detective Conan” infine, è un manga che, oltre a basarsi su deduzioni e ragionamenti, comprende anche una discreta quantità di azione e combattimento, caratteristiche che lo rendono incalzante e ricco di colpi di scena.
Alla luce di quanto scritto possiamo quindi affermare, senza paura di smentite, che la lettura di questo fumetto, grazie alle sue storie intelligenti e divertenti, sia un must oltre che per gli appassionati, anche per chi non è un cultore del genere poliziesco.

lunedì 12 giugno 2023

Torna Sonny Solo per le Edizioni Foxtrot di Marcello Toninelli

 


Grazie al servizio di Print on Demand di Amazon, che consente agli autori di pubblicare le proprie opere senza spendere un soldo e lasciando all'azienda di Jeff Bezos tutte le beghe burocratiche e fiscali, nel 2022 lo sceneggiatore e disegnatore di fumetti Marcello Toninelli ha resuscitato le Edizioni Foxtrot che autogestiva a metà degli anni ‘90.
Tramite questa realtà l’autore senese ha riproposto tutti i suoi lavori, sia quelli già apparsi altrove che gli inediti.
Tra questi figurano i dieci episodi di Sonny Sold, pubblicati negli anni ‘80 sulla rivista Adamo dell'Editoriale Corno.
Il protagonista qui chiamato Sonny Solo, nome che originariamente Toninelli aveva proposto per il personaggio, e soprannominato dagli amici Shawnee a causa del suo ottavo di sangue indiano, vive di espedienti nella New Orleans dei Ruggenti Anni Venti e del proibizionismo tra gangster e ragazze intraprendenti in locali fumosi dove si gioca a carte, si suona jazz e si balla il charleston.
Raccolti per la prima volta in un volume, che fa parte della collana Le Serie, formano un'unica narrazione e costituiscono un originale, divertente e appassionante romanzo a fumetti ricco di idee originali e continui colpi di scena.
Un graphic novel ante litteram che ha retto benissimo alla prova del tempo e merita di essere finalmente riscoperto.



Disponibile su AMAZON 

sabato 27 maggio 2023

Eva Kant - Quando Diabolik non c’era

 

Soggetto: Sandrone Dazieri
Sceneggiatura:  Tito Faraco
Disegni: Giuseppe Palumbo
Copertina: Giuseppe Palumbo
Prologo e epilogo 
Diegni: Emanuele Barison
Colori: Dario Grillotti
Editore: Astorina S.r.L.
Data di uscita: Maggio 2023
N° Pagine: 184
Prezzo: € 7,90

Per celebrare i sessant’anni di vita editoriale della compagna del Re del Terrore, comparsa per la prima volta nel numero tre di Diabolik uscito nel marzo del 1963, è stato riproposto in volume, arricchito dai colori di Dario Grillotti, "Eva Kant - Quando Diabolik non c’era", un albo speciale che la casa editrice Astorina ha dato alle stampe nel marzo del 2003.
Quest'opera, che narra le origini e i trascorsi della bellissima Eva Kant prima dell’incontro con il noto malvivente di Clerville, è un po’ anomala sia nei testi che nei disegni rispetto alla tradizione del personaggio. 
Scritta da un giallista di fama, Sandrone Dazieri, e da un premiato sceneggiatore di fumetti, Tito Faraci, e disegnata da Giuseppe Palumbo, anche in questo frangente all’altezza della sua fama, affiancato da un brillante Emanuele Barison che ne illustra l’introduzione e la conclusione la storia, pubblicata originariamente nella collana Il Grande Diabolik, abbandona quasi del tutto i caratteri classici della serie nera di casa Astorina.
Viene infatti lasciato da parte il formato pocket, Diabolik non compare che all’inizio e alla fine della vicenda narrata per giustificare i ricordi di Eva e tutto perde quell’aspetto freddo e quasi innaturale che caratterizza le avventure del Re del Terrore.
Non ci sono né Clerville né Ghenf e i personaggi acquistano uno spessore impensabile per chi sia abituato al fumetto popolato da Ginko e talvolta Altea, oltre alla coppia principale.
Anche il tratto di Palumbo poi è estraneo ai caratteri abituali.
Si racconta la fanciullezza spensierata e scapestrata di Eva Kant, di una madre fragile e abbandonata e di una ricchezza sempre a portata di mano e sempre negata.
Gli autori riescono a cesellare, previo meticoloso scavo archeologico nei primordi della serie, una ricostruzione assolutamente plausibile di ciò che era Eva prima di incontrare Diabolik.
La narrazione di Faraci e Dazieri risente sia delle passioni della letteratura d’appendice che dell’epica del romanzo di formazione e i personaggi di contorno, intorno a cui ruota tutta quanta la giovinezza e l’adolescenza di Eva, ne rispettano pienamente i cliché.
La sceneggiatura non solo è lineare e piena di ritmo, ma anche di assoluta potenza cinematografica.
Per quanto riguarda i disegni, l’equilibrio regna sovrano: anche quando si inseguono inquadrature sghembe o ipercinetiche, mai il dettaglio prevarica sulla leggibilità, né mai una luce invade un anfratto che non le spetta.
L’Eva di Palumbo è aristocratica e grintosa al tempo stesso, esile ma compatta e micidiale, sempre composta, anche nella profondità della sofferenza.
Un volume speciale, per un personaggio speciale, vivamente consigliato a tutti gli amanti del fumetto noir.

domenica 21 gennaio 2018

Largo Winch vol. 1

Sceneggiatura: Jean Van Hamme
Disegnie copertina: Philippe Francq
Editore: Editoriale Aurea
Collana: Euramaster Tuttocolore
Anno di uscita: 2005
N° Pagine: 48
Prezzo: € 10,00

Uscito in volume, dopo essere stato serializzato sui settimanali Eura, a partire dal numero 54 della collana Euramaster Tuttocolore, Largo Winch è un personaggio creato dal famoso sceneggiatore belga Jean Van Hamme e dal disegnatore Philippe Francq.
Questa serie, che ha avuto e ha tuttora un enorme successo e ha venduto molti volumi sia in Francia che nel resto del mondo, presenta episodi di stampo avventuroso dove un ragazzo jugoslavo si trova da un giorno all’altro, a causa della morte di suo padre adottivo, prototipo del capitalista spietato e arrivista, a ereditare svariati miliardi di dollari e la guida di una delle più grandi multinazionali mondiali, il gruppo W.
L’eredità, a cui il protagonista è stato preparato con duri anni di studio, lo dispensa dalle bassezze dell’ascesa sociale e economica, permettendogli di mantenere una verginità morale in contrasto con la realtà economica che lo circonda
Le storie di Largo Winch son forti e complesse e strizzano l’occhio a 007 per la sempre costante presenza di belle donne e ambientazioni glamour.
Il personaggio principale è un miliardario un po’ zingaro al centro di intrighi che forse non sono esattamente spionistici ma ne hanno tutte le caratteristiche.
Philippe Francq, il disegnatore, e Jean Van Hamme, lo sceneggiatore, crearono questo fumetto a seguito della proposta di una grossa casa editrice francese che era alla ricerca di un prodotto innovativo e avventuroso da dare in pasto ai raffinati lettori.
Le prime storie di questa serie a fumetti appaiono in Francia intorno alla metà degli anni 80, alcuni anni dopo la loro creazione a causa di una serie di rallentamenti burocratici che hanno spostato la proprietà dell’opera da una casa editrice ad un’altra, pubblicate dalle Edition Dupuis.
In Italia Largo Winch approda sugli affollati scaffali delle edicole italiane grazie alla Eura Editoriale, oggi Aurea, che nella prima metà degli anni ‘90, si prefiggeva con le sue riviste-contenitore Skorpio e Lanciostory l’arduo compito di presentare ai lettori italiani quanto di meglio ci fosse nel panorama fumettistico europeo.
Il numero 42 di Lanciostory pubblica la primissima avventura del personaggio francese nel 1993 e conquista in breve tempo un discreto seguito di lettori.
Autore prolifico e completissimo Jean Van Hamme per le sceneggiature di questa serie si ispira ai suoi romanzi, sei tascabili pubblicati in Francia nel 1977 ed editi dalla Mercure de France e in Italia all’inizio degli anni ’80 da Oreste Del Buono nella collana Segretissimo.
Il tratto caratteristico e realistico di Francq poi è la cornice ideale per la scenografia lussuosa di un ambiente dove non mancano mai belle donne e altri simboli del potere.
Per una curiosa coincidenza, o per il vizio di farsi concorrenza a tutti i costi, la Star Comics ha presentato questa serie a partire dal n.1 della sua nuova rivista Strike.

martedì 3 ottobre 2017

Ford Ravenstock – Specialista in suicidi

Sceneggiatura: Susanna Raule
Disegni: Armando Rossi
Editore: Panini Comics
Anno di uscita: 2006
N° Pagine: 48
Prezzo: € 4,00

Ad un anno di distanza dalla prima edizione del concorso per autori esordienti Lucca Project Contest, indetto dalla maggiore fiera fumettistica italiana nel 2005, nel novembre del 2006 è stato pubblicato, ad opera di Panini Comics, casa editrice di fumetti modenese, il volume vincitore, "Ford Ravenstock – Specialista in suicidi".
Questo albo è un progetto originale, ben realizzato e dalle grandi potenzialità la cui forza risiede soprattutto nella figura del protagonista, Ford Ravenstock appunto, un tipo allampanato, pallido, ipocondriaco, depresso cronico, convinto che la morte sia una liberazione dalle sofferenze della vita.
Tale convincimento si riflette nel bizzarro lavoro che svolge: nella New York dei giorni nostri organizza suicidi su commissione; praticamente un sicario che utilizza come arma la persuasione, per far capire alla vittima, anche quella apparentemente più felice, l’inutilità della vita e la gioia del trapasso.
Accanto al protagonista si muovono due comprimari, molto ben caratterizzati sia psicologicamente che graficamente, la detective Marlene Moore, che nel corso della seconda storia presente nell’albo intuisce la presenza di una terza persona dietro a quelli che all’apparenza sembrano suicidi, e il fedele maggiordomo Emerson, personaggio che sembra trovarsi sempre al posto giusto al momento giusto pronto in ogni circostanza a salvare il proprio datore di lavoro dai suoi istinti suicidi.
Autori non proprio esordienti di questa pregevole opera sono Susanna Raule per i testi e Armando Rossi che dell’albo ha curato i disegni.
La psicologa Raule infatti, ha sceneggiato la serie "Inside" per la Cut-Up Comics, mentre Rossi dopo aver realizzato i suoi primi lavori per il Centro Fumetto Andrea Pazienza ha pubblicato sia per case editrici mainstream come Star Comics, sue tavole sono apparse su "Lazarus Ledd" e "Hammer", che più propriamente underground come Black Velvet e Cut-Up Comics.
Tornando a parlare del prodotto si sottolinea come il lettore si trovi di fronte ad una storia dotata di un’ottima sceneggiatura, valorizzata da dialoghi brillanti e da un buon ritmo, scandito da didascalie che mostrano precisi riferimenti geografici e temporali.
Nonostante poi, protagonista della vicenda sia un personaggio tendenzialmente negativo, questo nei suoi modi fare estremi non fa altro che far sorridere.
Molto convincente anche la prova di Armando Rossi i cui disegni sono leggibili ed espressivi.
Pochi gli aspetti negativi, più che altro solo annotazioni per andare a cercare il pelo nell’uovo.
Per quanto riguarda lo svolgersi della vicenda, qualche snodo narrativo avrebbe potuto essere più chiaro e le motivazioni che spingono le vittime al suicidio più verosimili.
Al di là di queste pecche insignificanti però, lo storytelling è davvero pregevole.
A proposito dei disegni invece, si nota che la scelta di un’inchiostrazione sottile unitamente ad una colorazione un po’ piatta penalizza il tratto di Rossi.
Paradossalmente le matite risultano più definite e volumetriche rispetto al risultato finale, comunque efficace.
Forse una china più decisa e modulata avrebbe giovato al suo stile.
Spesso si parla di sostenere il fumetto italiano.
Dare una chance a questo bizzarro personaggio è uno dei pochi, veri casi in cui questa richiesta pare legittima, tanto più se si somma a quanto detto finora che la confezione è molto curata, come sempre ineccepibile quando si parla di Panini, e il prezzo, di quattro euro, davvero contenuto.

venerdì 8 settembre 2017

Sin City vol.1

Sceneggiatura e disegni: Frank Miller
Editore: Magic Press
Anno di uscita: 2004
N° Pagine: 216
Prezzo: € 15,00

Uscito per  Magic Press, prestigiosa casa editrice romana che ha fatto della qualità dei propri prodotti e della differenziazione degli stessi il proprio cavallo di battaglia, per la prima volta in volume nel 2004, "Un duro addio", "The Hard Goodbye", tradotto anche come "Un triste addio" o "Il duro addio", è la prima mini serie di Sin City, opera stilisticamente innovativa creata da Frank Miller agli inizi degli anni novanta.
Il serial che all’origine era diviso in 13 capitoli, comparve su Dark Horse Present, la rivista contenitore edita dalla casa editrice americana Dark Horse, che all’epoca, oltre ad essere la terza potenza del mercato dopo Marvel e Dc, pubblicava anche opere indipendenti molto interessanti.
La peculiarità di questa miniserie come tutte quelle che la seguiranno è il fatto di essere disegnata in un bianco e nero senza grigi e mezzitoni, come se l’autore volesse suggerirci, anche graficamente, che nel contesto in cui è ambientata la vicenda, Sin City, abbreviazione di Basin City, non ci può essere nessuna sfumatura.
È inoltre evidentissimo un richiamo al cinema noir hollywoodiano degli anni 30 e 40, alle crime story tanto care alle letteratura d’oltreoceano, basti pensare ai romanzi di James Ellroy e di Elmore Leonard e alla narrativa Pulp.
Il protagonista della storia, scritta e disegnata da Miller con la maestria che lo contraddistingue, è Marv un tipo poco raccomandabile, tra l’altro appena uscito di galera.
In un locale notturno incontra la bellissima Goldie, una prostituta d’alto bordo.
I due passano la notte a fare l’amore, ma il mattino seguente il nostro antieroe trova la bella prostituta morta proprio accanto a lui.
Marv decide così di scoprire il colpevole di questo delitto e la sua caccia all’uomo lo porterà a scandagliare in lungo e in largo la città del peccato.
Il successo di quest’opera fu immediato e per certi versi inaspettato, tanto che fu subito ristampata in volume.
In Italia, prima di approdare alla Magic Press, Sin City fu pubblicato a puntate sui primi sette numeri di una delle migliori riviste di fumetto, la sfortunata Hyperion, edita dalla Star Comics, che chiuse dopo appena nove numeri e che pubblicò opere quali Nexus di Baron e Rude, 2112 e Next man di Byrne e The Mask.
Dopo i volumi usciti per la Star Comics e per la Play Press la mini serie è stata ristampata da parte della Lexy prima che i diritti di tutte le opere di Frank Miller ambientate nella città del peccato, e di conseguenza anche di questa mini serie, fossero rilevata dalla Magic Press.

venerdì 28 aprile 2017

La Città

Soggetto e sceneggiatura: Bonvi
Disegni e copertina: Giorgio Cavazzano
Editore: Sergio Bonelli Editore
Collana: I grandi comici del fumetto
N° pagine: 94
Data d'uscita: 1998
Prezzo: £ 5500

Pubblicata nel 1998 sul secondo numero della serie "I Grandi Comici del Fumetto" della Sergio Bonelli Editore, volumetti interamente a colori stampati su carta lucida e pesante che portano le firme di autori che hanno fatto la storia della letteratura disegnata umoristica italiana e che tra il 1997 e il 2000 sono usciti a cadenza annuale, "La Città" è una storia un po’ anomala.
Quest’opera, composta da quattro episodi che si intrecciano tra loro accomunati dall’ambientazione metropolitana, è particolarmente interessante per la strana coppia di autori che propone.
È infatti il frutto dell’incontro della penna di Franco Bonvicini, in arte Bonvi, con le matite e gli inchiostri di Giorgio Cavazzano.
Questi due artisti, che per gli appassionati di fumetti non hanno certo bisogno di presentazioni, hanno architettato un albo, introdotto da una breve comparsata di Martin Mystère, con cui si sono inoltrati nel cuore di New York per portare alla luce vicende buffe, bizzarre e anche poetiche vissute dai suoi abitanti, eventi ai confini della realtà nascosti dietro la patina della routine quotidiana.
Nel corso delle storie si incontrano personaggi, apparentemente normali, come: poliziotti, ragionieri, barboni e ragazzi alle prese con avvenimenti che solo ad uno sguardo attento si rivelano particolari e bizzarri.
La città è un misto di follia e genialità come se ne vedono ben pochi nel fumetto italiano.
La sceneggiatura di Bonvi, al secolo Franco Bonvicini, è stupefacente e presenta continui richiami ad opere letterarie e cinematografiche.
L’autore, conosciuto per il suo gusto dissacrante e per le trame ricche di non-sense, viene in questo contesto riscoperto anche come maestro di testi di storie realistiche.
I suoi personaggi, ben caratterizzati psicologicamente, incarnano vizi e virtù che sono anche nostri, in una serie di tipi solo apparentemente fuori dal mondo.
I dialoghi sono intelligenti, ragionati ed ironici e c’è uno studio del gergo individuale molto divertente.
I disegni di Giorgio Cavazzano, qui al lavoro senza le restrizioni dovute al pubblico prevalentemente di ragazzi cui di solito sono rivolti i suoi fumetti, ricreano situazioni ed ambienti più adulti in cui si muovono figure grottesche dinamiche e intense efficacemente realizzate con pochissimi tratti.
Da segnalare infine la prefazione curata da Alfredo Castelli e l’introduzione di Sergio Bonelli, dedicate entrambe a Bonvi morto, prima della pubblicazione dell’albo, in seguito ad un incidente stradale.
Se proprio vogliamo trovare un neo per questo volume, possiamo affermare che il prezzo è un po’ più alto di quello dei soliti prodotti targati Bonelli.
Nonostante ciò, per la bellezza delle storie e per qualità della confezione l’acquisto dell’albo è caldamente consigliato.

giovedì 27 aprile 2017

Jungle Town

Soggetto e sceneggiatura: Tito Faraci
Disegni e copertina: Giorgio Cavazzano
Editore: Walt Disney Company – Buena Vista Lab
N° pagine: 80
Data d'uscita: Marzo 2006
Prezzo: € 6,90

È uscita in tutte le edicole i primi di marzo ed è stata presentata al Salone del fumetto Napoli Comicon, che si è svolto a Napoli a Castel Sant’Elmo dal 3 al 5 marzo 2006, "Jungle Town", la quarta graphic novel della collana Buena Vista Lab.
Scritta da Tito Faraci, autore di "Topolino Noir", "Brad Barron" e "L’ultima battaglia", e disegnata da Giorgio Cavazzano, "Jungle Town" è una storia poliziesco - investigativa moderna e avvincente, con un’ottima caratterizzazione dei personaggi sia dal punto di vista grafico che caratteriale, composta di 62 tavole a colori e completamente made in Italy.
Narra le vicende di una metropoli atipica che ha come abitanti animali antropomorfi: cani, gatti, topi, ippopotami.
Sullo sfondo di questa città, che non è per un nulla un ambiente bucolico e felice come si potrebbe pensare a prima vista, Adam e Rollo, due cani poliziotto, sono incaricati delle indagini sulla misteriosa morte di un topo, ritrovato nel più esclusivo golf club della città.
Questo cadavere è la miccia che rischia di far esplodere Jungle Town, mobilitando mass media e opinione pubblica.
I topi, infatti, sono discriminati e il loro movimento esige giustizia.
Se il responsabile del ratticidio non verrà trovato, la polizia potrebbe essere messa sotto accusa e i tumulti divampare in ogni strada.
Per quanto riguarda la trama e i disegni di "Jungle Town" salta subito all’occhio come il volume sia incentrato oltre che su storie di vita quotidiana e argomenti come la famiglia, l’amicizia, la vita della città e i problemi di cuore, che rimangono peraltro sullo sfondo della vicenda senza mai intrecciarsi fra loro, su temi scottanti come il razzismo e i pregiudizi verso il prossimo.
Faraci cerca di far capire al lettore, nonostante le tavole del volumetto siano troppo poche per affrontare approfonditamente questi temi, che cosa significhi oggi il concetto di diversità e quello di minoranza.
La trama poliziesca, che è solo uno dei tanti piani sul quale si sviluppa il racconto, è assolutamente banale.
Questo però non è un male proprio perchè lo scopo della storia è il mostrare un’allegoria della nostra civiltà, dove alle varie tipologie di persone sono sostituite le diverse specie animali.
I personaggi, che si discostano da quelli Disney ma sono a loro molto vicini sia fisicamente che caratterialmente, sono il punto di forza della vicenda.
La storia è impreziosita oltre che dagli ottimi disegni di Cavazzano da numerose trovate narrative e spunti di riflessione dai toni adulti che Tito Faraci dissemina per l’albo: dal tema del razzismo tra le specie, alle raffinate strizzate d’occhio al mondo degli adulti, alla vita di coppia in tutti i suoi risvolti.
In appendice alla storia ci sono poi 16 pagine di servizi riccamente illustrati che forniscono approfondimenti sui personaggi, sull’ambientazione e sugli autori, nonché un ricchissimo sketchbook con disegni preparatori e commenti di Giorgio Cavazzano e Tito Faraci sul making of dell’opera.
Alla luce di quanto detto si può quindi affermare, senza paura di smentita, che Jungle Town è una lettura consigliatissima, e sicuramente la migliore graphic novel della collezione Buena Vista Lab vista finora.

mercoledì 5 aprile 2017

Jacovitti in Giallo


Storie e disegni: Benito Jacovitti
Editore: Stampa Alternativa / Nuovi Equilibri
Data di uscita: Ottobre 2004
N° Pagine: 160
Prezzo: € 18,00 

 
Nel 2004, curato con molta competenza e passione da Gianni Brunoro, è uscito "Jacovitti in Giallo" un bellissimo volume, edito in brossura rilegata da Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri, dedicato interamente all’estro del vulcanico Benito Jacovitti e alle sue creazioni che ruotano attorno all’universo del giallo catturato in tutte le sue sfumature.
Per le due o tre persone che ancora non conoscono Jac o lisca di pesce, pseudonimi con i quali Jacovitti frequentemente ha firmato i propri lavori che hanno toccato con uguale ironia numerosi generi narrativi, traccerò brevemente una sua biografia.
Nato a Termoli nel 1923, in oltre sessant’anni di lavoro, ha costruito un mondo di carta pervaso da un umorismo surreale, un universo originale e irripetibile, una sorta di paese delle meraviglie dove tutto è possibile.
Partito come collaboratore del settimanale cattolico Il Vittorioso, Jacovitti nel corso della sua attività ha disegnato storie per bambini e adulti, pirati, alieni, storie western e grotteschi kamasutra su Playmen, s’è divertito a giocare con il giallo e il noir, a sbeffeggiare eroi, totem, tabù, e ha creato un gadget scolastico mitico come il Diario Vitt.
Ha immaginato donne poppute che hanno fatto infuriare l’Azione cattolica, poster per la Dc e si è fatto cacciare da Linus per strisce che hanno irritato i lettori progressisti.
È scomparso il 3 dicembre 1997, all’età di 74 anni, stroncato da un ictus.
Tornando a parlare del volume, questo contiene sette storie a fumetti, che coprono un arco di tempo che va dal 1945 al 1957, che hanno per protagonisti i personaggi più noti dell’autore di Termoli.
Tra questi l’investigatore Cip, che esclama sempre “lo supponevo!”, assistito dallo stolido aiutante Gallina e dal cane bassotto Kilometro che si contrappone al terribile Zagar, il giornalista Tom Ficcanaso, i gangster Jak Mandolino e Gionni Chitarra e i tre P.
Queste avventure, introdotte brillantemente dalla prosa colta e articolata di Gianni Brunoro, toccano molti generi della letteratura poliziesca come il mystery, il noir e l’hard boiled.
Si tratta di storie nere, sadiche, crudeli, ma in cui prevale il tono grottesco e pertanto piene di disincanto, che la narrazione beffarda riscatta da un ipotetico sapore di cinica durezza.
Un volume veramente eccellente insomma che non può mancare sullo scaffale sia dell’appassionato di fumetti che di letteratura poliziesca.

domenica 29 gennaio 2017

I casi di Sherlock Holmes

Soggetto e sceneggiatura: Giancarlo Berardi
Disegni e copertina: Giorgio Trevisan
Editore: Microart's Edizioni
N° pagine: 88
Data d'uscita: Ottobre 2000
Prezzo: € 18,00

È uscito nel mese di ottobre del 2000 per la casa editrice di Recco “Microart's Edizioni” nella collana “Le Mani Comics” “I casi di Sherlock Holmes”, un volume di grande formato che raccoglie l'adattamento a fumetti, realizzato originariamente a partire dal 1986 per la rivista “L'Eternauta”, di “Uno scandalo in Boemia”, “Un caso di identità” e “La lega dei Capelli Rossi”, tre racconti che fanno parte delle opere che hanno per protagonista il detective creato, alla fine degli anni '80 del XIX secolo, da Sir Arthur Conan Doyle.
Sceneggiate da Giancarlo Berardi, che pur non discostandosi, se non per qualche piccola variazione di contenuto, dalle composizioni originali dello scrittore scozzese ha interpretato con estrema modernità i caratteri del famoso investigatore privato e del suo aiutante e amico il dottor John Watson, queste storie sono illustrate, con un tratto dalle molte linee che esaltano le ombre, l'espressività dei volti e i fisici dei personaggi principali, le cui fisionomie si basano su quelle degli attori Basil Rathbone e Nigel Bruce, e dei numerosi comprimari, da Giorgio Trevisan, disegnatore e pittore che, oltre che su queste avventure, ha affiancato Berardi su serie di grande successo come “Ken Parker” e “Julia”, testata per cui ha disegnato anche il celebrativo numero cento.
E il segno fine, cupo e allo stesso tempo estremamente raffinato dell'autore di Merano, fa assaporare al lettore anche le atmosfere nebbiose e velate di fumi della Londra di fine ottocento, ricostruita alla perfezione con zone esclusive a cui si contrappongono quartieri malfamati e brulicante di accattoni, delinquenti dal coltello facile e donne di malaffare, teatro ideale per storie di misteri e intrighi.
Sono presenti inoltre numerosi piccoli particolari che differenziano queste opere da quelle letterarie.
Le vicende che vedono Sherlock Holmes risolvere brillantemente i casi che gli vengono sottoposti sono narrate in prima persona e non, come avviene nei romanzi e nei racconti che compongono il canone, attraverso ricordi o appunti del dottor Watson, che è comunque sempre presente.
Non si fa riferimento all'uso che il protagonista fa di droghe, come morfina e cocaina, mentre sono messe in risalto la passione del personaggio per il violino, che suona con grande maestria, e il fumo della pipa, attività con cui si concentra e riorganizza le idee.
Una curiosità da mettere in evidenza infine è che in appendice al volume si trova un'interessante approfondimento, a cura di Renato Venturelli, sull'epopea cinematografica di Sherlock con una bella panoramica sui principali interpreti del personaggio di Doyle.
Se proprio vogliamo trovare una piccola pecca, la mancanza di una copertina rigida e le poche pagine di cui è composta, sebbene siano stampate su carta satinata pesante, non giustificano il prezzo a cui la pubblicazione viene venduta.
Nonostante ciò però si può affermare che questo libro, molto bello e dall'impatto visivo di grande effetto, soddisferà sia gli appassionati di fumetto d'autore che quelli di letteratura gialla classica.

giovedì 26 gennaio 2017

Altai & Jonson

Soggetto e sceneggiatura: Tiziano Sclavi
Disegni e copertina: Giorgio Cavazzano
Editore: Editoriale Cosmo
Data d'uscita: Aprile 2017

Ad aprile del 2017 uscirà la ristampa delle storie di Altai & Jonson, di Tiziano Sclavi e Giorgio Cavazzano, raccolte in volumetti formato bonellide dai tipi dell'Editoriale Cosmo.
Il giovane e mingherlino Michael Altai e il baffuto e più maturo Sarno Jonson sono una rinomata “strana” coppia di investigatori privati che vivono e lavorano a San Francisco.
I due, come ogni detective che si rispetti, hanno stabilito il loro quartier generale in un ufficio che avrebbe un urgente bisogno di una risistemata e, nonostante vivano nell’unica città d’America che ha un servizio di tram, poiché perennemente senza un dollaro, si spostano su uno scassatissimo maggiolone.
Il loro peggior nemico è il terribile gangster di San Francisco Julius Caesar e il loro referente il tenente Kennan, della polizia della città, che non li vede di buon grado.
Nonostante ciò, Altai e Jonson si distinguono per le loro imprese brillanti, anche quando, ed è la norma, i casi che devono gestire sono incredibilmente strampalati e all’apparenza addirittura irrisolvibili.
Creati da Tiziano Sclavi, lo sceneggiatore di Dylan Dog, e da Giorgio Cavazzano, uno dei più conosciuti e apprezzati disegnatori di storie Disney, le avventure a sfondo umoristico di questa coppia di detective furono pubblicate originariamente sul Corriere dei Ragazzi a partire dal 1975.
In seguito sono state ripubblicate sulle riviste Corrierboy, Il Mago e Orient Express e poi raccolte, in una serie di albi cronologici, da Alessandro Distribuzione di Bologna, da Edizioni Montego e in un volume di quasi 300 pagine da Edizioni BD.
Nel concepire la serie, Tiziano Sclavi pensava a uno stile realistico, come ricordò lui stesso: “Altai & Jonson non sono nati per un disegno così, ma per un disegno serio”.
Il merito dell’ibrido fu di Barberis, allora direttore de Il Corriere dei Ragazzi.
Fatto sta che le due prime storie di A&J furono una cosa, e le successive un’altra cosa, perché scritte pensando al disegno di Giorgio.
Comunque siano andate le cose, in questa serie giallo-ironica, la sintesi narrativa del geniale Sclavi si fonde perfettamente con lo stile nervoso e moderatamente grottesco di un Cavazzano vicino alla perfezione grafica.

giovedì 11 dicembre 2014

Gionni Peppe & Gionni Lupara

Autore: Benito Jacovitti
Editore: Edizioni NPE
Collana: Nuvole d'autore
N° pagine: 128
Anno d'uscita: 2013
Prezzo: € 19,90

Nel mese di aprile del 2013 hanno visto la luce per la prima volta in volume, nella loro versione originaria voluta dall'autore a colori, le avventure di “Gionni Peppe & Gionni Lupara”.
Stampate nella collana “Nuvole d'autore” delle Edizioni NPE, dedicata alla riproposta della produzione del grande fumettista di Termoli Benito Jacovitti, queste storie, apparse originariamente su “Linus” nel 1973 e nel 1974 in bianco e nero e censurate a causa della pungente satira politica che le contraddistingueva, narrano le gesta di un giovane gangster che, dopo essere stato un duro di Kansas City dallo spiccato accento romanesco, diviene un picciotto siculo.
Le tavole di questi serial, a cui fanno da contorno interventi critici di Luca Boschi e Andrea Sani, che ripercorrono la carriera di Jacovitti e toccano punti interessanti come quello della censura alla quale dovette sottostare durante la collaborazione con Linus, sono, come di solito avviene quando si parla del grande autore molisano, estremamente affollate di personaggi, mani, piedi, salami, vermi, matite, dadi e pettini.
Questa ricchezza di particolari però, non rende la narrazione dispersiva ma, al contrario, fa si che la trama si faccia seguire fino in fondo e sia estremamente appassionante e coinvolgente.
Nonostante le vicende presentate propongano una parodia dei film gangsteristici, tanto di moda in quel periodo, non mancano legami dei personaggi e delle ambientazioni con l'attualità, riferimenti alle tensioni politiche e sociali che caratterizzarono i primi Anni Settanta del '900, spuntano qua e là nelle vignette cartelli con su scritto “Raglia raglia Giovane Itaglia” o soggetti che confessano di essere così per colpa della società, e frecciatine ad Oreste Del Buono, allora direttore di “Linus”, agli autori ospitati nella rivista e alle attività delle sinistre.
Altre caratteristiche che rendono quest'opera molto appetibile per ogni appassionato sono: trovate divertentissime all'insegna di uno humour pungente e di una satira spietata nei confronti di una società in cui terrorismo e attentati erano all'ordine del giorno, eroi memorabili, caratterizzati molto comicamente, come, per citarne solo alcuni, il temibile poliziotto spernacchiatore Billy Mandracchio o l’irascibile boss Nat Corlacchione e un linguaggio molto suggestivo, che mischia italiano popolare e dialetto con termini creati appositamente, che fa si che l'incedere del racconto, a dispetto dell'argomento trattato, sia leggero e scanzonato.
Tutti questi fattori, uniti ad una confezione molto curata e a un apparato redazionale, posto in calce all'albo, che contestualizza il significato delle trovate umoristiche di cui straripano le tavole, rendono la lettura di questo libro spassosa per un variegato numero di persone tra cui rientrano sicuramente sia gli amanti del buon fumetto che quelli di letteratura gialla e film polizieschi, ma anche chi voglia capire le dinamiche dell'Italia degli anni di piombo senza consultare noiosi manuali di storia.

lunedì 10 marzo 2014

Blacksad 5: Amarillo

Soggetto e sceneggiatura: Juan Díaz Canales
Disegni e copertina: Juanjo Guarnido
Editore: Rizzoli/Lizard
N° pagine: 56
Data d'uscita: Febbraio 2014
Prezzo: € 17,00

A tre anni di distanza dall'uscita dell'ultimo tomo, ha visto finalmente la luce, pubblicato in Italia come i precedenti dalla casa editrice Rizzoli Lizard, il quinto volume cartonato di “Blacksad”dal titolo “Amarillo”.
Le graphic novel che compongono questa collana a fumetti, ricche di pathos e suspense, create dagli autori spagnoli Juan Díaz Canales, che ne scrive i testi, e Juanjo Guarnido, che si occupa dei disegni, sono ambientate in un America degli anni '50 popolata da animali antropomorfi, su cui sono trasposte tutte le tipologie e i tratti umani, resi con segno morbido e accattivante e dalle caratteristiche psicologiche ben delineate.
Personaggio principale delle storie, ispirate ai classici del cinema noir e del giallo hardboiled, è il gatto nero John Blacksad, di professione investigatore privato.
In questo episodio il roccioso e disincantato felino viaggia da New Orleans verso Amarillo in Texas alla ricerca dello scrittore beatnik Chad Lowell scappato con un compare a bordo di un'auto rubata.
Durante questa caccia all'uomo, che si dipana lungo le strade degli Stati Uniti meridionali con una puntata in Messico, il protagonista, e con lui il lettore, visiterà luoghi ostici, uno su tutti il circo Sunflower pieno di artisti che faranno di tutto per ostacolare le sue indagini, e incontrerà numerosi comprimari e antagonisti, tra cui spicca l'agente letterario e avvocato Neal Beato, che, tra siparietti comici e grandi scene d'azione, renderanno il racconto concitato e ricco di colpi di scena.
Sebbene abbia tratti comuni con gli altri libri della serie come testi che pescano a piene mani dalla letteratura americana, una narrazione che non si concede punti morti, eroi fortemente espressivi realizzati con un segno tondeggiante e ambienti resi da colori dai toni caldi, questo albo si differenzia dai precedenti per tematiche e ambientazioni.
Somiglia infatti più a un romanzo della Beat Generation che a un noir vero e proprio.
I toni sono più solari e meno tesi e il tema del viaggio prevale sulle questioni violente.
Anche la copertina, in quest'ottica, è stata realizzata con colori luminosi che le conferiscono un aspetto sereno e positivo.
Nonostante ciò quest'opera, il cui svolgimento è basato comunque su vicende di criminalità, costituisce una lettura che soddisferà pienamente sia gli appassionati di fumetti che quelli di letteratura gialla e cinema poliziesco.

lunedì 10 febbraio 2014

La firma

Testi, disegni, copertina: Nazareno Giusti
Editore: Tagete Edizioni
Collana: fumetticrudi
Data di uscita: Settembre 2011
N° Pagine: 128
Prezzo: € 7,00

È convinzione di molti che il fumetto, in quanto ritenuto a torto in Italia una forma d'arte minore legata esclusivamente ad un pubblico infantile, non sia indicato per raccontare storie incentrate su argomenti caldi come politica e impegno sociale.
Queste persone dovranno ricredersi dopo aver letto “La firma”, volume pubblicato per conto di Tagete Edizioni, che inaugura la collana, ideata e diretta da Gianluca Caputo, Fumetti Crudi.
Scritto e disegnato dal giovane autore barghigiano Nazareno Giusti, questo libro, attraverso il ritratto dell'operaio e sindacalista italiano Guido Rossa, assassinato durante gli anni di piombo dall'organizzazione di estrema sinistra delle Brigate Rosse, offre una lettura dei giorni del terrorismo molto approfondita dal punto di vista storico.
Fanno da cornice alla trama, molto accurata e precisa sia per quanto riguarda il contesto sociale e culturale di quegli anni che la biografia del personaggio introno a cui ruota la vicenda, tavole realizzate in modo naturale e semplice con vignette disposte in maniera istintiva ma funzionale alla narrazione senza inutili virtuosismi, schemi rigidi e griglie che renderebbero la lettura lenta e macchinosa.
I brevi capitoli in cui è divisa la storia sono introdotti da citazioni di giornalisti, magistrati, politici, vittime del terrorismo e gente della strada che sottolineano la drammaticità degli avvenimenti che hanno portato un uomo ad essere ucciso solo per aver compiuto il suo dovere.
Degno di nota anche il segno di quest'opera in cui l'artista lucchese, che denota grande maturità grafica, con pochi tratti essenziali resi da matite, pennarelli e inchiostro di china diluito, va dritto al cuore della vicenda, in cui si mischia politica e vita vissuta, tenendo il lettore incollato alle pagine dell'albo fino all'ineluttabile finale.
Un'ultima curiosità da mettere in evidenza è che per inquadrare gli eventi raccontati in un ambito più ampio e definito questo tomo si conclude con brevi trattazioni della vita di Guido Rossa, delle circostanze che hanno portato alla sua morte, della storia delle Brigate Rosse e degli atti criminosi di questa associazione e di come il regista Giuseppe Ferrara abbia realizzato sull'episodio un film, “Guido che sfidò le Brigate Rosse”, che è uscito nei cinema due anni dopo la sua ultimazione.
Alla luce di quanto scritto non si può che consigliare la lettura di questo libro ad ogni appassionato di fumetti e sperare che iniziative come questa riescano ad avvicinare i più giovani alla storia recente del nostro paese spesso dimenticata o strumentalizzata.

domenica 22 dicembre 2013

Le mani sugli Eventi

Soggetto, sceneggiatura e lay out: Giuseppe Peruzzo
Disegni e copertina: Nicola Gobbi
Editore: Q Press
Collana: Oltrenero
N° pagine: 48
Anno d'uscita: 2013
Prezzo: € 9,90

Cosa sarebbe successo se nell'Italia del miracolo economico fosse esistito uno spietato criminale capace di compiere azioni efferate e inaudite solamente per denaro?
Come risposta a questa domanda nasce Atrox, personaggio a fumetti ideato da Giuseppe Peruzzo e stampato dalla torinese Q Press, protagonista di tre volumi, presentati dalla casa editrice nella collana Oltrenero, in cui ad una narrazione avvincente e concitata, a disegni incisivi e alla rivisitazione dei topoi del fumetto e della letteratura nera si affianca uno spaccato storico puntuale della realtà del bel paese dei primi anni '60, fatto non comune in un'opera di fantasia.
A conferma di ciò ne “Le mani sugli Eventi”, terzo libro della serie legata al feroce malvivente, si racconta la storia delle celebrazioni del centenario dell’unità d’Italia vissuta da un giovane mafioso che, convinto il suo boss a mandarlo a Torino per espandersi e tentare di ottenere appalti, ed essendoci riuscito, grazie a omicidi e alla corruzione di funzionari statali, si scontra con Atrox che immancabilmente gli rompe le uova nel paniere.
Questo breve tomo, scritto come i precedenti dal giornalista ed esperto in Scienze ed Arti della stampa Giuseppe Peruzzo, che ne ha curato anche i lay out, si fa apprezzare per una trama classica ma allo stesso tempo ricca di colpi di scena e di situazioni che lasceranno i lettori con il fiato sospeso.
Molto funzionale al racconto, pieno di ritmo e di tensione, è inoltre il segno, duro e realistico dettato da un bianco e nero netto con l'aggiunta di pochi grigi, di Nicola Gobbi, disegnatore chiamato in questo frangente ad affiancare Peruzzo nella sua ultima fatica.
Un altro aspetto che rende quest'opera molto appetibile per chi è attento ai particolari, sta nel fatto che nelle tavole, divise in vignette molto grandi e dense di dettagli, sono riconoscibili vestiti e automobili proprie degli anni '60 e si notano edifici e quartieri della città di Torino come appaiono ancora oggi.
Tutto ciò contribuisce a fare in modo che le ambientazioni e il periodo storico che fanno da sfondo alle gesta dei protagonisti non siano anonime e prive di riferimenti.
Un ulteriore curiosità da mettere in evidenza poi è che in calce alle pagine di questa appassionante graphic novel, realizzate con una carta pesante e resistente all'invecchiamento, i testi dei balloon sono stati tradotti in francese.
Alla luce di quanto scritto quindi, non si può che applaudire il grande impegno degli autori di questa splendida avventura a fumetti e affermare, senza paura di smentite, che questo lavoro, molto bello e caratteristico, soddisferà pienamente sia gli amanti del noir che quelli del buon fumetto.

domenica 1 dicembre 2013

Un fascio di bombe

Soggetto e sceneggiatura: Alfredo Castelli, Mario Gomboli
Disegni e copertina: Milo Manara
Editore: Q PRESS
Collana: PAMphlet
N° pagine: 48
Anno d'uscita: 2010
Prezzo: € 9,90

Realizzata originariamente nel 1975 per volontà di un partito socialista italiano ancora lontano dagli scandali che ne avrebbero decretato la fine vent'anni dopo, distribuita gratuitamente in 600.000 copie, con il sottotitolo “In un racconto a fumetti la strategia della tensione”, durante la competizione elettorale di quell'anno e stampata nuovamente nel 2010 dalla torinese Q PRESS di Giuseppe Peruzzo nella collana PAMphlet, “Un fascio di bombe” è considerata la prima graphic novel italiana, un'opera che segna una tappa fondamentale nell'impiego del fumetto come strumento di informazione.
Sceneggiato da Alfredo Castelli con l'aiuto di Mario Gomboli e illustrato da Milo Manara, autori allora poco più che trentenni ma oggi riconosciuti come autentici Maestri della letteratura disegnata, questo lavoro, a cui hanno collaborato anche le sorelle Giussani e Mario Uggeri, autore della copertina della prima edizione con lo pseudonimo di Ugo Gremiari, narra, con estremo realismo, la strage di Piazza Fontana, sviscerando gli eventi storici che hanno portato al grave attentato compiuto il 12 dicembre del 1969 nel centro di Milano, e cerca di ripercorrere le tappe che hanno condotto alla messa in atto del disegno eversivo identificato, in Italia, con la locuzione strategia della tensione.
In appena quarantotto pagine attraverso l’inchiesta del protagonista di fantasia del breve volume, il giornalista dell'Avanti Moretti, vengono mostrati ai lettori i tragici momenti precedenti e successivi al terribile atto terroristico.
Nelle scene salienti del libro, rese da Manara con un segno più acerbo e confuso rispetto a quello delle storie erotiche con cui si è fatto conoscere in seguito dal grande pubblico, oltre alla crudezza e all'efferatezza delle immagini relative alle esplosioni avvenute alla Banca dell'Agricoltura del capoluogo meneghino e all'Altare della Patria vengono rappresentati, la defenestrazione di Giuseppe Pinelli, l’anarchico accusato, insieme a Pietro Valpreda e Mario Merlino, di essere il responsabile delle stragi e le morti e gli arresti di cui sono state vittime una serie di innocenti la cui unica colpa era conoscere la verità o appartenere a un movimento politico di estrema sinistra.
Nonostante numerosi dettagli, come ad esempio la riproduzione a tutta pagina dell’Avanti!, rivelano trattarsi di un tomo commissionato dal partito socialista per le elezioni del '75 le pagine di “Un fascio di bombe” costituiscono un mirabile esempio di giornalismo grafico che si basa su documenti, articoli di giornali e dichiarazioni storicamente autentiche.
Alla luce di quanto scritto possiamo quindi affermare, senza paura di smentita, che questo volume, che dimostra la grande potenzialità del medium fumetto di veicolare messaggi politici e sociali e la sua capacità di farsi testimonianza, costituisce un documento e uno strumento d'inchiesta ancora oggi molto valido e bisogna applaudire il coraggio di autori che, trent'anni prima della sentenza della Cassazione milanese, che nel 2004 acclarò la colpevolezza dei neonazisti veneti Franco Freda e Giovanni Ventura, parlarono di un'implicazione di gruppi di matrice fascista negli attentati di Milano e Roma.

sabato 3 agosto 2013

DK, Io so chi non sono

Soggetto: Mario Gomboli
Sceneggiatura: Tito Faraci
Copertina, disegni e colori: Giuseppe Palumbo
Editore: Astorina S.r.l.
Collana: Il grande Diabolik
N° pagine: 184
Data d'uscita: Aprile 20113
Prezzo: € 4,90

Com'è noto a tutti gli appassionati di fumetti italiani, le sorelle milanesi Angela e Luciana Giussani, creatrici di Diabolik, per descrivere ambientazioni e dare connotazioni fisiche e psicologiche ai personaggi della nota serie a fumetti si sono ispirate ai feuilleton francesi dell'inizio del secolo scorso.
Ma cosa sarebbe successo invece se, nel creare il famoso serial, le autrici avessero guardato al fumetto americano o avessero trovato il modo di conciliare le due fonti?
Cerca di rispondere a questa domanda lo speciale “Dk, Io so chi non sono”, stampato dalla nota casa editrice Astorina S.r.l.
Scritta da Mario Gomboli, sceneggiata da Tito Faraci, disegnata e colorata da Giuseppe Palumbo, la storia contenuta nel volumetto di 184 pagine uscito nel mese di aprile nelle edicole e nelle fumetterie italiane è ambientata infatti in una realtà alternativa dove si muovono eroi che, pur ricordando per aspetto e caratteristiche quelli delle sorelle Giussani, sono qualcosa di nuovo e di diverso.
Protagonista della vicenda narrata, dove chi la popola non è mai chiamato per nome, è un re del terrore con una cicatrice sull'occhio destro, solitario, dalle mille risorse, preparatissimo, intelligente, che bazzica zone fumose e notturne, non esita a controllare gli ambienti che lo circondano, andando a scomodare persino i topi, per salvare la pelle, e ama mascherarsi per raggiungere tesori dal valore inestimabile.
Ha come modus operandi, che lo distingue dalla sua controparte che agisce nella città stato di Clerville, quello di non lasciare testimoni in giro durante le sue missioni.
Uccide infatti le persone che lo hanno visto in faccia a sangue freddo e senza utilizzare armi da fuoco.
A lui si contrappongono un giudice, dalle fattezze di Eva Kant, a capo di un fantomatico gruppo terroristico che ha deciso di sfruttare il ladro per i suoi scopi o in alternativa di ucciderlo e un ispettore in grado, dopo aver studiato ossessivamente le sue imprese, di metterlo in grossa difficoltà.
Come nella migliore tradizione però DK, che è altro rispetto a Diabolik, riesce sempre a farla franca sfuggendo ai suoi avversari con l'aiuto di un po' di fortuna, trucchi e sofisticati mezzi tecnologici da lui progettati.
Per quanto riguarda disegni e sceneggiatura di questo racconto, diviso in otto capitoli ciascuno composto da venti pagine, non a caso la stessa foliazione degli albi americani cui l'opera fa esplicito riferimento, non si possono non elogiare Mario Gomboli e Tito Faraci, che hanno dato vita ad una storia appassionante e coinvolgente che ci mostra un Diabolik lontano dall'idea delle sorelle Giussani e molto vicino ai personaggi del fumetto statunitense e Giuseppe Palumbo, che pur avendo costruito tavole in perfetto stile d'oltreoceano non ha rinunciato ad alcuni richiami a stilemi classici della serie.
Nonostante la presenza di alcuni nei come l'abbondanza di dialoghi che rende la fruizione della narrazione pesante in alcune parti del volume e una colorazione piatta e innaturale, aspetti che mi auguro verranno migliorati se questo speciale non rimarrà un caso isolato nel panorama editoriale fumettistico italiano, bisogna comunque applaudire l'Astorina per la sua voglia di sperimentare nuove strade che si sta dimostrando estremamente positiva ed efficace nell'attirare nuovi lettori.

sabato 20 aprile 2013

Topolino e la promessa del gatto

Sceneggiatura: Francesco Artibani
con la supervisione di Andrea Camilleri
Disegni: Giorgio Cavazzano
Colori: Mirka Andolfo
pubblicata su Topolino 2994
Data di uscita: Aprile 2013
N° Pagine: 39
Prezzo: € 2,40

A pochi giorni dal lancio degli episodi della nona stagione della serie televisiva “Il commissario Montalbano”, ispirata ai romanzi gialli di Andrea Camilleri, The Walt Disney Company Italia rende omaggio al noto personaggio letterario con un'avventura molto bella e particolare.
Nel numero 2994 del settimanale a fumetti Topolino, uscito nelle edicole italiane il 16 aprile 2013, compare infatti la storia dal titolo “Topolino e la promessa del gatto”.
Il racconto, disegnato da Giorgio Cavazzano con il suo inconfondibile tratto, una sintesi perfetta tra comico e realistico, valorizzato dai colori della bravissima Mirka Andolfo, scritto da Francesco Artibani, che ha curato ogni particolare del testo rendendo la sceneggiatura suggestiva e ricca di tensione, e supervisionato dallo stesso Camilleri, che appare in un cameo interpretando il signor Patò, padrone di una pensione e ospite impeccabile, è ambientato in Sicilia tra la valle dei templi e il paese immaginario di Vigatta e vede Topolino affiancare il commissario Salvo Topalbano, parodia del celebre poliziotto con tanto di nasetto ed orecchie, in un'indagine di rapimento.
Se all'inizio tra i due, per diversità culturale e di metodi di investigazione, non c'è feeling, in seguito collaboreranno all'unisono per risolvere una vicenda intricata che li vede contrapposti ad un gruppo di pericolosi criminali.
Grazie a questa intesa Topolino, e con lui il lettore, avrà modo di apprezzare un paese con i suoi meravigliosi panorami e le sue enormi contraddizioni, di entrare in contatto con le tradizioni del luogo e di imparare qualche parola del dialetto del posto.
Oltre alla poetica, alle atmosfere e al linguaggio propri dei libri dello scrittore di Porto Empedocle, resi alla perfezione da Artibani, ai due protagonisti, alle meravigliose ambientazioni e ai paesaggi della Sicilia, disegnati con dovizia di particolari da Cavazzano, in questa storia si ritrovano anche i personaggi che compongono il gruppo che coadiuva Montalbano nelle inchieste che hanno fatto amare le sue imprese da milioni di lettori in tutta Europa, anche loro resi personaggi dei fumetti.
Il braccio destro del commissario, l'agente Domenico “Mimì” Augello, diventa così Ninì Cardillo, l'ispettore Fazio si trasforma in Strazio e il centralinista Catarella, che ha il difetto di storpiare tutti i nomi e di parlare in un linguaggio tutto suo, in Quaquarella.
A questi si contrappone il boss Totò Sinatra che con i suoi tirapiedi, tra cui spiccano Prorunasu e Facciaesantu, nomi che richiamano quelli dei due briganti che affiancano il protagonista Rinaldo Dragonera nella commedia musicale di Garinei e Giovannini “Rinaldo in campo” portati in scena per la prima volta dai comici Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, causerà non pochi problemi a Topalbano e alla sua squadra.
Inutile dire che, nella più classica tradizione disney, il lieto fine è assicurato.
Alla luce di quanto scritto, per il suo mix estremamente equilibrato tra sceneggiatura e disegni, si può quindi affermare che la lettura di questa avventura sia consigliata non solo agli amanti del buon fumetto ma anche agli appassionati di letteratura gialla e ai numerosi fans di Andrea Camilleri.